di Redazione FdS
Ieri in Calabria ha avuto il suo momento di riscatto il ministro per gli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, che il giorno prima era stata duramente attaccata dal sindaco di Crotone Peppino Vallone infatidito dai dubbi e dalle critiche del ministro in merito ai criteri di gestione a suo avviso seguiti finora nell’area archeologica crotonese di Capo Colonna. Ricordiamo che la polemica fra i due è legata alla vicenda della cementificazione del Foro Romano avvenuta nello stesso luogo per decisione della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Calabria, presieduta da Simonetta Bonomi, e del Comune di Crotone. All’iniziativa del ministro Lanzetta di scrivere una lettera al collega Dario Franceschini invitandolo ad accogliere la richiesta di chiarimento sui lavori avanzata da diversi cittadini, il sindaco Vallone aveva a sua volta risposto con una missiva al premier Matteo Renzi nella quale definiva fra l’altro la Lanzetta persona “inadeguata al ruolo istituzionale che ricopre”.
Il ministro non si è affatto scomposta di fronte al frontale attacco di Vallone ed anzi è scesa in Calabria, regione di cui è originaria, ed è andata a visitare il parco archeologico di Capo Colonna non prima di aver comunicato le proprie idee sulla vicenda attraverso una nota di replica al deputato del Pd Nicodemo Oliverio che le suggeriva prudenza nei giudizi. Ecco cosa si legge nella nota: “Nessuno di noi è perfetto, ma come cittadina e come ministra ho il diritto-dovere, secondo la mia coscienza e le mie convinzioni in fatto di Beni Culturali (per i quali, come ho avuto modo di dire varie volte, io proporrei lo studio della Storia dell’arte fin dalla scuole elementari e in tutte le scuole, comprese quelle tecniche), il diritto-dovere, dicevo, di intervenire per contestare una soluzione cementificatoria che ha tutti i crismi della inadeguatezza”.
“Non abbiamo dubbi – ha aggiunto – che Nicodemo Oliverio si sia attivato per conoscere l’iter dei lavori nell’area archeologica di Capocolonna, rassicurato dalle “garanzie” della soprintendenza; però vorremmo far presente che le “assicurazioni” di vari enti non certificano e garantiscono la Bellezza di un’opera di salvaguardia; a maggior ragione quando si tratta di una colata di cemento che tenderà a modificare, in modo irrevocabile, il “senso dei luoghi”, qualsiasi possano essere le giustificazioni; e di esempi in Italia ne abbiamo, purtroppo, a centinaia. E quindi chiedo: si può intervenire con questa invasività senza dare spiegazioni preventive ai cittadini? Si può pensare che i cittadini possano far finta di nulla di fronte ad un intervento così inadeguato? Senza gli interventi delle associazioni ambientaliste, i Beni culturali italiani sarebbero stati distrutti, soprattutto dal secondo dopoguerra in poi. Vogliamo ricordare, per esempio, che l’Italia si è dotata di un ministero per i Beni culturali solo negli anni 80? Nel mentre ringrazio per i consigli ad essere “prudente”, mi permetto anch’io di consigliare, a chi ricopre un importante ruolo parlamentare, due cose molto semplici: di ascoltare sempre anche quello che hanno da dire i cittadini che contestano una scelta calata dall’alto, perché essi non vanno considerati solo macchine da voto nei periodi elettorali; di intervenire sempre e comunque a difesa dei Beni Culturali, manifestando più “prudenza” nella difesa dei “mercanti nel tempio”.
Concetti che il ministro ha in qualche modo ribadito ieri pomeriggio durante la sua visita al parco archeologico durata oltre un’ora. Ad accompagnarla c’era l’archeologa Margherita Corrado, convinta contestatrice delle scelte di Soprintendenza e Comune, che dal suo canto ha illustrato le principali emergenze e i profili tecnici del sito. Durante la visita era presente anche Procolo Guida del Comitato libero di cittadini crotonesi #SalviamoCapocolonna, il quale ha segnalato al ministro gli obiettivi del sodalizio fondato da un gruppo di cittadini pronti a mobilitarsi per difendere il patrimonio archeologico di Capocolonna in un’ottica di reale valorizzazione del territorio.
Il ministro ha dal canto suo tenuto a sottolineare come un intervento così invasivo operato sul patrimonio archeologico andava preventivamente illustrato alla cittadinanza attraverso “una conferenza stampa istituzionale”. Ha aggiunto inoltre che l’addotta mancanza di alternative rispetto alle scelte tecniche operate “è un’offesa alla competenza degli architetti e ingegneri italiani”. Ha quindi dichiarato che la soluzione migliore sarebbe ora quella di disporre il blocco dei lavori procedendo ad un riadeguamento del progetto.
Ha poi lodato la coscienza civile delle associazioni e dei cittadini crotonesi che hanno voluto costituirsi in comitato per difendere le ragioni del patrimonio culturale dando vita ad un evento del tutto inedito per la Calabria. Guida ha ringraziato il ministro Lanzetta per l’apprezzamento e per il sostegno alla causa manifestato nei giorni scorsi, dopodiché nello stesso pomeriggio di ieri il Comitato, attraverso una delegazione di quattro membri, ha voluto manifestare al Prefetto la propria intenzione di non desistere dal mantenere il presidio di cittadini a Capo Colonna fino a quando non si provvederà a disporre il blocco dei lavori, a riformulare il progetto a ad individuare i responsabili delle scelte oggetto dell’aspra polemica di questi giorni.
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