di Redazione FdS
Nei suoi ottocentottanta metri quadri di estensione, sei metri e mezzo di altezza e 110 personaggi, il presepe del maestro Franco Artese, lucano di Grassano (Matera), rispecchia alla perfezione quel binomio di arte e fede di cui la basilica fiorentina di Santo Spirito, in cui rimarrà esposto fino al 4 febbraio 2018, è una delle incarnazioni rinascimentali. “L’Infinito diventa uno di noi” è il suggestivo titolo dato alla mostra di quest’opera straordinaria che dallo scorso 7 dicembre – giorno in cui ha anche ricevuto la benedizione del cardinale arcivescovo Giuseppe Betori – sta ammaliando il pubblico toscano, rinnovando il successo che il maestro presepista Artese raccoglie da anni in tutto il mondo. Un successo conquistato grazie ai presepi monumentali che, in collaborazione con APT Basilicata, ha allestito nelle più importanti città europee, negli Stati Uniti, a Betlemme con l’UNESCO, in Piazza San Pietro a Roma, quale omaggio a S.S. Benedetto XVI in occasione del Natale 2012, nella diocesi di Goyana in Brasile, a Turku, in Finlandia, nel 2013, e a New York nel 2015 quando un suo presepe di ambientazione materana è stato ospitato nella Cattedrale di Saint Patrick, la monumentale chiesa di Manhattan che sorge davanti al Rockefeller Center.
Il presepe Artese in mostra a Firenze, costruito in polistirene, pietra, legno e ferro, è composto da un insieme di quadri, nei quali prendono corpo vari momenti della vita quotidiana, riti e tradizioni della civiltà rurale lucana fra cui il Maggio di Accettura, una processione di fedeli che portano sul capo i “cinti” (architetture votive composte di ceri), il culto della Madonna della Bruna. Oltre al paesaggio di vari borghi della Basilicata, fa da sfondo quello unico dei Sassi di Matera, definiti dall’UNESCO “una delle strutture urbane organizzate più incredibili mai create al mondo, un capolavoro assoluto dell’ingegno e della capacità di adattamento di un’umanità impegnata a sopravvivere alle difficoltà ambientali”; uno scenario che risulta impreziosito dall’opera di monaci italo greci e benedettini che tra il VI e il IX secolo d. C., hanno scelto di vivere in questo contesto trasformando i luoghi in spazi ricchi di sacralità, con oltre 150 tra chiese, monasteri e santuari: un eccezionale patrimonio paragonabile, per dimensione, qualità e valore, a quello delle chiese rupestri di Cappadocia.
I presepi monumentali della Basilicata sono diventati ormai una tradizione natalizia itinerante che sta per compiere i dieci anni di vita. Sono opere capaci di raccontare, insieme al mistero della Nascita, la storia, la cultura e il paesaggio di una Terra ricca di naturale spiritualità, millenario crocevia di popoli e tradizioni, che oggi si offre ai visitatori per sorprenderli in un viaggio senza tempo fra chiese rupestri, abbazie, santuari, cattedrali, borghi, in cui rivive la storia dell’umanità intera. Un paesaggio caratterizzato da vicoli e scale, grotte e palazzotti signorili, archi e ballatoi, orti e terrazze, da cui sbucano, improvvisi, i caratteristici comignoli o i campanili delle chiese ipogee impreziosite da affreschi simboleggianti un’arte che lega l’uomo a Dio. Le case scavate nel tufo e incastrate tra loro, evocazione di un sapere artigiano tramandato di padre in figlio, appaiono come merletti che l’Uomo e Madre Natura si sono divertiti a tessere. Ovunque è un brulicare di vita, un racconto diffuso di quella cultura del vicinato, fatta di solidarietà e condivisione tra famiglie in quel labirinto umano ed urbano, nel quale si è ramificato un sistema di vita millenario, che sono i Sassi di Matera, patrimonio Unesco dal 1993, paese-presepe come lo definì Giovanni Pascoli. Fra le altre, spiccano figure di bambini e giovani in momenti di gioco, mentre danzano al ritmo della tarantella lucana, riuniti intorno ad una figura materna o diretti verso la grotta per portare un dono a Gesù Bambino. All’interno dell’affascinante universo lucano, Artese ha però voluto inserire anche un omaggio a Firenze e alla sua storia: a poca distanza dalla grotta della Natività, vediamo infatti un giovane e barbuto Michelangelo nell’atto di scolpire un Crocifisso, lo stesso che il celebre artista donò agli Agostiniani e che oggi è visibile nella sacrestia della Basilica.
