La Congiura dei Baroni: memoria e contemporaneità in un’opera di Nicholas Tolosa

Nicholas Tolosa, La congiura dei Baroni, acrilico su tela (200x146 cm), 2019 | Fondazione Donnaregina Museo Madre, Napoli

Nicholas Tolosa, La congiura dei Baroni, acrilico su tela (200×146 cm), 2019 | Fondazione Donnaregina Museo Madre, Napoli

di Roberto Sottile*

Passato e presente che si fondono. Storia e memoria che rivivono attraverso una modernità contemporanea, capace di restituirci da una parte il ricordo dell’episodio storico, la Congiura dei Baroni, avvenuto sul finire del XV secolo alla corte del regno di Napoli di Re Ferdinando I d’Aragona, e dell’altra la capacità dell’artista Nicholas Tolosa, di raccontare la storia utilizzando la forza delle immagini e del pensiero artistico, riuscendo a tracciare e segnare nel racconto elementi della nostra quotidianità, del nostro vissuto, senza dimenticare e distrarsi dalla narrazione. Un lavoro complesso costruito attraverso l’utilizzo di elementi storici noti, mescolati e legati in una struttura narrativa di forte impatto emotivo. Tutto è sospeso. Tutto appare attuale. Tutto si compie.

L’utilizzo di una tavolozza cromatica quasi monocolore ci induce nell’inganno narrativo cinematografico di un flashback. Una pittura che emerge sulla tela portandosi dietro l’eleganza di una composizione che mantiene lo spazio e partecipa alla scena “bloccata” nell’attimo prima del compimento dell’esecuzione. L’artista, giocando anche sulle grandi dimensioni dell’opera, 200 x 150 cm, riavvolge la sequenza degli eventi ponendo la scena su un grande palcoscenico, dove nulla è lasciato al caso, tutto è costruito con regole ben precise, come il punto di osservazione frontale che induce a sentirsi immersi nella lettura dell’opera. Una scena che si compone da quattro persone che in realtà diventano cinque grazie alla nostra presenza. Alla presenza di chi osserva.

Nicholas Tolosa, descrive e ci presenta questa storia utilizzando una cronologia di eventi che prendono forma in uno spazio nuovo, capace, in chi osserva, di destare curiosità ma anche pàthos. La storia che l’artista ci narra inizia dalla parte conclusiva della vicenda. Nel 1487 con la scusa di un invito al matrimonio della nipote, il Re riunì presso Castel Nuovo meglio conosciuto come Maschio Angioino, gli ultimi congiurati nella Sala dei Baroni dove li fece catturare e successivamente giustiziare. Da questo episodio prende forma la narrazione artistica che viene collocata in uno spazio fuori dal tempo, ma immerso nella memoria e nella storia della città di Napoli: piazza del Mercato, luogo storico e simbolo della storia di un popolo e della città. Una piazza che Nicholas Tolosa trasfigura, distrugge e ricostruisce in una struttura, una nuova dimensione in uno spazio della “fabula” e della realtà, dell’attesa e della contesa, con l’inserimento del Maschio Angioino sullo sfondo vicino ad altre architetture, concedendosi la licenza artistica di collocare l’atto finale della congiura nella piazza che vide altra storia e altri nomi; la piazza che fu di Masaniello con la sua rivolta, e la piazza della decapitazione di Corradino di Svevia.

Il lavoro di Nicholas racchiude nella sua composizione scenica diversi richiami alla storia della città di Napoli. Una storia che diventa memoria collettiva e identità. L’opera La Congiura dei Baroni, che prende il nome dal noto avvenimento storico, svela un fatto, ma nello stesso tempo custodisce un significato più contemporaneo. È una scena quella che ci racconta l’artista che la nostra società è tristemente abituata a vedere nelle esecuzioni terroristiche dell’Isis. Nella congiura dei Baroni, l’artista riversa quella contemporaneità che ormai appartiene a tutti quanti noi. Si compie così per mezzo dell’arte quel legame tra passato e presente attraverso le immagini e la loro capacità di decontestualizzare tempo, luogo e spazio. Si racconta la storia per trarre un messaggio, per sottolineare una connessione con il nostro presente.

