E’ la Calabria che non avremmo mai voluto vedere rappresentata su uno schermo, ma soprattutto che tanta gente non avrebbe mai voluto ‘vivere’ sulla propria pelle. Certo quello della ‘ndrangheta è il volto minoritario di una regione ricca di tanti aspetti, ma non meno rilevante e devastante nel suo finora irriducibile potere di fagocitare agli occhi dell’opinione pubblica ogni altro aspetto virtuoso di un territorio in cui l’anelito al cambiamento è ogni giorno più forte, soprattutto fra i giovani. Una ragione in più per cercare di comprendere i meccanismi, di ‘scolpire’ la realtà di questo fenomeno criminale, per poi prenderne fino in fondo le distanze. E’ la Calabria di Anime nere, l’ormai pluripremiato film del regista romano Francesco Munzi che, dalla sua comparsa in concorso lo scorso anno alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia sta mietendo un successo dopo l’altro. L’ultimo in ordine di tempo è dato dalle nove statuette conquistate ieri nella categoria Film Italiani ai David di Donatello 2014-2015, prestigioso riconoscimento assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano.
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Il film ha ottenuto il premio alla sceneggiatura che va a Maurizio Braucci, Francesco Munzi e Fabrizio Ruggirello, scomparso lo scorso dicembre ed a cui il regista ha voluto dedicare il riconoscimento; il premio alla fotografia (Vladan Radovic), al montaggio (Cristiano Travaglioli), al miglior fonico di presa diretta (Stefano Campus); quello al miglior produttore andato a Luigi Musini per Cinemaundici e Paolo Del Brocco per Raicinema; quello per la miglior canzone originale andato ad Anime nere, interpretata da Massimo De Lorenzo, con musica e testi di Giuliano Taviani, che ha ricevuto il premio alla miglior colonna sonora.
Girato nella Locride, il film è tratto dal romanzo omonimo di Gioacchino Criaco, edito da Rubbettino editore: è il romanzo d’esordio di un autore, oggi cinquantenne, nativo di Africo (Reggio Calabria) che ha deciso di raccontare il mondo oscuro della ‘ndrangheta; un mondo che, per quanto ormai globalizzato, rimane pur sempre radicato in piccole realtà territoriali ancora viventi di leggi e tradizioni proprie, quasi un universo a parte nel quadro generale di un Paese sempre più indifferente e distante. E’ quel fenomeno di un territorio ‘fuori controll0’ di cui purtroppo il Sud soffre diversi esempi, rappresentazioni di altrettante cocenti sconfitte dello Stato e della società civile. Dal suo particolare osservatorio di un piccolo centro della costa ionica calabrese, Criaco – figlio di pastori, un diploma al liceo scientifico e una laurea in giurisprudenza a Bologna riposta in un cassetto per inseguire un nuovo sogno letterario, quello di tornare a raccontare l’Aspromonte decenni dopo Corrado Alvaro – raccoglie e rilancia le verità di un mondo di cui spesso alla gente comune giungono solo gli echi più eclatanti. Nasce così, nel 2008, Anime Nere, romanzo di grande impatto sociale e culturale concepito dopo anni di sperimentazione. Contattato da regista e produttore, Criaco nel 2012 partecipa alla stesura del soggetto e della sceneggiatura del film Anime nere: un successo di cui ormai film e libro si alimentano vicendevolmente.
Per tornare al film, dopo la nomination per il Leone d’Oro a Venezia, i tre premi al Bif&st – Bari International Film Festival 2015 (miglior film, miglior produttore, miglior montatore), 2 premi (miglior montaggio e miglior sonoro in presa diretta) e una nomination ai Ciak d’Oro 2015, 7 nomination ai nastri d’Argento 2015, 3 nomination al Globo d’Oro, Anime Nere registra dunque un en plein ai David di Donatello con 9 premi e 7 nomination, su un totale di 16 candidature accaparrate lo scorso 11 maggio. Grande soddisfazione per Francesco Munzi che nella sfida all’ultimo David batte Nanni Moretti (Mia madre), Mario Martone (Il giovane favoloso) Saverio Costanzo (Hungry Hearts) ed Ermanno Olmi (Torneranno i prati), straordinario quartetto di rivali.
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