di Redazione FdS
Un progetto del valore di 312 milioni di euro da realizzarsi su un’area di 433 ettari in Oman, stato della Penisola Arabica situato tra Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Yemen, e caratterizzato da un territorio desertico con oasi che sorgono tra letti dei fiumi e lunghi tratti della costa affacciata su golfo Persico, mar Arabico e golfo di Oman. Parliamo dell’Oman Botanic Garden, il più grande giardino botanico del mondo, in corso di impianto per volere della Corte Reale dell’Oman al fine di celebrare le piante, i paesaggi e le tradizioni culturali uniche dell’Oman. Con le sue 140 mila piante sarà ubicato ad Al Khoud, appena fuori dalla capitale Muscat su un’area naturale protetta circondata dalle Montagne settentrionali dell’Oman e – unendo coltivazione, studio, conservazione ed educazione ambientale – permetterà ai visitatori di conoscere non solo tutte le specie vegetali autoctone attraverso una serie di habitat naturalistici accuratamente creati – dai deserti aridi alle ricche foreste pluviali monsoniche – ma anche le colture tradizionalmente praticate in Oman e i diversi modi in cui le piante vengono utilizzate.
Sarà un modello di giardino botanico di rilevanza regionale e internazionale e perseguirà i suoi obiettivi conservativi e didattici puntando soprattutto sull’innovazione. Habitat naturalistici a cielo aperto o in spazi climatizzati (due biomes in vetro e acciaio), e poi mostre, installazioni, spazi di didattica, sale studio, mensa e alloggi per massimo 60 persone, uffici e spazi lavorativi per uno staff di 350 persone, negozi, caffé, ristoranti, parcheggi e anche una cabinovia. Mentre la maggior parte delle specie botaniche omanite saranno impiantate a cielo aperto, nelle due biomes, in particolare, saranno ricreate le condizioni microclimatiche del Jebel Akhdar (la Montagna Verde) e del Dhofar-Salalah (la zona tropicale dell’Oman) con un sistema BMS (Building Management System) in grado appunto di riprodurre le ideali condizioni di luminosità, temperatura e umidità, compreso il monsone (khareef) che caratterizza gli ambienti di riferimento. Il complesso risulterà una raffinata fusione tra architettura, ingegneria, botanica e landscaping.
Un grande impianto fotovoltaico garantirà autonomia energetica a tutto il giardino mentre un vasto impianto di trattamento delle acque servirà ad assicurare l’irrigazione attraverso avanzate tecniche di riciclo; misure di sostenibilità che puntano a garantire al giardino la massima certificazione ambientale Leed Platinum. A dirigere i lavori di questo mega progetto sarà il calabrese (di Rossano) Nilo Domanico, ingegnere che guiderà un team internazionale di circa 50 tra ingegneri e architetti (fra cui altri due italiani) ed 80 esperti di botanica, in un cantiere che vede attivi circa 3 mila lavoratori al giorno. Il progetto del giardino botanico è stato invece elaborato dalla società britanniche Arup e Grimshaw, fra le più quotate al mondo, mentre il ruolo di General Contractor è stato affidato alla multinazionale danese-indiana Larsen&Toubro.
Nilo Domanico ha lasciato la sua Rossano ormai diversi anni fa prima per laurearsi all’Università La Sapienza di Roma, poi per conseguire un master in Management dell’Ambiente, dell’Energia e delle Acque all’Università di Durham in Gran Bretagna; periodo di studi seguito da un’esperienza ventennale in Europa e nei Paesi del Golfo, in diversi settori. Solo nel Sultanato di Oman l’ingegnere ha progettato due Hotel 5 stelle Radisson Blu a Sohar, e diretto i lavori dell’Hotel Hilton Garden Inn di Muscat, del Terminal della Raysut al Porto di Duqm e del Terminal della Oman Air, nel nuovo Aeroporto Internazionale della capitale omanita. Appassionato di viaggi e di fotografia, ha organizzato mostre e pubblicato libri dedicati ai suoi lavori. Lo scorso dicembre è stato protagonista delle cronache calabresi per aver offerto gratuitamente alla neonata città di Corigliano-Rossano, sorta dalla fusione dei due centri confinanti, entrambi caratterizzati da doppio insediamento (collinare e scalo litoraneo), il progetto di una cabinovia ecosostenibile (le urban gondolas) in grado di collegare in modo veloce ed economico i 4 poli cittadini; un progetto sui cui ora toccherà agli amministratori esprimersi.
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