di Redazione FdS
Giovedì 28 maggio, alle ore 21.00, a Napoli, nel chiostro monumentale del Conservatorio San Pietro a Majella, sarà offerta al pubblico la nuova produzione artistica e didattica in forma antologica della prima opera buffa napoletana giunta in partitura completa: Li Zite ‘n galera, con musica del compositore Leonardo Vinci e testo di Bernardo Saddumene. Ingresso libero.
In linea con la sua politica di valorizzazione del patrimonio musicale custodito dalla storica Biblioteca del Conservatorio di Napoli, il Direttore M° Elsa Evangelista persegue l’obbiettivo di recupero, studio e diffusione del repertorio ordinario e straordinario che una città come Napoli produce da più di quattro secoli. Ha voluto destinare alle professionalità curate nel Master di Musica Antica di II livello del Conservatorio lo studio e l’esecuzione della preziosa partitura napoletana affidandola alla competenza specialistica di Antonio Florio, che da anni si occupa di questo repertorio, parallelamente al lavoro musicologico di Dinko Fabris.
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L’esecuzione di una selezione dai tre atti dell’opera di Vinci si svolgerà all’aperto in forma scenica, nel cortile storico dell’antico complesso del San Pietro a Majella e vedrà, oltre agli allievi -cantanti e strumentisti- del Master di Musica Antica del Conservatorio, la partecipazione straordinaria, nel ruolo comico della vecchia Meneca, di Pino De Vittorio, grande interprete del teatro musicale napoletano, attore e ricercatore sopraffino delle tradizioni del passato.
Per questa produzione, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, Master di Scrittura teatrale diretto dal Prof. Pasquale Sabbatino, l’attore partenopeo Peppe Barra ha tenuto in Università, il 12 maggio passato, una lezione aperta sul teatro napoletano, percorrendo la storia dei testi da Basile a Saddumene. Nel 1979, durante la prima ripresa moderna de Li Zite ‘n galera operata per il Maggio Musicale fiorentino da Roberto De Simone, il ruolo della vecchia Meneca, nell’attuale produzione interpretato da Pino de Vittorio, fu rivestito proprio da Peppe Barra. Giovedì 28 maggio Pino de Vittorio indosserà il costume di Meneca creato in quell’occasione da Odette Nicoletti per Barra, creando una sorta di continuità con questa rappresentazione al San Pietro a Majella in cui i costumi sono stati scelti da Giusy Gustino con il Teatro San Carlo.
MASTERCLASS
In occasione del lavoro realizzato per Li Zite ‘n galera, il Conservatorio di Napoli, attraverso il suo Dipartimento di Musica Antica propone tre Masterclass, aperte anche a studenti esterni: Pino De Vittorio (Gestualità e vocalità barocca) e Adriano Fazio (violoncello barocco), il 26 e 27 maggio; Giorgio Sanvito, il 24 e 25 giugno (contrabasso e violone barocco). Lo stesso Dipartimento di Musica Antica in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Napoli offrirà, venerdì 12 giugno dalle ore 10.00 alle ore 16.30, il workshop La sonata per violino fra l’Italia e la Spagna (1700-1775), tenuto dalla musicologa Ana Lombardia dell’Universidad Complutense di Madrid.
L’AUTORE
Leonardo Vinci (1690-1730), compositore calabrese nativo di Strongoli (Crotone), è stato uno dei più interessanti compositori del Settecento napoletano, colui che ha esportato il teatro musicale napoletano fuori Napoli e, grazie ai grandi successi ottenuti anche Venezia, in tutta Europa, influenzando Händel. Autore prediletto da Metastasio, vide la sua brillante carriera interrotta da una morte prematura. La partitura de Li Zite ‘ngalera è per la storia della musica un caposaldo dell’opera comica napoletana, con una trama divertentissima che ripropone tutti i topoi della commedia dell’arte, condita con grande maestria compositiva. L’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro dei Fiorentini nel 1722.
