di Redazione FdS
Uno spazio immersivo dove la contemporaneità, tra passato e futuro, si racconta attraverso le ultime tecnologie del virtuale: è il Museo Multimediale di Cosenza che il sindaco Mario Occhiuto ha inaugurato lo scorso 3 marzo negli spazi sotterranei di Piazza Bilotti. Prima di vederne meglio i dettagli, va detto che questo nuovo contenitore culturale, di cui è curatore artistico l’architetto Fernando Miglietta, si inserisce nell’operazione di riassetto della vecchia Piazza Luigi Fera, già anodina area di parcheggio a cielo aperto, soppiantata dalla Piazza Bilotti impostasi all’attenzione con i suoi spigoli rialzati che le danno la parvenza di un tappeto volante sul quale cittadini, turisti, opere d’arte (affascinante e monumentale vi campeggia il gruppo dei 12 Filosofi guerrieri dello scultore Giuseppe Gallo) sembrano voler “viaggiare” verso un futuro all’insegna della cultura e dell’innovazione. Situata nel cuore del centro urbano, la piazza è diventata infatti la testa di ponte del MAB il Museo all’Aperto intitolato al mecenate Carlo Bilotti e articolato lungo l’asse dell’adiacente Corso Mazzini trasformato in isola pedonale e spazio espositivo per opere di artisti come Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani, Pietro Consagra, Giacomo Manzù e altri. Il neonato Museo Multimediale va dunque ad aggiungere una nuova tessera al mosaico architettonico e funzionale di una piazza che se a livello strada assolve alla funzione di spazio aggregativo ed espositivo, nel primo livello sottostrada è finalizzata ad ospitare laboratori artistici, spazi museali e alcune aree di parcheggio, destinazione quest’ultima che invece connota integralmente il secondo livello sottostrada occupato da 306 posti auto.
Al Museo si accede da un ingresso posto su uno dei lati della piazza e dopo aver attraversato gli spazi ipogei di un punto ristoro frequentatissimo soprattutto da ragazzi. L’obiettivo di far incontrare passato e futuro, identità territoriale e nuove tecnologie, è stato perseguito innanzitutto sul piano estetico conferendo allo spazio museale l’aspetto di un ‘loft spaziale’: una volta entrati si ha infatti la sensazione di essere finiti a bordo una grande astronave, fra scenografici sensori di allineamento spazio-temporale e una serie di oblò di varie dimensioni attraverso i quali si punta ad aprire lo sguardo del visitatore su nuovi orizzonti di scoperta, a cominciare da quelli – molto vicini, ma finora sfuggenti – di una città come Cosenza che, tutto sommato, attende ancora di svelarsi pienamente dall’alto dei 2400 anni di storia trascorsi dalla sua fondazione bruzia. Tali ‘effetti speciali’ sono ottenuti attraverso appositi proiettori di immagini che uniscono realismo e computer grafica, sfruttando il potenziale suggestivo della realtà virtuale.
Dopo il battesimo istituzionale al quale, oltre al Sindaco, ha partecipato anche Massimo Vernetti, presidente della Bilotti Parking (gruppo Quick Parking) che ha rilevato in toto la gestione della struttura prima affidata a un’Ati, il Museo avvierà le proprie attività il 23 marzo 2018 con la proiezione a ciclo continuo di un film appositamente commissionato a Gianfranco Confessore, docente di Fondamenti di Comunicazione Visiva, Tecniche di PostProduzione Cinematografica, Informatica e Meccanica presso l’Unical. Si tratta di “Nome in codice Sira – Missione Alarico”, scritto, diretto e sceneggiato da Confessore e prodotto dalla “G. C. Comunicazioni Visive”. Il plot – spiega una nota stampa – racconta un viaggio nel cosmo alla ricerca della Menorah e del tesoro di Alarico. Lo spettatore viene catapultato all’interno di una nave stellare e coinvolto in una straordinaria avventura nello spazio nell’anno 102018. I visitatori vengono accolti da Morpheus, un sistema di intelligenza artificiale che governa la nave Enterprise, il cui comandante, Sira, ha il compito di indagare su misteri irrisolti e su luoghi mitici e leggendari.
Sira sfoglia con curiosità un antico libro proveniente dal Pianeta Terra e la sua attenzione viene attratta da una illustrazione che ritrae un candelabro a sette bracci. E’ la Menorah, custodita nel tempio di Gerusalemme eretto da Salomone e lì rimasta fino al 70 d.C., quando l’esercito romano conquista Gerusalemme. Dopo circa 400 anni, Alarico, re dei Goti, entra in Roma e la saccheggia, impadronendosi dei suoi leggendari tesori, dopodiché si dirige col suo esercito verso Sud ma a Cosenza il sovrano inaspettatamente muore, forse di malaria. Si narra che sia stato seppellito, insieme al suo tesoro, nel letto del fiume Busento alla confluenza con il Crati. E’ così che Sira, desiderosa di svelare il mistero, raggiunge la sala comando della nave per far rotta sulla terra, destinazione Cosenza, e ciò che si staglierà per prima nel cielo della città dei Bruzi sarà la grande antenna del Ponte di Calatrava. Sira avverte immediata l’attrazione verso una città che come Roma ha sette colli che la circondano e decide sia il caso di approfondirne la conoscenza. Arrivata alla confluenza dei due fiumi e avvicinatasi alla monumentale statua di Alarico, un solo pensiero si affaccia nella sua mente: “E’ qui che potrebbe essere…”.