“La Basilicata intera rivive nel Presepe di Francesco Artese – ha sottolineato Mariano Schiavone, Direttore APT Basilicata – nei volti e nei gesti delle donne, degli uomini e dei bambini che animano la scena che precede la grotta della Natività. Un momento di vita senza tempo, che sospende lo sguardo e il cuore tra realtà e immaginazione. Le manifestazioni lucane di Firenze testimoniano una serie di tradizioni molto sentite nel Sud del nostro Paese, tradizioni e sentimenti che ancora esistono, amati e praticati da tanta fascia della popolazione. Non v’è dubbio – ha aggiunto – che la storia divulgata con tale forza narrativa ed evocativa rappresenti un cardine del turismo culturale, viatico formidabile di conoscenza al quale la Basilicata si affida con convinzione da tempo, stringendo accordi di collaborazione con città e regioni, iniziative rafforzate in vista del 2019, anno in cui sarà Matera la Capitale europea della Cultura chiamata a rappresentare l’Italia intera”.
Dal punto di vista della realizzazione, il presepe di Artese è il risultato di un lavoro di squadra che, accanto all’opera del maestro presepiaio, vede quella di altre figure che si occupano di vari dettagli: nel presepe esposto a Firenze i 110 personaggi sono stati realizzati interamente in terracotta dal Maestro Vincenzo Velardita, dipinti da Rosa Ambrico e rivestiti dalle sorelle Nadia e Daniela Balestieri e Maria Priore, che hanno riprodotto i costumi tipici della tradizione lucana sotto la supervisione di Artese.
“Con grande gioia la Basilica di Santo Spirito di Firenze, dove dal 1250 è presente la comunità agostiniana – ha commentato il priore del Convento di Santo Spirito, l’agostiniano Padre Giuseppe Pagano O.S.A. – è felice di ospitare il presepe della Basilicata, come segno di comunione tra le diverse culture religiose e civili d’Italia. La Basilica brunelleschiana ha gli spazi giusti per ospitare un presepe sì grande e anche l’armonia giusta che si accosta molto con la bellezza del presepe. La povertà di Gesù Bambino entra all’interno di una architettura maestosa ma che nello stesso tempo esprime l’essenzialità che aiuta a cogliere tutti i particolari e sicuramente la “natività” aiuterà ancora di più ad aprirsi verso quell’infinito che genera luce, amore e pace”.
“Per la città di Firenze l’evento è un’occasione ulteriore per dimostrare quanto sia importante il valore dell’accoglienza e dell’integrazione“, ha detto Nicola Armentano, consigliere comunale di origine lucana nonché membro dell’Associazione Culturale Lucana-Firenze che con l’APT Basilicata ha promosso la mostra del presepe Artese e una serie di ulteriori appuntamenti con la cultura lucana. “Da un lato Firenze con la sua vetrina sul mondo – ha aggiunto Luigi D’Angelo, presidente dell’Associazione – dall’altro la Basilicata con i suoi personaggi, le sue storie e i suoi valori culturali: è da ormai quasi cinquant’anni che l’Associazione culturale lucana di Firenze lavora con successo sul territorio toscano, facendo del legame con la propria terra d’origine la stella polare del proprio agire…il presepe monumentale del maestro lucano Francesco Artese con la rappresentazione di un mondo legato ai valori essenziali della famiglia, del lavoro, della solidarietà sarà la prima di una lunga serie di iniziative mirate alla promozione e alla conoscenza di un popolo straordinario come quello lucano”.
ALTRI EVENTI LUCANI A FIRENZE
Oltre al Presepe Artese, sulla facciata della Basilica di Santo Spirito sarà proiettato dal 7 dicembre al 6 gennaio 2018 “Dimora Luminosa” il Video Mapping della Basilicata, mentre presso il chiostro dell’annesso convento si svolge la mostra degli acquerelli di Fabrice Moireau intitolata “Viaggio in Basilicata”.
