di Enzo Garofalo
I Bronzi di Riace stanno vivendo la loro seconda stagione di celebrità dopo quella che li accolse al momento della loro scoperta nell’azzurro Mar Jonio la bellezza di 41 anni fa. Sembra appena ieri perchè il tempo è volato con la velocità di un battito di ciglia così come si è dileguata in questi numerosi lustri la prima grande occasione di renderli un polo di attrazione di prim’ordine intorno al quale costruire qualcosa di importante. Mi riferisco a un progetto di sviluppo sostenibile della Calabria basato sulla cultura, sull’ambiente e sul turismo che trovasse in essi uno dei suoi assi portanti. Ora si cerca di riparare il danno e le operazioni di recupero saranno tanto più efficaci quanto più ci si accingerà ad agire avendo coscienza dell’entità del terreno perso e delle maggiori difficoltà che risalire la china comporta. Ma poichè siamo ottimisti, siamo convinti che la Calabria possa ingaggiare e portare avanti con successo questa sfida, e può farlo grazie a una rinnovata sensibilità dei cittadini, delusi da una politica finora incapace di costruire un presente e un futuro degni di nota, e grazie soprattutto ai giovani sempre più disponibili a mettersi in gioco in prima persona e sempre più intenzionati a rottamare un sistema che non si è minimamente preso cura di loro.
Può sembrare scelta superficiale partire da un rinnovo di immagine, ma chi si occupa di comunicazione sa che non lo è, a condizione però che a quell’immagine rinnovata corrisponda una realtà che vi si rispecchi, altrimenti l’inganno dura poco e le conseguenze sono peggiori del male che si intendeva riparare. Lo spunto di riflessione è suggerito dalla recente scelta della Regione Calabria di affidare a Mimmo Jodice (nella foto), uno dei grandi maestri italiani della fotografia, la nuova campagna promozionale voluta da Giuseppe Scopelliti presidente dell’ente. Per sua stessa ammissione l’artista napoletano meditava da tempo un rendez-vous con i due capolavori dell’antica statuaria greca, senza dubbio soggetti fortemente stimolanti per un fotografo che del Mediterraneo e delle grandi civiltà passate sulle sue sponde ha fatto uno dei temi portanti della sua arte. Di questo desiderio di Jodice, il governatore Scopelliti e il dirigente del settore turismo della Calabria Pasquale Anastasi, grazie soprattutto all’intuizione della prestigiosa agenzia Pomilio Blumm, hanno deciso di farsi promotori, convinti che le fotografie firmate dal grande artista napoletano possano veicolare l’immagine della Calabria a livello internazionale e ridare nuovo lustro a due capolavori ancora non adeguatamente conosciuti.
Quasi alla soglia degli ottant’anni, Jodice si accinge dunque ad interpretare da par suo due opere dell’antichità la cui immagine – per come è stata malgestita fino ad oggi – risulta paradossalmente ‘consumata’ agli occhi del grande pubblico e per giunta senza che a ciò abbia corrisposto finora alcuna significativa ricaduta in termini di visibilità e di concreta affezione a livello nazionale e internazionale. Il che è un fatto inaccettabile considerato l’alto valore artistico e culturale delle due opere. Questo è potuto accadere perchè si è permesso in modo sconsiderato che le due sculture assurgessero ad icona kitsch e grottesca di una ‘calabresità’ senza spessore. Lo stessa esigenza di scoperta (più che di riscoperta) vale anche per i tanti altri capolavori che popolano le sale del Museo Archeologico di Reggio, per il pubblico un universo ancora tutto da scoprire. Ecco perchè una campagna promozionale di grande impatto, senza effetti speciali ma con una lettura appassionata ed appassionante di un patrimonio invidiabile, unitamente ad una più oculata politica infrastrutturale volta a favorire viabilità e trasporti nell’intera regione, è un elemento di non poco conto per il rilancio di una Calabria ancora tutta da esplorare e da proporre nelle sue tante sfaccettature.
Intanto il primo incontro con i Bronzi, com’era prevedibile, è stato per Jodice foriero di intense emozioni. L’artista si è detto desideroso di contemplarli a lungo in solitudine per iniziare ad elaborare nella mente lo sguardo che di essi vorrà offrire al mondo, in coerenza con la propria sensibilità e scegliendo inquadrature e condizioni di luce che lo incarnino al meglio. Jodice ha espresso l’intenzione di lavorare molto sul dettaglio, in modo da far emergere la loro potenza espressiva alla luce dell’idea che il suo occhio si è già fatta dei due guerrieri. Intenti, quelli di Jodice, che si armonizzano perfettamente con lo speciale feeling che lo lega alla scultura, sulla quale riesce a lavorare da sempre con vigore demiurgico, quasi riplasmando con l’obiettivo le forme già plasmate nella pietra o nel bronzo, ma senza particolari artifici, bensì ricercando nel soggetto da rappresentare una sua particolare sorgente di suggestione, ancora inesplorata.
Nell’incontro con la stampa che Scopelliti ha tenuto insieme a Simonetta Bonomi, Sovrintendente ai Beni Archeologici della Calabria, il governatore, oltre a comunicare l’incarico a Mimmo Jodice, ha anche commentato le prime considerevoli cifre sull’afflusso di pubblico al Nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria (17 mila presenze in 12 giorni) dichiarando che di fronte a “numeri così importanti” la Calabria deve “deve continuare a puntare sui suoi tesori”. Anche la Bonomi si è detta “soddisfatta di un primo risultato importante e significativo che lascia ben sperare per il futuro”.