Dopo i tentativi di aggredire con le loro trivelle il mare al largo delle Isole Tremiti, ecco che i ‘signori’ del petrolio tornano all’attacco della Puglia con la richiesta di autorizzazioni ad esplorare il mare che fronteggia il territorio della provincia Barletta-Andria-Trani. A sollevare l’allarme è stato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e consigliere PD al comune di Bisceglie, il quale ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, chiedendo verifica sull’effettiva possibilità che si svolgano trivellazioni petrolifere al largo delle coste della provincia BAT.
Leggiamo la risposta del Ministro Orlando, che ha dell’incredibile, suonando come una vera e propria offesa all’intelligenza dei cittadini: “non sono procedimenti finalizzati allo svolgimento di attività di coltivazione dei giacimenti” che “comportano la perforazione di pozzi” ma “permessi di prospezione e ricerca volte all’accertamento della presenza di idrocarburi nel sottosuolo (!!!!). Di fronte a questa spiegazione paradossale viene spontaneo chiedersi perchè mai una società petrolifera dovrebbe investire capitali finanziari per ricercare idrocarburi liquidi e gassosi nel Mare Adriatico al largo delle coste pugliesi se poi una volta trovati sarebbe (eventualmente) costretta a rinunciare alle trivellazioni. Ma a chi vogliono darla a bere? E’ del tutto logico che le attività di prospezione e ricerca in tanto hanno senso in quanto propedeutiche alle trivellazioni ed è notorio che i “permessi di ricerca” rilasciati dal Ministero autorizzano anche la perforazione di un pozzo esplorativo, che normalmente finisce col diventare permanente.
Per il momento Francesco Boccia è sembrato soddisfatto della risposta del Ministro Orlando, ma ha dichiarato, con parole che suonano stranamente ingenue: “Non ci sono né richieste né, tantomeno, permessi per nuove trivellazioni nel nostro mare. Cosa che avrebbe messo seriamente a dura prova la nostra economia locale, votata alla pesca e al turismo. Per non parlare delle ripercussioni che ci sarebbero state proprio su pesca e flora marina. Le parole del ministro Orlando, oggi, ci rassicurano. Ma continuerò, comunque, a vigilare perché il nostro territorio abbia quello sviluppo ecosostenibile che merita”.
Di fronte a tanta dabbenaggine (vera o finta, poco importa) non rimane altro, agli stessi cittadini, che vigilare attentamente affinchè quella che ora si vorrebbe far passare per una semplice “gita in barca” possa un domani trasformarsi in un incubo reale. Sarebbe opportuno prendere esempio dalla campagna condotta da Greenpeace per fermare le minacce di trivellazioni nel Canale di Sicilia, come si vede in questo VIDEO diffuso su You Tube.