La vite d’uva Zibibbo diventa Patrimonio dell’Umanità Unesco

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Grappolo di uva Zibibbo

La vite d’uva Zibibbo di Pantelleria diventa Patrimonio dell’Umanità Unesco

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Sicilia – Coltivazioni delimitate dai muretti a secco sull’isola di Pantelleria – Ph. Luca Volpi | CCBY-SA2.0

L’Italia ri rivela ancora una volta scrigno di tesori il cui valore viene internazionalmente riconosciuto. Dopo monumenti, centri storici ed interi lembi di territorio, è toccato ad una pratica agricola  entrare nella lista dei Beni considerati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La vite ad alberello di uve Zibibbo, tipicità antichissima dell’isola siciliana di Pantelleria, è stata acquisita nella prestigiosa lista del Patrimonio Culturale Immateriale con voto unanime dei 161 Stati che aderiscono all’Unesco. 

L’uva Zibibbo oltre che per il consumo diretto o per l’essiccazione è utilizzata per la vinificazione: se ne ricava infatti un vino giallo paglierino carico con riflessi dorati, dolce e con elevato grado alcolico dal caratteristico profumo: è il vino DOC di Pantelleria, prodotto nella versione passito, moscato e spumante, ottimo per accompagnarsi ai formaggi e alla pasticceria secca.

“Nessun Paese, prima dell’Italia, è mai riuscito ad iscrivere nella Lista una pratica agricola” ha commentato il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina. “L’Italia – ha proseguito – ancora una volta in sede Unesco segna un punto di grande qualità e una novità di grande portata. La notizia mi riempie di orgoglio e di soddisfazione. Questa iscrizione rappresenta una svolta a livello internazionale, perchè finalmente anche i valori connessi all’agricoltura e al patrimonio rurale sono riconosciuti come parte integrante del più vasto patrimonio culturale dei popoli”.

La proposta è stata avanzata dall’Italia sulla base di un dossier curato dal professor Pier Luigi Petrillo (già occupatosi,  per conto del ministero delle Politiche agricole, dell’iscrizione della Dieta mediterranea nel 2010 e dei Paesaggi vitivinicoli delle Langhe Roero e Monferrato nel giugno 2014) con il supporto del comune di Pantelleria e degli agricoltori panteschi, ed è stata votata durante la riunione del 24 novembre a Parigi.

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Sicilia – Lo Specchio di Venere, lago vulcanico sull’isola di Pantelleria (Trapani) – Ph. Maurobrock | CCBY2.0

Come spiega una nota tecnica del ministero, la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria rappresenta “una tipologia tradizionale di allevamento della vite ancora presente oggi sull’isola, basato sulla creazione di buche di terreno profonde circa 20 centimetri e che vede il vigneto prendere forma di piccoli alberelli all’interno di queste conche, al fine di poter carpire le scarse risorse idriche presenti nel terreno e ripararsi dal clima sfavorevole”. Le viti ad alberello, insieme ai terrazzamenti, ai muretti a secco, ai giardini arabi, ai dammùsi (le tipiche abitazioni in pietra dell’isola) definiscono il paesaggio più autentico di questa straordinaria isola rispecchiando una tradizione secolare fatta di fatica fisica e di cura costante.

La vite ad alberello è il sesto bene italiano che accede alla lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Gli altri cinque sono il Canto a tenore sardo (2008), l’Opera dei Pupi siciliani (2008), la Dieta mediterranea (2010), i Saperi e il saper fare liutario della tradizione cremonese (2012) , le Celebrazioni delle grandi macchine a spalla (2013) e i Paesaggi vitivinicoli delle Langhe Roero e Monferrato nel giugno 2014.

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