“Tutto il racconto – ha spiegato il regista del film Gianfranco Confessore – è completamente supportato da una cospicua bibliografia e da una serie di interviste con importanti personalità della cultura, tra cui il direttore dell’Istituto di Studi Romani, Massimiliano Ghilardi, e il rabbino maggiore della comunità ebraica di Roma, Jacov Shalom Di Segni. Estremamente all’avanguardia la tecnica cinematografica adoperata che mutua dal video mapping al green screen fino al chroma key, con elaborazione digitale delle immagini e generazione di effetti particellari al computer. Nel film sono stati utilizzati giovani attori cosentini, la maggior parte dei quali provenienti dalle Officine Teatrali Telesiane – il laboratorio del Liceo Classico “B. Telesio” diretto da Antonello Lombardo – reduci dal recente successo dell’Orestea: Marisa Casciaro, Sara Gedeone, Alessandro Russo, lo stesso Antonello Lombardo, Rosario Cambrea, Matteo Chirillo, Mariangela Spagnuolo, Naomi Rizzo, Lorenzo Patella, Francesco Garenna e Dalila Nefzi.”
Alla proiezione del film sarà possibile assistere acquistando un biglietto di soli 3 euro. Per i gruppi scolastici sarà possibile effettuare dei tour pianificandoli attraverso un apposito ufficio. Intanto, “fino al 23 marzo, giorno dell’apertura ufficiale al pubblico, il Museo – spiega Renato Nuzzolo, coordinatore gestionale della struttura – è accessibile gratuitamente per assistere al trailer promozionale del film, mentre per tenersi aggiornati sui programmi del Museo è attiva la pagina Facebook Museo Multimediale “Città di Cosenza”.
Nel corso dell’inaugurazione del Museo il sindaco Mario Occhiuto ha voluto ringraziare quanti, dagli operai ai tecnici alle maestranze, hanno lavorato sul cantiere del nuovo spazio culturale: “Vedere questo luogo ultimato e pronto ad accogliere visitatori mi fa provare una sensazione straordinaria. Un sindaco lavora per la propria città, che ama, e per questo crea dei progetti che abbiano un’utilità. Quando ho pensato a questo luogo – ha sottolineato – ho pensato a un luogo della vita, un contenitore dove ad esempio potesse svolgersi la vita dei nostri giovani, uno spazio didattico-educativo. Piazza Bilotti è oggi un contenitore interno ed esterno, del resto la città è fatta dalle persone e le persone sono fatte per stare insieme. È questa l’idea di città che stiamo portando avanti”. Ha quindi precisato che un museo come il Multimediale di Cosenza esiste in pochissime altre città del mondo, come certe zone asiatiche di recente urbanizzazione: “Noi abbiamo un grande passato – ha aggiunto – siamo appassionati alla nostra storia e alle nostre radici, abbiamo grandi tradizioni, ma siamo anche uomini del presente. Se gli antichi non fossero stati degli innovatori, oggi non avremmo questa ricchezza millenaria nel nostro Paese. I musei che nascono oggi sono musei diversi, non più soltanto raccoglitori di opere d’arte”.
“E’ innegabile come il Museo multimediale di Piazza Bilotti– ha aggiunto l’Assessore alla comunicazione, turismo e marketing territoriale, Rosaria Succurro – rappresenti un nuovo importante attrattore turistico-culturale-didattico in grado di aumentare la destination reputation di Cosenza, proiettata a diventare sempre di più città-opera d’arte, dove gli attrattori che risiedono nella nostra storia e nella nostra tradizione identitaria convivono sempre di più con le innovazioni tecnologiche di cui il Museo multimediale diventa l’emblema. Con questo nuovo tassello – ha concluso – la riconoscibilità turistica di Cosenza non potrà che migliorare. I turisti, ma anche le scolaresche del territorio, potranno conoscere la storia della città attraverso un nuovo luogo che la racconta con l’ausilio di immagini avveniristiche”.
Il dirigente alla Cultura del Comune di Cosenza, Giampaolo Calabrese, ha a sua volta evidenziato come questa nuova struttura si integri virtuosamente con i musei tradizionali: “la fruizione di questo museo-non museo, di questo luogo della multimedialità, garantisce una fruizione anche degli altri luoghi e della storia della città. Ciò avviene attraverso la tecnologia che si applica al racconto. Questi spazi non sono infatti in contrapposizione con gli ambienti più conservativi se pensiamo a come le app, i tablet facciano ormai parte delle nostre vite. Siamo passati a un tipo di racconto che dalla pannellistica arriva ai mezzi multimediali. Grazie a spazi di questo genere, oggi riusciamo a indagare e a conoscere con strumenti ulteriori. Qui, ad esempio, potremo vedere in maniera tridimensionale e in modo ancora più approfondito le collezioni presenti nei nostri musei civici e nella Galleria Nazionale. Questo sono convinto incuriosirà ancora di più il pubblico, specialmente i ragazzi, stimolando il confronto diretto con le opere d’arte”.
Il Museo resterà aperto tutti i giorni, dalle 9,00 alle 24,00. Per tutti gli aggiornamenti sui programmi degli eventi si consiglia di seguire la pagina Facebook del Museo Multimediale – Città di Cosenza.
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