di Redazione FdS
C’è un luogo dove tutto profuma di Mediterraneo, dove il grigio scuro delle falesie si fonde con l’azzurro smaltato del cielo e il verde della macchia, che diffonde balsamici effluvi sotto i raggi del sole cocente. Il mare, trasparente come un diamante, fa da specchio a questa tavolozza di colori e ne restituisce allo sguardo sfumature cangianti col passare delle ore. Questo luogo è la piccola baia calabrese costeggiata dalla scogliera di Torrazzo, a Caminia di Stalettì (Catanzaro), là dove s’aprono i due ingressi della Grotta di San Gregorio, che secondo la tradizione agiografica accolse le reliquie di San Gregorio Taumaturgo, vescovo greco vissuto nel III secolo: il suo corpo, gettato in mare nell’VIII secolo, durante l’iconoclastia, sarebbe qui approdato, chiuso in una cassa di piombo miracolosamente sospinta dalle mani degli angeli. E di scorci paradisiaci – visioni di un eden tutto terreno – risplende questo angolo di Calabria jonica sulle cui rive hanno nei millenni posato il piede numerosi popoli, ciascuno dei quali ha lasciato la propria traccia, materiale o immateriale. “L’anima ha bisogno di più spazio del corpo”, scriveva nel 1929 il medico svedese Axel Munthe, celebrando la sua Capri, patria d’elezione, ma di luoghi in cui l’anima è libera di espandersi ce ne sono diversi in Italia, e Caminia è uno di questi [Video di Alfonso Sanso – Si consiglia di regolarne la visione a 1080p HD].
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL LUOGO