GLI INTERPRETI
Antonio Florio
Nato a Bari, riceve una formazione classica, diplomandosi in Violoncello, Pianoforte e Composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota. Approfondisce, in seguito, lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca. Dopo aver dato vita, nel 1987, all’ensemble i Turchini, si dedica con pari impegno all’attività concertistica e ad un’intensa ricerca musicologica, esplorando soprattutto il repertorio della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando in quest’ambito capolavori dell’opera assolutamente inediti, curandone infine la proposta per i più prestigiosi teatri europei e italiani. Tra i molti titoli riscoperti da Florio citiamo “La colomba ferita” (1670), “Il schiavo di sua moglie” (1671) e “La Stellidaura vendicante” (1674) di Francesco Provenzale; “Il disperato innocente” di Francesco Boerio (1673); “La finta cameriera” di Gaetano Latilla (1673); “Li Zite’n Galera” di Leonardo Vinci (1722); “Il Pulcinella vendicato” di Giovanni Paisiello (1767); “La Statira” di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); “Motezuma” di Francesco De Majo (1765). Nel 1999 e nel 2000 ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Santiago de Compostela, presentando “La serva padrona” e lo “Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi.
Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e masterclass sulla vocalità barocca e sulla musica da camera per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. È, inoltre, titolare della cattedra di Musica da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli dove svolge un corso universitario sullo stile e il repertorio barocco. Con Dinko Fabris, consulente musicologico dei Turchini fin dalla creazione, dirige lo “Scarlatti LAB” , laboratorio di musica barocca con allievi di Conservatori meridionali a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli.
Tra i suoi impegni più recenti citiamo l’opera di recupero e di revisione dell’opera seria di Leonardo Vinci “La Partenope”, la cui edizione è stata realizzata nel 2004 e sarà proposta in forma scenica quest’anno nel Teatro di Ponferrada e nell’Auditorio di León, in Spagna. Il 2005 ha visto Antonio Florio dedicarsi alla riscoperta e revisione dell’opera “La finta giardiniera” di Pasquale Anfossi, già proposta insieme all’omonimo titolo mozartiano presso la Fondation Royaumont, in forma di concerto e successivamente in forma teatrale, costituendo anche argomento di uno stage internazionale. Quindi, nel 2006, ha diretto i Turchini nell’ambito del prestigioso festival “Anima Mundi” di Pisa, prima di portare in Cina, attraverso quattro tappe, lo spettacolo “Festa Napoletana”. Nello stesso anno, nell’ambito del Festival di musica antica del Mediterraneo Mousiké di Bari, Antonio Florio ha ricevuto il primo “Premio per la diffusione della Musica Mediterranea”. Nel corso della stagione concertistica del 2007 è stato ospite dell’Accademia Chigiana di Siena e del Ravenna Festival, dell’Associazione Scarlatti di Napoli, del Centre Lyrique D’Auvergne di Clermont Ferrand in Francia e del Ravello Festival. Nel 2008 ha diretto al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Mercadante di Napoli l’opera “Alidoro” di Leo, il cui allestimento, racchiuso in un dvd, si è recentemente aggiudicato il prestigioso riconoscimento del “Diapason d’Or” e “Orphèe d’or-Paris-accademie du disque lyrique”. Insieme a quest’ultimo, ad Oviedo in Spagna, gli è stato attribuito il premio “Luis Gracia Iberni” – corrispondente al nostro premio Abbiati – per la “miglior direzione musicale” in occasione della prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti, presentata a San Sebastian nell’agosto del 2007.
Nell’ottobre 2008, insieme con i Turchini, si è aggiudicato inoltre il “Premio Napoli”, nella sezione “Eccellenze Nascoste” della città. Ha partecipato al Festival “MITO” presentando in versione concertistica l’opera “Aci, Galatea e Polifemo” di Haendel nel Teatro dell’Arte di Milano, poi nel giugno 2009 in versione scenica, con la regia di Davide Livermore, al Teatro Regio di Torino. Sempre nel 2009, ha presentato “La Partenope” di Vinci in coproduzione con il teatro di Leon in Spagna Teatro S.Carlo di Napoli, La Maestranza di Sevilla, La Coruna, Santander, Murcia e Premio Oviedo per la miglior produzione teatrale e una lunga tournée in Italia con lo “Stabat Mater“ di Pergolesi. Nel 2010, ha diretto “Orfeo e Euridice” di Fux alla Konzerthaus di Vienna, e in più occasioni l’orchestra barocca “Casa da Musica” di Oporto e l’Orchestra di Galicia-La Coruna.“ Nel 2012 ha diretto alla Konzerthaus di Vienna “Dorimena e Tuberone” di Francesco Conti e “Incoronazione di Poppea” di Monteverdi al teatro Calderon di Valladolid con la regia di E.Sagi. Nel 2015 ha diretto la Passione di Gaetano Veneziano con il Collegio Ghislieri di Pavia e ha effettuato tournée alle Isole Canarie, Spagna, Cremona e Francia, in particolare con il programma Napoli!, solista Pino De Vittorio.
