di Rocco Mazzolari
Con i suoi 192.565 ettari, di cui 88.650 sul versante lucano e 103.915 in quello della Calabria, è il parco naturale più grande d’Italia. Disteso lungo il massiccio montuoso calabro-lucano del Pollino e dell’Orsomarso, l’area protetta si staglia fra le vette del Dolcedorme e di Cozzo del Pellegrino e gli orizzonti marini del Tirreno e dello Jonio. Da cime di oltre 2200 metri si possono cogliere ad ovest le coste tirreniche di Maratea, Belvedere Marittimo e Praia a Mare mentre ad est lo sguardo abbraccia il litorale ionico da Sibari a Metaponto. Qui la Natura, presente con una ricchissima biodiversità, e l’Uomo, con le sue attività, operano da millenni fianco a fianco in un connubio che nel 1993 si è deciso di conservare e tutelare sotto l’emblema del pino loricato, meraviglioso relitto botanico dell’età glaciale. Tutto questo, a partire dallo scorso 17 novembre, è stato posto sotto la tutela dell’UNESCO che ha riconosciuto la Rete Globale dei Geoparchi quale suo Progetto prioritario. Infatti i 195 Stati membri della celebre organizzazione internazionale, nell’ambito della 38° Sessione Plenaria della Conferenza Generale tenutasi a Parigi, hanno assegnato a 120 parchi il riconoscimento di Unesco Global Geopark creando una nuova apposita sezione dedicata ai geoparchi. Fra questi è presente anche il Parco Nazionale del Pollino il cui territorio è quindi entrato a far parte del Patrimonio tutelato dall’UNESCO. L’ingresso nell’UNESCO Global Geoparks contribuirà ad aumentare la consapevolezza della Geodiversità e la promozione delle migliori pratiche di protezione, istruzione e turismo. La Rete Globale dei Geoparchi (Global Geoparks Network: GGN), già istituita nel 2004 in occasione della prima Conferenza Internazionale sui Geoparks, tenutasi in Cina – sulla base di un programma UNESCO varato nel 1998 – e gestita attraverso la Divisione di Scienze della Terra, ricerca infatti da sempre la promozione e conservazione dell’eredità geologica del pianeta ed incoraggia lo sviluppo sostenibile delle comunità interessate [segue dopo l’immagine].
“Tale straordinario risultato – ha commentato il presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra – rappresenta oltre che motivo di orgoglio per il nostro territorio, anche un fondamentale impulso alla corretta gestione, tutela e valorizzazione della Geodiversità e del sistema ambientale-culturale del Parco del Pollino, in quanto Patrimonio UNESCO. Devo esprimere un sentito ringraziamento – ha aggiunto il Presidente – a chi ci ha accolto nella famiglia mondiale e in particolare ai coordinatori globale Nicholas Zoros e nazionale Aniello Aloia, dirigente del Parco Nazionale del Cilento; al Direttore dell’Ente e ai funzionari Luigi Bloise, Egidio Calabrese e Carmelo Pizzuti per il prestigioso lavoro svolto.”
Insieme con i siti del Patrimonio Mondiale (World Heritage List) e le Riserve della Biosfera (fra le quali, lo ricordiamo, è compreso il Parco Nazionale della Sila, in Calabria), UNESCO Global Geoparks forma una gamma completa di strumenti di sviluppo sostenibile e dà un prezioso contributo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, combinando le prospettive globali e locali.
Intanto – anticipa Pappaterra – “il Pollino ha già espresso al Presidente della Commissione Nazionale UNESCO la volontà di organizzare nel 2016 il Forum Nazionale dei Geoparchi al quale è stata invitata l’ambasciatrice italiana dell’UNESCO dott.ssa Vincenza Lomonaco”.
Finalmente una ottima notizia made in Calabria