La mattina è fredda e luminosa in questo scorcio d’autunno…il verde della macchia e l’azzurro del mare vibrano al vento più cupi del solito mentre l’aria, non più gonfia degli impalpabili opalescenti velami estivi, ha la trasparenza di un cristallo e d’improvviso rivela inattesi paesaggi. Allora lo sguardo corre lontano verso l’orizzonte, alla conquista di un ‘altrove’ che ci restituisca l’idea di un mondo che non finisce a un palmo dal nostro naso, un luogo che – sia pure per un attimo – si faccia astratto scrigno dei nostri sogni più intimi, immaginario rifugio dalle nostre più oscure paure, o mitico riflesso della nostra speranza in un futuro migliore. A Taranto questa mattina l’orizzonte si presentava così…col nitido profilo innevato del Massiccio del Pollino, il sacro monte degli antichi condiviso da Lucania e Calabria, angolo incontaminato di un Sud in cui Degrado e Poesia spesso camminano mano nella mano.
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