“Tu non conosci il Sud, le case di calce
da cui uscivamo al sole come numeri
dalla faccia di un dado”
Vittorio Bodini, da La luna dei Borboni, 1952 (ed. Besa, Nardò 2006 – cur. A. Mangione – 10 euro)
Il sud di Vittorio Bodini è un sud in cui la memoria ha voci antiche ma ancora vive. E basta poco per raccontarlo in una sola immagine, come quella racchiusa in questi versi.
La luna dei Borboni (1952) è il primo libro poetico di Vittorio Bodini, per la prima volta integralmente ripubblicato e commentato nella edizione uscita per i tipi di Besa. Ed è un fatto nuovo nella poesia del secondo dopoguerra, per il quale egli va oltre una sua pur generativa esperienza ermetica e un diffuso neorealismo, tendenzialmente convenzionali e storicamente inerti. Il Sud è la realtà primaria e inedita di questo libro, la riscoperta di un tempo fuori del tempo: preistoria immanente nella storia e autobiografia mai rassegnata alle proprie origini. Qui sono in gran parte prefigurate le altre sue maggiori prove poetiche.
Vittorio Bodini (Bari, 6 gennaio 1914 – Roma, 19 dicembre 1970), figlio di genitori salentini è stato un poeta e uno dei maggiori interpreti e traduttori italiani della letteratura spagnola (Federico García Lorca, Miguel de Cervantes, Rafael Alberti, Francisco de Quevedo).