di Valerio Giancaspro*
Care amiche, che da tanti anni mi seguite dimostrando tanto tanto amore, oggi voglio parlarvi di una ricetta molto particolare, che è stata tramandata nella mia famiglia di generazione in generazione nei secoli dei secoli, fin dalla notte dei tempi. In realtà è una ricetta tipica dei maschietti, perchè veloce ma gustosa e soprattutto permette di dare più importanza al fattore quantità che qualità, fattore che per noi maschietti è determinante. Noi dobbiamo mangiare fino a scoppiare altrimenti quello che mangiamo…come dire…non è buono.
La preziosa ricetta si chiama la pasta col tonno.
Premetto che io non cucino praticamente mai. Per essere più precisi l’unica cosa che cucino con sicurezza è il latte parzialmente scremato bilogico multifiltrato a lunga conservazione nel microonde, ricetta di cui sono un maestro (ultimamente mi sono anche lanciato nella preparazione del caffè tramite l’uso di capsule Nespresso di cui amo i colori).
La pasta col tonno è da sempre un refugium peccatorum per tutti coloro che fondamentalmente, come il sottoscritto, hanno il frigo vuoto. Lo spaghetto c’è sempre, la scatoletta di tonno pure, lo spicchietto di aglio si rimedia dal vicino e il gioco è fatto. Ma è veramente cosi’?
Fondamentalmente la pasta col tonno si divide in due categorie: quella col sugo e quella senza. A me piace quella con, che però è un po’ più complicata perchè appunto ci vuole un ingrediente in più, ovvero la salsa. Fintantochè si chiede lo spicchietto d’aglio al vicino poco male, ma la salsa!!!! La salsa!!!!! Magari lui se la fa in casa ogni anno, mettendosi il grembiulino, coi pomodori della zia, e la conserva preziosamente come una reliquia nella sua dispensa, al buio (così non si rovina) nascosta dagli occhi rapaci ed indiscreti dei vicini sfigati.
No proprio non si può chiedere aglio e salsa la vicino, quindi partiamo con la versione triste e povera: quella senza salsa.
Si sbuccia l’aglio, e, solo nel caso in cui non si ci siano fidanzati, amanti o cinq a sept nei dintorni, lo si puo tagliare a fettine sottili sottili sottili. Lo si soffrigge, poco, nell’olio e si aggiunge la scatoletta di tonno. Si cucina lo spaghetto si mischia il tutto ed il gioco è fatto. Por i pochi eletti che hanno il lusso del cappero si puo’ aggiungere anche quello.
Ma supponiamo che il vicino sia in possesso di una passata di pomodoro (escludo categoricamente che voi sfigati abbiate dei pomodorini non avariati nel frigo). La situazione si complica drammaticamente. Che faccio, soffriggo prima il tonno ed aggiungo la salsa o soffriggo la salsa ed aggiungo il tonno? Sono confuso.
Al riguardo vi sono diverse scuole di pensiero.
La prima e’ la scuola del “sono grassa e quindi chi se ne frega”: questa e’ una categoria di cuochi molto pericolosa, cucinano benissimo ma tendono ad avere l’alito pesante. Loro fanno prima soffriggere il tonno, spezzettato, lo girano e rigirano nell’aglio fino a creare un composto omogeneo. Poi vi aggiungono il pomodoro o la salsa.
La seconda è la scuola del “oh mio Dio…mi sono dimenticato il tonno”: questi sono quelli che volevano cucinare gli spaghetti col tonno ma improvvisamente, dopo aver fatto soffriggere l’aglio (chiesto al vicino), si accorgono di non avere il tonno. Nel contempo la fidanzata (invitata a casa per la prima volta) ha già apparecchiato, riempito i bicchieri di vino bianco, data una ripassata di rossetto, ed accavallato le gambe alla Sharon Stone sbattendo energeticamente le ciglia.
Lui nel panico, ma facendo finta di essere sicuro di sè, versa la salsa rinviando il problema. Poi, sudando e trattenendo il respiro, fruga nella dispensa, finchè, miracolo!!!!!!…, dietro dietro, trova una scatoletta giurassica di Nostromo. Si asciuga il sudore, la apre e la affoga nella salsa. Poi mascherando il ghigno, si gira, le sorride ed esclama “cava e’ quasi pvonto”.
Tempo complessivo di preparazione e cottura 20 minuti.
Ingredienti: spicchio d’aglio (o in alternativa una mezza cipolla), olio, spaghetti, salsa di pomodoro. Per i piu’ sofisticati: pomodorini freschi (al posto della salsa), capperi, olive verdi e prezzemolo.
*Valerio Giancaspro, pugliese di Molfetta (Bari), dopo la laurea in Architettura presso il Politecnico di Bari, la partecipazione ad un progetto di ricerca del Politecnico Federale di Zurigo e un Master in Business Administration presso The Open University di Milton Keynes (Inghilterra), ha iniziato un percorso professionale che lo vede oggi impegnato come Development Manager per l’inglese McArthurGlen Group. Grande viaggiatore in Europa e nel resto del mondo per lavoro e per passione, non ha mai interrotto il suo rapporto con la terra d’origine dove torna con piacere non appena i suoi molteplici impegni gli lasciano del tempo libero. Estimatore del patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico del Sud Italia, ha condiviso con gli altri membri della Redazione di Famedisud l’idea di un progetto editoriale che potesse promuovere la più ampia conoscenza di uno straordinario contesto territoriale non di rado ‘invisibile’ ai più, talvolta persino agli stessi meridionali. I suoi interventi sul magazine vogliono a volte essere anche degli sguardi ironici e divertiti fuori dal Sud su temi che riguardano tutti.