Dal 16 dicembre al 24 marzo 2018 nella Basilica di Santa Croce si tiene la mostra “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento”. L’esposizione è stata affidata dal direttore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata Francesco Canestrini alla cura scientifica di Elisa Acanfora, docente di Storia dell’Arte Moderna dell’Università della Basilicata . Il progetto è promosso e sostenuto dall’APT Regione Basilicata, realizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e patrocinato dal Comune di Firenze-Ufficio UNESCO e dall’Opera di Santa Croce di Firenze. “La mostra – spiega la prof.ssa Acanfora – presenta 16 magnifiche sculture lignee, legate al tema della Madonna e della Natività rappresentato da varie Madonne con il Bambino e da un gruppo con la Sacra Famiglia, cui viene affiancato un busto di San Giuseppe con il Bambino, un soggetto che spesso si accompagna a quello della ‘maternità divina’. È, dunque, la prima rassegna a presentare con ampiezza cronologica, se pur con una scelta mirata, il vasto e prezioso patrimonio lucano nel campo della statuaria lignea policroma. Le opere provengono da varie diocesi della Basilicata, regione dove il culto mariano è ancora oggi molto sentito. A grandezza naturale, o comunque di grandi dimensioni, alcune di queste opere sono inedite e costituiscono dunque una scoperta anche per gli specialisti. Tutte, comunque, non sono mai uscite fuori dai confini regionali ed è questa l’occasione per mostrarle al grande pubblico.” Restaurate da poco dalla Soprintendenza della Basilicata, “sono opere uscite sia da atelier locali sia dalle botteghe dei più importanti scultori meridionali attivi in varie zone del Regno di Napoli e che operarono anche per Basilicata, come ad esempio Giovanni da Nola”.
I colori della Basilicata apriranno il nuovo anno a Firenze anche con l’appuntamento del 5 gennaio 2018 quando il Maestro Ciro Gerardo Petraroli, in arte Yeros, presenterà uno spettacolo in grado di suscitare emozioni intense e suggestive grazie alla proposta di un modo nuovo di pensare, ascoltare e fare musica. Il maestro nella sua musica unisce allo stile compositivo classico suoni etnici, ritmi e sonorità elettroniche. Il progetto prende vita dall’ispirazione suscitata nell’autore dalla sua terra, dalla sua città Matera. Il concerto-spettacolo proporrà musica non solo da ascoltare, ma anche da vedere, sentire, percepire, in un’unione di sensi e suoni che non mancherà di suscitare negli ascoltatori stupore, curiosità, mistero e riflessione.
Sabato 6 gennaio 2018, alle 12.00 un corteo organizzato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con in testa i Re magi farà sosta al presepe monumentale allestito a Santo Spirito mentre sempre nella Basilica di Santo Spirito ma in serata, alle 19.00, andrà in scena lo spettacolo LUCeANIA, suoni canti e parole dalla terra di Matera, un’alternanza di musica popolare, eseguita da Ambrogio Sparagna accompagnato da alcuni musicisti della sua prestigiosa Orchestra di musica popolare dell’Auditorium di Roma, e letture di brani a cura del poeta Davide Rondoni, direttore artistico e curatore dell’intero spettacolo. Ospiti di pregio della serata la nota attrice di cinema e teatro Iaia Forte e la maggiore interprete di canto popolare toscano, Giuditta Scorcelletti. Un testo inedito scritto appositamente da Davide Rondoni (Luceania) introdurrà e concluderà, fornendo la chiave interpretativa dello spettacolo. I brani musicali e i testi selezionati da Davide Rondoni metteranno in luce valori e caratteristiche della Lucania / Luceania, e in parte, vista la ricorrenza del 6 gennaio nonché la presenza del Presepe Monumentale dei Sassi di Matera, richiameranno la tradizione natalizia. Infine il 3 febbraio 2018 nell’Istituto degli Innocenti, Salone delle Compagnie, si terrà il Concerto spettacolo “ORAZIO IN JAZZ. Dal Carpe Diem alle Satire”, viaggio in versi e musica nell’opera ironica e moderna del lucano Quinto Orazio Flacco con un noto attore del cinema italiano.