di Redazione FdS
E’ considerata la più grande mostra mai dedicata alla Scuola di Posillipo, ossia quel lungo e fortunato episodio di pittura di paesaggio, andatosi a innestare nel percorso del Grand Tour, il viaggio culturale che intellettuali e artisti europei compirono in Italia a partire dall’illuminismo e perdurato, con tutte le sue varianti e trasformazioni, fino alla fine del secolo XIX. Parliamo de La scuola di Posillipo. La luce di Napoli che conquistò il mondo, l’esposizione inaugurata a Napoli lo scorso 24 luglio presso la Cappella Palatina del Maschio Angioino e visitabile fino al 1 ottobre 2019.
Considerata una vera e propria scuola, avviata dall’olandese Anton Smink van Pitloo, la Scuola di Posillipo combaciò con la stagione romantica ottocentesca, aprendo le porte al rinnovamento del paesaggio verista che a Napoli ebbe tra i suoi esiti più felici. Se numerose sono le opere bibliografiche, moltiplicatesi negli anni, su questo splendido momento dell’arte napoletana, un’esposizione a esso interamente dedicata si perde invece in un tempo passato, per cui va salutata con particolare interesse l’occasione per ammirare in così gran numero (oltre 70) le opere di artisti – dallo stesso Pitloo a Giacinto Gigante (in mostra anche un suo Sorrento inedito), Salvatore Fergola, Enrico Gaeta, Giuseppe De Nittis, Adriano Cecioni, Filippo Palizzi, Federico Rossano – che seppero interpretare in modo straordinario la luce e il paesaggio di Napoli e dei suoi dintorni (come Sorrento, le isole, i Campi Flegrei), attingendo ad essi en plain air e rendendoli iconici per i visitatori di tutto il mondo.
Con le opere pittoriche in esposizione, provenienti da raccolte private, la mostra vuole proporsi come un percorso da compiere nel tempo e nello spazio, oggi trasformato e quasi irriconoscibile, se non per quell’atmosfera che dal paesaggio naturale, che ancora offre la città di Napoli e l’intera Campania, è trasmigrata nell’opera pittorica. Tra gli artisti selezionati, sono presenti anche alcuni pittori stranieri che operarono a Napoli, come i norvegesi Fearnley e Dahl, il belga Vervoloet, gli inglesi Jones, Cardiff e Collins, il russo Scendrin, i francesi Rémond e Girardet. La mostra offre, inoltre, un assaggio dell’evoluzione della pittura di paesaggio all’indomani dell’esperienza posillipina, un rinnovamento sempre fondato sulla ricerca di quella luce squisitamente napoletana e meridionale che incantò artisti e intellettuali di ogni dove.
La mostra, promossa e sostenuta dall’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è curata da Isabella Valente con l’organizzazione di Saverio Ammendola per Mediterranea, il Patrocinio del Dipartimento Studi di Napoli della Federico II e La Fenice di Luciano Molino. Essa rientra nell’ambito di Estate a Napoli 2019 quarantesima edizione.
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Castel Nuovo (Maschio Angioino), Napoli
Cappella Palatina
Orario: la mostra rimane aperta fino al 2 ottobre dalle ore 10:00 alle 18:00 (orario di effettiva chiusura) dal lunedì al sabato, la domenica l’accesso è consentito dalle ore 10:00 alle ore 13:00
È possibile acquistare all’ingresso, fino al 31 agosto, ad un prezzo agevolato il catalogo della mostra e anche richiedere visite guidate, al costo di tre euro, a cura di storici dell’arte
Ingresso libero indipendente dal biglietto del Castello