di Alessandro Novoli
Sul palco di un affollatissimo Teatro Petruzzelli, prima della proiezione in anteprima internazionale del film Unlocked (Codice Unlocked) di Michael Apted con Noomi Rapace, Orlando Bloom, Michael Douglas e John Malkovich, il Bari International Film Festival ha assegnato alcuni importanti riconoscimenti: nell’ambito dell’ItaliaFilmFest/Lungometraggi all’attore Francesco Acquaroli è andato il Premio Alberto Sordi come miglior attore non protagonista per il film Sole Cuore Amore di Daniele Vicari, mentre a Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini è stato assegnato il Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto relativo al film L’ora legale di Ficarra e Picone. Il momento clou della premiazione ha visto sul palcoscenico il grande regista bolognese Pupi Avati ritirare il prestigioso Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence omaggio a una carriera celebrata in questi giorni a Bari con la proiezione di quattro suoi famosi titoli e una Master Class tenuta al Teatro Petruzzelli. Il regista, visibilmente emozionato, ha ritirato il premio dalle mani dell’attrice e regista Chiara Caselli, bolognese come lui, mentre Felice Laudadio, direttore del Festival, leggeva la motivazione del riconoscimento tributato a “un regista dalla grande umanità, dallo stile unico e coinvolgente, dal gusto elegante per la musica, per il racconto di storie personali ed intime, ma anche per la capacità di commuovere e affascinare il pubblico”, un autore che “con un cinema unico e personale, ha saputo portare avanti un profondo racconto della memoria”.
Pupi Avati è un autore dal grande eclettismo che nella sua lunghissima filmografia ha descritto con intelligenza e umorismo personaggi, talora melanconici, diventati indimenticabili. Come il gruppo di amici di Regalo di Natale o come gli studenti di Una Gita Scolastica o – ancora tra gli altri – come i protagonisti de Il Papà di Giovanna, di Storia di ragazzi e ragazze e La seconda notte di nozze. Autore capace di spaziare dall’horror come in Zeder e La casa dalle finestre che ridono a serie televisive di successo come Cinema e Un Matrimonio, Avati ha anche spesso raccontato il suo sconfinato amore per la musica e in particolare per il Jazz grazie a film come Bix e Ma quando arrivano le ragazze.
Nel ringraziare gli organizzatori del Festival e nel salutare il pubblico Pupi Avati ha voluto raccontare un particolare della sua vita familiare legato alla città che ospita il Bif&st: “A Bari vivevano i parenti ricchi di mia madre, che avevano un negozio di fronte al Petruzzelli. Qui si veniva non solo per il mare ma anche per assaggiare le prelibatezze della cucina pugliese. Per me questa è una città del cuore, ed è curioso ripensare come noi settentrionali venissimo a scoprire la ricchezza qui al Sud”.
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