di Kasia Burney Gargiulo
Sono uno dei grandi “pomi della discordia” nel dibattito fra sostenitori delle energie rinnovabili e difensori dell’integrità del paesaggio; un confronto diventato ancor più acceso in un settore talora rivelatosi permeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata o di più semplici speculatori senza scrupoli ai quali più che l’energia pulita interessa il proprio conto in banca. Sono le pale eoliche, che dall’alto delle loro torri metalliche svettano ormai sulle alture di molte zone d’Italia sfruttando la forza del vento per produrre energia elettrica. Un risultato che un giovane pugliese della provincia di Lecce è da circa due anni riuscito ad ottenere da dispositivi molto meno ingombranti e soprattutto ad impatto zero sul paesaggio naturale. Stiamo parlando di Gianluigi Parrotto, ventenne di Casarano (Lecce), ”padre” delle mini-turbine eoliche domestiche, la cui storia ha già fatto il giro del mondo.
L’idea di fondo è dotare ciascuna abitazione di un autonomo impianto di produzione di energia eolica, nel quale l’elemento dinamico (una mini-turbina) diventi un accessorio dell’abitazione come la canna fumaria o l’antenna TV. Il sogno di Gianluigi è infatti che queste mini-turbine si diffondano come una sorta di elettrodomestico d’uso comune quale la lavatrice o il televisore. L’impianto, dotato di un’altezza di circa tre metri e di una base che occupa sette metri quadrati, sviluppa una potenza base pari a 5 kw.
Studi superiori ma non universitari e senza alcuna azienda di famiglia che lo sostenesse nel suo progetto, Gianluigi ha deciso di fondare la società GpRenewable, iscrivendola nel settore delle energie rinnovabili e dotandola di un capitale sociale minimo di 5 mila euro. Il denaro per andare dal notaio a costituire la società lo ha ottenuto con un fido bancario grazie alla busta paga del padre che al momento faceva l’autista di un imprenditore del fotovoltaico ma da mesi non riceveva più lo stipendio, rimanendo ad un certo punto del tutto senza lavoro. Gianluigi lo coinvolge così in questa nuova avventura imprenditoriale alla quale suo padre avrebbe partecipato con una quota del 10%.
Il sostegno determinante per avviare l’attività gli è arrivato però da un imprenditore bresciano, operante nel campo del fotovoltaico e conosciuto l’anno prima durante un viaggio aereo. Costui, convinto da Gianluigi a diversificare la sua attività, ha deciso di partecipare al business della vendita delle mini-turbine eoliche, mettendo a disposizione della neonata società i macchinari ed un centro di produzione del valore di 700 mila euro circa, nel quale prima si creavano appunto impianti fotovoltaici. L’attività produttiva è stata così inizialmente divisa fra Brescia – patria delle turbine utilizzate – e Casarano dove si preparano le installazioni. Insomma un prodotto interamente Made in Italy.
I primi prototipi risalgono al 2012: muovendo da essi Parrotto ha presentato richiesta di brevetto per una mini turbina con una distanza fra albero e vele che le permette di partire anche con pochissimo vento ed arrivare ad un picco di potenza di 6 kilowatt con appena 130 rotazioni al minuto. A proposito dell’aspetto tecnologico delle sue mini-turbine Gianluigi ha tenuto più volte a precisare che il sistema mini-eolico Savonius sul quale si è basato, è vecchio di 90 anni, per cui sostiene di non aver inventato nulla di nuovo. La grande differenza però rispetto al passato – spiega – è data dal fatto che prima esistevano generatori che raggiungevano la potenza di picco a oltre 4 mila rotazioni per minuto, mentre i suoi dispositivi oggi lo fanno già a 135: “anche le auto sono una vecchia invenzione – osserva – eppure oggi si producono modelli sempre più veloci in tutto il mondo”.
Nel marzo 2013 ha fondato la GP Renewable, utilizzando le proprie iniziali, e già a dicembre il primo impianto è pronto per essere installato in Puglia. Un nuovo incontro fortuito in aereo, questa volta con il direttore generale di una grande banca che s’innamora del suo progetto, permette al giovane startupper di ottenere altri finanziamenti utili per andare avanti in un’impresa che ad oggi non ha percepito un centesimo di denaro pubblico.
Il mini-impianto eolico, costituito da un palo di sostegno in acciaio, una turbina e una base di strumentazioni elettroniche, costa intorno ai 16 mila euro, ma con la previsione di un incentivo ventennale per la vendita e l’immissione in rete dell’energia prodotta. Appositi studi di fattibilità della stessa azienda produttrice evidenzierebbero che il denaro speso dall’utente acquistando una mini-turbina è ammortizzabile in circa sei anni attraverso la vendita al gestore di parte dell’energia prodotta, e con prospettive interessanti di guadagno per il prosieguo, proprio come accaduto ad una famiglia campana di Avellino, che – racconta Parrotto – è riuscita a produrre circa 11 mila kwh in un anno, consumandone solo 4 mila.
Il 2015 è l’anno in cui l’azienda punta a concentrare tutta la produzione al Sud, tra Casarano, Lecce e Brindisi, dopo essere riuscita a piazzare nei 12 mesi precedenti oltre 80 turbine fra regioni del Mezzogiorno come Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, e regioni del Centro-Nord come Lazio e Liguria; un periodo chiusosi con un fatturato di 1,5 milioni di euro e il lavoro di ben 37 dipendenti tra muratori, ingegneri, elettricisti e neolaureati. A questi dati se ne è aggiunto però uno nuovo comunicato lo scorso gennaio: l’acquisto da parte di un gruppo di investitori americani, per 5.5 milioni di dollari, della quota di maggioranza della GP Renewable che è stata quindi inglobata all’interno di una nuova società la Air Group Italy S.p.a. con sede a Casarano (la holding principale rimane in Svizzera, a Lugano), che ha assorbito tutte e le figure professionali già operative nella startup salentina ed avrà Gianluigi Parrotto come presidente del CdA. Intanto è già pronto per il mercato un nuovo e più performante modello di turbina eolica intitolato alla nuova società.
Il nuovo ambizioso obiettivo è ora sbarcare sul mercato americano e arabo, mantenendo la produzione totalmente made in Salento, dopo l’interruzione dei rapporti con gli impianti bresciani. Ma i progetti di Gianluigi non finiscono qui: oltre a consentire a chi lo voglia di partecipare al capitale della nuova società con una quota di ingresso di 10 mila euro, il giovane imprenditore ha promosso la nascita a Casarano di un incubatore d’impresa, con sede in un complesso di capannoni da 700 mq rilevato e concesso in comodato d’uso gratuito ad aziende innovative del territorio. Convinto più che mai di voler creare nella sua terra occasioni di lavoro per altre persone, ha deciso di reimpiegare parte di quanto ricavato finora per rilevare strutture abbandonate e costituire un polo dell’innovazione nel Salento, con la Air Group nel ruolo di finanziatore dei progetti più innovativi.
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