Pino De Vittorio
Pino De Vittorio, attore e cantante nato a Leporano (Taranto), inizia la sua attività artistica dedicandosi al recupero della tradizione pugliese. Con Angelo Savelli fonda la compagnia teatrale-musicale “Pupi e Fresedde” prima di entrare nella compagnia teatrale di Roberto De Simone prendendo parte, spesso fra i ruoli principali, ad alcuni tra i suoi più importanti lavori: Mistero Napolitano, Li Zite ‘ngalera, Opera Buffa del Giovedì Santo, La Gatta Cenerentola, Stabat Mater (con Irene Papas), Requiem in memoria di Pasolini, 99 disgrazie di Pulcinella, Il Drago. Con questi spettacoli gira il mondo: New York, Edimburgo, Buenos Aires, Rio de Janeiro, San Paulo, Berlino, ecc. Debutta al Teatro San Carlo di Napoli con Crispino e la Comare dei fratelli Ricci che si replica alla Fenice di Venezia e agli Champs Elyseés di Parigi. Al Maggio Musicale Fiorentino ha interpretato l’Orfeo di Monteverdi rivisto da Luciano Berio. Per le Settimane Internazionali di Napoli si è esibito nell’Idolo Cinese di Paisiello, in Pulcinella e l’Histoire du Soldat di Strawinski, diretto da Accardo.
Ha tenuto concerti per l’Accademia Chigiana di Siena, per il Settembre Musica a Torino e per San Maurizio a Milano. Si è esibito a Londra alla presenza dei Reali d’Inghilterra nella Dafne di Marco da Gagliano. Con Rinaldo Alessandrini ha cantato il ruolo della nutrice nell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi a Salamanca, all’Opéra Garnier di Parigi e alla Scala di Milano (R. Alesandrini – B. Wilson). È stato fondatore del gruppo “Media Aetas” diretto da De Simone e ha fondato con Antonio Florio l’ensemble barocco della Cappella della Pietà dei Turchini, con il quale ha preso parte a numerosi concerti in tutto il mondo (Francia, Spagna, Giappone, Cina, Colombia, Messico, Argentina, Brasile, Israele) diretto da Antonio Florio come protagonista di opere barocche, tra cui La Colomba Ferita di F. Provenzale, La Finta Cameriera di G. Latilla, il Pulcinella Vendicato di Paisiello, Li Zite ‘Ngalera di L. Vinci (Teatro Piccinni di Bari), Festa Napoletana, Il Disperato Innocente di Boerio, la Partenope di Vinci e l’Ottavia di Domenico Scarlatti. Recentemente ha eseguito dei recital ad Hamburg, Gliwice in Polonia e in Slovenia.
Ha inciso con I Turchini di Florio numerosi dischi per Synphonia, Opus111, Naïve, Eloquentia, Glossa. Gli ultimi lavori discografici sono le Tarantelle del Rimorso con M. Vitale, G. Miracle e L. Massa (Eloquentia), Canto de la Vida (Deutsche Grammophon), Fra’ Diavolo con Accordone e M. Beasley di Guido Morini (Arcana) e L’Adorazione dei Maggi di Cristofaro Caresana, Il Canto della Sirena, Il Tesoro di San Gennaro, tutti con i Turchini di Antonio Florio (Glossa). Il suo ultimo disco, Siciliane, è inciso con il liutista Franco Pavan e l’ensemble Laboratorio ‘600 (Glossa).