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di Redazione FdS
UNA RISERVA NATURALE NELL’ANTICO FEUDO BORBONICO
Qualche anno fa abbiamo avuto l’occasione fortunata di conoscere un angolo di Sicilia poco noto al grande pubblico. Una Sicilia inconsueta a pochi chilometri da Palermo, fatta di splendidi paesaggi collinari, incombenti pareti rocciose, paesini arroccati, tracce storiche di ogni epoca, gente cordialissima e sublime gastronomia. Uno dei luoghi più suggestivi di questo contesto si è senza dubbio rivelato il piccolo borgo di Ficuzza immerso nel cuore del bosco che da esso prende il nome e compreso nel territorio comunale di Corleone, paese conosciuto più per i famigerati fatti di mafia che per il suo patrimonio naturale ed enogastronomico, tutt’altro che trascurabile. Insomma una vera scoperta, di cui vogliamo regalarvi qualche flash attraverso immagini e testi che vi racconteranno brevemente la Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago ma, innanzitutto, la Real Casina di Caccia qui voluta da Ferdinando IV di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, in pieno periodo di Rivoluzione Napoletana. Si sa, il re era un patito della caccia, e quando inseguiva cinghiali e beccacce Ferdinando non aveva paura né dei giacobini né delle rivoluzioni e diventava il più compagnone dei sovrani. Oltre la caccia, amava anche la buona tavola e le belle donne…e ogni altro affare passava in secondo piano, politica compresa. Ma a quella ci pensava la consorte Maria Carolina, “l’unico vero uomo del Regno di Napoli” come ebbe a definirla Napoleone. Infatti, come ci riferiscono gli ultimi depositari di una memoria tramandata di padre in figlio, al re piacevano molto “i fistini… picchì u Re era viziuseddu assai!”
FICUZZA: LA PASSIONE DI UN RE
Catapultiamoci quindi a Ficuzza, a circa 700 m. sul livello del mare, nel territorio del comune di Corleone, in provincia di Palermo. Un piccolo nucleo abitativo situato al centro del bosco demaniale omonimo, il cui cuore è la Real Casina di Caccia, una vera e propria reggia che il re Ferdinando IV di Borbone cominciò ad ideare già dall 1799 dopo aver acquistato i feudi Cappelliere, Lupo e Ficuzza, prima appartenenti al clero. La passione del sovrano per la caccia determinò dunque la nascita del primo nucleo della borgata. Ad appena 45km da Palermo, posto lungo la vecchia carrozzabile che a fine ‘700 portava a Corleone, il palazzo era certamente un posto allettante e facilmente raggiungibile in mezza giornata di carrozza da parte del Re e dei suoi amici. La casina di caccia fu anche una fattoria modello dove s´impiantarono allevamenti, arnie per il miele e una colombaia. Ferdinando di Borbone era arrivato in Sicilia alla vigilia di Natale del 1798. Era in fuga da Napoli, dopo la rivoluzione esplosa nel capoluogo partenopeo. In Sicilia passò diversi anni e frequentò Ficuzza, dopo la costruzione del Palazzo, praticamente ininterrottamente quasi per due anni e mezzo.
Divenuta meta preferita per la villeggiatura da parte della nobiltà palermitana, soprattutto agli inizi del XX secolo (fu dichiarata stazione climatica montana nel 1901) fu sempre maggiore la richiesta per la concessione di terreni demaniali al fine di costruire nuove residenze. L’Amministrazione regionale delle Foreste e del Demanio della Regione Siciliana rifiutò le concessioni e lo sviluppo edilizio della borgata si arrestò. Nel 1884 la località venne raggiunta dalla linea ferroviaria a scartamento ridotto linea ferroviaria Palermo (Sant’Erasmo) – Corleone-San Carlo, in esercizio fino al 1959. Ficuzza fu sede di una stazione e la linea attraversava il vasto bosco. Attualmente la stazione è sede di un suggestivo ristorante, La Vecchia Stazione, del quale siamo stati ospiti entusiasti.
La Real Casina di Caccia, realizzata a partire dal 1802, si caratterizza per la sua facciata rettangolare e severa. Il progetto della palazzina venne redatto dall’architetto regio Carlo Chenchi con modifiche apportate dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Presso la Galleria regionale di Sicilia, a Palazzo Abatellis, esiste però un disegno originale tracciato da Ferdinando di Borbone stesso per la sua Casina di Ficuzza. Esso riporta l’immagine di un edificio a pianta pentagonale, idea evidentemente poi abbandonata. L’edificio realizzato ha infatti pianta rettangolare con prospetto dalle linee neoclassiche dell’architettura siciliana, sovrastato dal gruppo scultoreo del dio Pan e della dea Diana con al centro lo stemma borbonico. Motivi architettonici aggettanti dalla liscia superficie muraria: paraste, cornici, capitelli. All’interno, un monumentale scalone conduce agli appartamenti reali. Assieme alla palazzina vennero costruiti i fabbricati minori e la piazza centrale. Attorno a quest’ultima si sviluppò nel corso del tempo il piccolo centro. Nel 1871 Ficuzza venne affidata all’Amministrazione forestale, che si occuperà del bosco, della palazzina, della borgata e degli abitanti. Dopo lunghi anni di abbandono il palazzo è stato finalmente riaperto al pubblico nell’aprile 2009.
LA RISERVA NATURALE
Il bosco che caratterizza l’area su cui insiste la residenza borbonica è stato compreso nella Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago, istituita dalla Regione Siciliana nel 2000. La riserva ha una estensione di 7397 ettari, e comprende ambienti di particolare pregio ambientale e naturalistico oltre alla ricchezza della vegetazione e della fauna. Nel 1996 vi è stato creato il Centro regionale per il recupero della fauna selvatica.
Borgo e Real Casina di Caccia di FicuzzaPer le visite della Real Casina contattare il Corpo Forestale
Distaccamento Ficuzza – Tel. 0918464062
Immagine di anteprima: Scorcio della Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago – Ph. Dedda71 – License