Un lavoro difficile e articolato, per la complessità concettuale che l’artista vuole raccontare; un frammento che la pittura ci restituisce e che viviamo in condivisione non solo con la vittima e il carnefice di cui non ne conosciamo volutamente, per decisione dell’artista, il volto, ma anche con altre due figure, con altre due “storie” che appaiono e calpestano il palcoscenico di cui anche noi facciamo parte. Un soldato con i tipici abiti dell’epoca che osserva con spavento e un uomo di una tribù africana, vestito e segnato sulla pelle secondo le sue tradizioni. Da una parte un passato che abbiamo già scritto e di cui conosciamo il racconto, e dall’altra parte, condividendo il pensiero della ricerca del filosofo napoletano Giambattista Vico, in una sorta di “corsi e ricorsi storici”, un presente che viviamo, di cui però conosciamo stranamente il sapore antico, con cui la nostra società deve fare ancora i conti. Una storia che Nicholas Tolosa ci racconta con tutta la sua poetica, mentre sta per compiersi. Un gesto finale, la cronaca ultima di quel momento dove ancora nulla è compiuto, tutto sta per compiersi in un teatro di storia e di eventi, di vittime, carnefici e spettatori che vivono l’ultimo atto. La congiura dei baroni è la congiura di una società del potere, che vive e scorre su questa grande tela che viene riavvolta e riaperta dalla forza dell’arte e dalla forza della memoria.

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*Critico d’arte e curatore

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Nicholas Tolosa nasce a Eboli (Sa) il 19 Aprile 1981. Matura una profonda esperienza artistica diplomandosi dapprima nel 1999 alla sezione Accademia del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli, anno in cui fonda il gruppo hip hop “4K” insieme al fratello, e poi conseguendo nel 2005 la Laurea di I livello in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007 consegue un Master in Management dei Beni Culturali. Nel 2008 è docente esperto esterno in “scenografia/teatro” per il laboratorio teatrale del progetto PON F-2-FSE-2007-106 c/o Liceo Scientifico Statale “E. Medi”, Battipaglia (Sa). Proseguendo gli studi, nel 2009 consegue l’abilitazione all’insegnamento in “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e un Master in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari. Nel 2010 consegue un Diploma di Perfezionamento in Storia dell’ Arte presso For. Com. in Roma e collabora per il “Napoli Teatro Festival Italia” in qualità di assistente scenotecnico per lo spettacolo “Romeo and Juliet” al teatro Mercadante di Napoli in prima nazionale con la regia di Alexander Zeldin. Nel 2011 consegue la Laurea Specialistica di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Scenografia per il Teatro presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli e partecipa ad Artexpo Arezzo.

Nello stesso anno fonda insieme ad un amico di vecchia data l’ Associazione Culturale “Accademia dei Partenopei”, della quale disegna e realizza anche il logo. Nel 2012 è nominato cultore della materia in Storia dell’ Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2014 vince il primo premio della rassegna artistica “Arte in Vetrina” tenutasi a Salerno presso Palazzo Fruscione e consegue un Diploma di Perfezionamento in Educazione Artistica presso For. Com. in Roma. Durante lo stesso anno espone a Napoli, prima con una personale a Castel dell’ Ovo e poi al museo Madre. Nel 2015 espone prima all’ Art Gallery della Mostra d’ Oltremare e poi al Pan di Napoli per il trentennale della mosrte di Giancarlo Siani. Nel 2016 riceve una menzione speciale al Premio Centro Direzionale per l’ Arte tenutosi a Napoli presso Re.work, consegue l’ abilitazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità presso l’ Università Suor Orsola Benincasa ed espone nuovamente al Pan di Napoli con una personale. Nel 2017 prosegue l’ attività espositiva che lo vede protagonista con tre personali, prima alle Scuderie di Villa Favorita ad Ercolano (Na) e successivamente a Castel di Sangro (Aq) con due differenti mostre presso la Pinacoteca Patiniana e il Museo Civico Aufidenate. Il 2018 lo vede impegnato con una personale al Museo d’ Arte Contemporanea Città di Caserta. Una sua opera è presente nella collezione permanente del Museo Madre di Napoli. Ha partecipato a numerose mostre nell’ ambito nazionale. E’ del 2009 la partecipazione alla Biennale Internazionale di Firenze. Insegna disegno e storia dell’ arte. Vive e lavora tra Eboli e Napoli.

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