La Bellezza secondo Peppino Impastato, immortale voce del Sud

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Uno che dell’essere “contro” fece il vessillo della propria vita pagandone caro il prezzo fu Peppino Impastato, giornalista, attivista e poeta siciliano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali, all’età di soli 30 anni,  fu assassinato cadendo vittima di un attentato il 9 maggio 1978, a Cinisi (Palermo). Di questa figura che ha pochi eguali nella storia del Meridione e del resto d’Italia ci piace ricordare un pensiero sul potere educativo e liberatorio della Bellezza:

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Peppino Impastato – Image sourceLicense

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”

Come ha scritto il giornalista Alessio Di Florio “l’esempio di Peppino, le sue riflessioni, le sue denunce, sono fuoco vivo che deve ardere in noi (…) Queste parole di Peppino devono diventare nostre, infiammarci il cuore, far vibrare le corde più intense della nostra coscienza, poichè indicano una direzione ben precisa. Peppino le pronunciò mentre lottava contro la realizzazione della terza pista dell’aeroporto di Palermo insieme ai contadini ai quali erano stati espropriati i campi. Queste parole sintetizzano la profondità dell’animo di Peppino, l’intensità della sua lotta. La forza della bellezza contro la rassegnazione è una lotta che impegna tutti noi, che si viva in Sicilia o in Campania, piuttosto che nel Lazio, in Lombardia o  in Abruzzo. Perché la bellezza da difendere è anche quella dei nostri lidi, delle nostre coste baciate dal sole e impreziosite delle gemme più splendenti e colorate della natura. E’ la bellezza da difendere dalla speculazione edilizia, dalla deriva petrolifera, da impatti ambientali devastanti. E’ la rassegnazione da combattere davanti al clientelismo dominante (…). La bellezza contro la rassegnazione impone di guardarsi intorno, di non voltarsi dall’altra parte davanti agli scempi e alle devastazioni del nostro territorio, è l’obbligo civile di fare nomi, cognomi, denunciare trame, intrighi, affari, complicità delle clientele, delle cricche e delle mafie (…)”.

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