La rivista Archeo dedica un servizio speciale allo Zeus di Ugento, capolavoro in bronzo del VI° secolo a.C.

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Foto di apertura del servizio dedicato dalla rivista Archeo allo Zeus di Ugento (Lecce)

di Redazione FdS

“La folgore e l’aquila” è il titolo del servizio, dedicato alla statuetta bronzea dello Zeus di Ugento, pubblicato sulle pagine del numero di agosto della rivista Archeo – Attualità del Passato (editore My Way Media). Partendo dai primi momenti del ritrovamento – avvenuto nel dicembre del 1961 durante gli scavi per le fondamenta di un’abitazione privata – l’articolo racconta le vicende che hanno interessato il prezioso reperto di epoca arcaica, risalente al 530 a.C.: lo stupore degli operai, l’interesse dell’ispettrice onoraria della Soprintendenza Sofia Nicolazzo, la prima erronea interpretazione che identificò in Poseidone il dio rappresentato. Fu proprio il riconoscimento di quanto la statua reggeva nelle mani che riuscì a svelare la vera identità del dio: la folgore nella mano destra, di cui resta traccia nel pugno chiuso, e l’aquila nella mano sinistra, di cui oggi sopravvive solo l’attacco degli artigli. Non poteva che essere Zeus, il re degli dei.

Archeo_pag64 Archeo_pag67Daniele F. Maras, autore del pezzo, continua con una minuziosa descrizione dell’opera bronzea (nella foto a sin., un primo piano della statua, a pag.64 del servizio), realizzata con la tecnica della fusione a cera persa, partendo dalla testa finemente lavorata, per poi soffermarsi sulla muscolatura, la disposizione degli arti, il posizionamento, e i rituali di culto del periodo messapico, durante il quale era oggetto di venerazione (nella foto a destra, una ricostruzione dello scenario del culto del dio, a cura dello studio InkLink di Firenze, pannello presente nell’allestimento del Nuovo Museo Archeologico di Ugento, a pag. 67 del servizio).

I restauri e gli studi successivi, questi ultimi per merito in particolare di Nevio Degrassi, Soprintendente Archeologo della Puglia negli anni ’80, permisero un recupero ottimale e una corretta interpretazione del reperto. La mostra “Klaohi Zis – Il culto di Zeus a Ugento” sotto la direzione artistica di Francesco D’Andria, ne amplificò la conoscenza e consentì la permanenza della statua bronzea nell’attuale Nuovo Museo Archeologico di Ugento per circa un anno, dove oggi se ne conserva una copia. L’originale, invece, sarà visitabile nel riallestimento della sezione corrispondente del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, al momento inaugurato solo in parte.

Il museo ugentino, ospitato all’interno del quattrocentesco ex-convento francescano di Santa Maria della Pietà, offre inoltre un percorso espositivo delle varie epoche della storia cittadina, con reperti di considerevole importanza, anche tra i più recenti (per info: Sistema Museale di Ugento Tel. 0833.555819 – 0833.554843 – cell. 329.3915527 sistemamuseale@comune.ugento.le.it info@archeostudio.com).

“Ancora una volta Ugento si distingue non solo per le bellezze naturalistiche – commenta il Sindaco di Ugento Massimo Leccima anche per ricca offerta culturale, la cui valorizzazione non smette di essere uno dei punti di forza centrali dell’azione amministrativa. Eletta tra le località più richieste e apprezzate della stagione estiva 2014, Ugento punta su percorsi virtuosi di gestione del territorio che consentano una corretta fruizione delle risorse e l’erogazione di servizi ad alta professionalità”.

 

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