Il Pathirion di Rossano ritrova il suo ”perduto” fonte battesimale: inaugurata la copia realizzata dal M° Antoniotti

La conca marmorea del Patorion: al centro la copia del M° Gaetano Antoniotti; a destra l’originale esposto al MET di New York

di Redazione FdS

Un’abbazia di origine normanna fondata alla fine dell’XI secolo tra i boschi calabresi della Sila Greca, oggi nel territorio di Corigliano Rossano: è il suggestivo scenario in cui ieri ha avuto luogo il simbolico, ma anche concreto, ”recupero” di un pezzo di storia dello straordinario complesso architettonico e artistico noto col nome di Abbazia di Santa Maria del Pàtire o, più semplicemente Pathirion. Ci riferiamo alla inaugurazione della copia, in pietra bianca di Ostuni, del fonte battesimale marmoreo voluto dall’abate Luca, successore del fondatore del Pathirion Bartolomeo di Simeri, e realizzato nel 1137 dal maestro scultore Gandolfo; un’opera che – come vi abbiamo già raccontato nel 2015 – dopo quasi settecento anni, per ragioni ancora oggi ignote, nel XIX secolo lasciò la chiesa abbaziale – passata ai baroni Compagna di Corigliano Calabro dopo la soppressione degli ordini monastici – finendo al Metropolitan Museum di New York nelle sale dedicate al banchiere J.P. Morgan dov’è allestita quella parte della ricca collezione che il figlio Jack donò nel 1917 al museo americano. L’iniziativa di ricollocare, sia pure in copia, il fonte nella sua sede naturale, ha voluto essere un atto di riappropriazione identitaria di un oggetto simbolo della sacralità del luogo e della cultura espressa dall’antica e gloriosa città di Rossano, nonché uno stimolo per le istituzioni affinché si attivino per tentare il recupero dell’originale.
 

Absidi della Chiesa di S. Maria del Patir, XI-XII sec., Corigliano Rossano – Ph. © Gianni Termine

L’operazione è nata dall’idea di un gruppo di benemeriti cittadini che, riuniti nell’associazione RossanoRecupera, si sono attivati per restituire al Pathirion il suo sacro fonte. Una sfida che ieri ha dato il suo primo frutto: “l’idea di far riprodurre il Fonte Battesimale del Patire nacque nel 2017 – racconta Martino A. Rizzo, uno dei fondatori della associazione – quando a Firenze vedemmo esposta la copia dell’Arco trionfale di Palmira distrutto in Siria dai guerriglieri dell’Isis. Venimmo a sapere che era stata realizzata da un’azienda di Carrara specializzata nell’applicazione delle nuove tecnologie alla lavorazione del marmo, ma i costi che ci furono prospettati erano per noi improponibili, né gli enti pubblici e le aziende private interpellati si dimostrarono a favore di una partecipazione alla spesa”.  Ma come, talora accade, le difficoltà aguzzano l’ingegno: “Nel frattempo – aggiunge Rizzo –  il 3 gennaio 2019 insieme a Tonino Caracciolo e Pino Diaco e altri dieci amici costituimmo l’Associazione RossanoRecupera e Pino e Tonino, ai quali avevo parlato di questo mio pallino, sposarono subito l’idea rassicurandomi continuamente che prima o poi avremmo realizzato tale progetto e a tal proposito contattarono Gaetano Antoniotti, erede di una celebre famiglia di “marmisti” rossanesi, che si disse disponibile a fare una copia del fonte a un costo per noi accessibile.”

Questa in breve la storia della realizzazione di un’opera che ha il pregio di una lavorazione interamente manuale affidata all’erede (di quarta generazione) degli artigiani del marmo, i Pistola, giunti a Rossano da Napoli, agli inizi del ‘900, per la lavorazione dei marmi da impiegarsi nel restauro della Cattedrale: “si tratta  – spiega Rizzo – di una copia artigianale fatta con scalpello, martello e la bravura di Gaetano Antoniotti. Non una riproduzione tecnologica con la quale i due manufatti, l’originale e il contemporaneo, grazie all’uso di tecniche automatizzate, sarebbero stati completamente identici, anche nei minimi particolari. Poco importa che ci possano essere due o tre centimetri in più o in meno, o una foglia più grande o più piccola rispetto all’originale. Resta comunque il grande valore di testimonianza che questa copia rappresenta. Testimonianza che al Patire c’erano opere d’arte di cui una oggi si trova in uno dei più importanti musei del mondo; una testimonianza per i nostri concittadini, di cui tanti nemmeno sapevano dell’esistenza della Conca”.
 

Il volume sul Fonte battesimale curato da Margherita Corrado

All’inaugurazione del Fonte riprodotto da Antoniotti, oltre ai membri della’associazione RossanoRecupera e ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, era ieri presente l’archeologa Margherita Corrado, membro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria ed ex senatriceche per l’occasione ha curato un volume dedicato al Pathirion e alla sua conca marmorea. Il breve saggio, intitolato “Rossano, S. Maria del Patir. Fonte battesimale di età normanna(Editore Scienze e Lettere), contiene testi della storica dell’arte Maria Francesca Greco, del giornalista Enzo Garofalo e della stessa Margherita Corrado, testi attraverso i quali viene ripercorsa la vicenda storico-artistica del Fonte marmoreo nel suo contesto originario, con un focus sulle possibili implicazioni giuridiche di un espatrio molto probabilmente illegale e su quella che può considerarsi la prima raffigurazione visiva dell’opera, ossia un accuratissimo disegno del 1812 ritrovato pochi anni fa nella Biblioteca Nazionale di Francia. La pubblicazione di questo volumetto – richiedibile contattando l’editore è stata un modo per fare il punto su una questione che potrebbe riservare importanti sviluppi futuri: l’associazione RossanoRecupera auspica infatti che, attraverso la diplomazia culturale, si possa instaurare con il MET di New York una mediazione al fine di ottenere, prima o poi, l’originale; dello stesso avviso si è detto il senatore Ernesto Rapani, promotore di una visita dell’attuale Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel territorio della Sibaritide con tappa presso l’Abbazia del Pathirion.

A tal proposito Margherita Corrado ha tenuto a puntualizzare come sia opportuno far precedere questo tentativo da un accurato lavoro di ricerca sulle fonti, a partire da un’attenta consultazione dell’archivio della famiglia Compagna, “perché un bene artistico del genere per poter lasciare il Paese avrebbe richiesto una licenza di esportazione da parte di una commissione di valutazione ad hoc”; ha quindi ribadito il ruolo della diplomazia culturale “perché se la conca battesimale è uscita per vie illegali, sarà premura del Metropolitan Museum di New York, in virtù della buona reputazione di cui gode, restituirla alla comunità di Corigliano-Rossano”, così come il peso fondamentale della pressione esercitata dalla comunità locale: “Dipende da noi. Ciascuno deve darsi da fare per far arrivare il messaggio alle orecchie delle autorità statali che si occupano della materia”. Per parte sua il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, nel ringraziare RossanoRecupera per l’iniziativa, ha espresso la massima disponibilità dell’amministrazione nel supportare le predette attività “affinché si riesca a fare luce sul trasferimento del fonte battesimale, che sia stato legale o illegale”.

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