di Redazione FdS
E’ lì…sulla scena del Teatro del Sole, come viene poeticamente chiamata a Palermo Piazza Vigliena poichè durante le ore del giorno almeno una delle quinte architettoniche è illuminata dai suoi raggi. Parliamo della Chiesa di S. Giuseppe dei Teatini, costruita nel XVII secolo su progetto dell’architetto genovese Giacomo Besio. Per l’esattezza ci troviamo all’incrocio fra le centralissime Via Maqueda e Via Vittorio Emanuele, noto anche con il nome di Quattro Canti di Città a indicare i quattro prospetti architettonici – realizzati tra il 1609 e il 1620 – che delimitano lo spazio dell’incrocio e sono connotati da un ciclo di decorazioni scultoree che comprendono fontane simboleggianti i fiumi della città antica (Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto), le allegorie dalle quattro stagioni (rappresentate da Eolo, Venere, Cerere e Bacco), le statue di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV e infine le quattro sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, patrone della città prima dell’avvento di Santa Rosalia (1624) e di San Benedetto il Moro (1652). Proprio a ridosso del cantone di S. Cristina c’è la chiesa di cui vogliamo parlarvi. All’esterno dell’edificio, costruito nel 1612 dai religiosi appartenente all’ordine fondato da San Gaetano di Thiene, spicca la grande cupola facilmente visibile da molti punti della città.
Sulla facciata principale è visibile una statua settecentesca di San Giuseppe, ai cui piedi è uno scudo di marmo con il simbolo dei falegnami. L’interno, a croce latina, suddiviso in tre navate scandite da colonne e da cappelle che conservano pregevoli opere d’arte, risulta espressione piena dello stile barocco che in Sicilia ha lasciato cospicue tracce di sè, offrendo un tripudio di marmi pregiati, affreschi e stucchi, che fanno di S. Giuseppe una delle chiese più sfarzose della città. In ciò essa rispecchia il motto dell’ ordine “Sia povera la cella, sobrio il vitto, ma ricca la chiesa”.
Nella navata centrale fanno mostra di sè uno splendido pulpito in legno di noce adornato da statue dorate e i lussureggianti affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans. L’altare maggiore è separato dal pavimento della navata da 5 gradini, è in marmo con pietre dure incastonate e ornamenti in bronzo, materiale di cui sono fatti anche i candelabri e i vasi che lo fiancheggiano, mentre a sovrastarlo è un Crocifisso in avorio, agata e bronzo.
Photos (1, 2, 3, 4) by Allie_Caulfield | CC BY 2.0
Photo by Jose Gonzales | CC BY 2.0
Nella chiesa, oltre la cripta visitabile, raggiungibile tramite uno scalone in marmo, si dice sia presente anche una grande cripta “segreta” intorno alla quale, da tempo immemorabile, si tramanda la leggenda di acque miracolose sgorganti da una falda acquifera presente nel misterioso sotterraneo.
Orari di visita della chiesa
feriali: 9.30 – 12.00 – dalle 16.00- 18.00
festivi: 8.30-13.00 /16.00-18.00
IL LUOGO