Uno dei capolavori dell’olandese Jan Vermeer in mostra a Napoli al Museo di Capodimonte. Il dipinto, prestato dal Metropolitan Museum di New York, è esposto insieme a due preziosi oggetti della stessa epoca
di Kasia Burney Gargiulo
Sulla sua vita, di cui si conosce poco, aleggia il fascino del mistero e il suo nome nell’immaginario collettivo è legato soprattutto a un dipinto, quella Ragazza con l’orecchino di perla (o Ragazza col turbante) del 1665, esposto al museo Mauritshuis dell’Aia, che nel 1999 ha ispirato il romanzo di Tracy Chevalier da cui il regista Peter Webber ha a sua volta tratto nel 2003 l’omonimo film. Lui è il pittore olandese Jan Vermeer nato a Delft nel 1632 e lì morto nel 1675, autore di poco meno di 40 opere, celebre per le sue scene di vita quotidiana borghese con protagoniste soprattutto donne ritratte fra oggetti ricercati e di lusso o intente in semplici azioni quotidiane come versare una bevanda, leggere una lettera o suonare uno strumento musicale. Composizioni che però colpiscono lo sguardo e la fantasia soprattutto per la trasparenza del colore e la sorprendente magia della luce, frutto di una ricerca quasi scientifica, tale da spingere lo storico dell’arte Ernst Gombrich a definire i suoi dipinti “vere nature morte con esseri umani”. Ebbene, uno di questi capolavori, dallo scorso 18 novembre è in mostra a Napoli, alla Galleria Nazionale di Capodimonte: si tratta della tela “Donna con il liuto” che il direttore Sylvain Bellenger, a coronamento del suo primo anno di direzione, ha fatto arrivare, per la prima volta a Napoli, dal Metropolitan Museum di New York, dove l’opera è abitualmente custodita.
Il piccolo (misura 51,4 centimetri per 45,7) ma straordinario olio di Jan Vermeer raffigura una giovane donna seduta nell’atto di accordare un liuto. L’orecchio teso verso lo strumento e lo sguardo rivolto verso la finestra conferiscono dinamismo alla scena che comprende anche alcune sedie e un tavolo su cui sono poggiati libri e spartiti musicali mentre, appesa alla parete, si staglia una carta geografica dell’Europa. Ispirandosi ai vari elementi del dipinto, il direttore Bellenger ha previsto anche l’esposizione di due preziosi oggetti dell’epoca: un liuto del 1644 opera del parigino Jean Des Moulins, prestato dal Museo degli strumenti del Conservatorio di Parigi e la carta geografica di Willem Blaeu (pubblicata nel 1644) proveniente dall’archivio della Società Napoletana di Storia Patria e restaurata per l’occasione. La mostra rimarrà visitabile fino al 9 febbraio 2017 (tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle ore 8,30 alle 19,30).