di Redazione FdS
Possiede una delle più ricche collezioni archeologiche d’Italia che ripercorre la storia siciliana dagli albori al medioevo e custodisce le tracce di tutti i popoli che hanno fatto la storia dell’isola, dai fenici ai greci, ai romani, ai bizantini, oltre a quelle di altri popoli che ne hanno incrociato rotte marine e commerci, come Egizi ed Etruschi. E’ il Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” che, finito pochi anni fa sotto i riflettori dei media per l’innovativa campagna di comunicazione “Aperti per vocazione”, si è rivelato capace di attirare pubblico anche durante la prolungata chiusura al pubblico delle collezioni permanenti per lavori di restauro, riuscendo ad accogliere, attraverso mostre temporanee, diverse decine di migliaia di visitatori. Un risultato che ha portato lo storico museo palermitano diretto da Francesca Spatafora a superare altre realtà museali ampiamente affermate diventando un ”case study”, e ciò in piena coerenza con il pensiero del suo fondatore secondo il quale “se vogliono fare del museo un carcere di opere, allora comprino i chiavistelli e chiamino un carceriere”. Ad accrescere ulteriormente l’appeal del Salinas è arrivata lo scorso 19 marzo l’inaugurazione della sua nuova Agorà, un ampio spazio polivalente e polifunzionale recuperato anche all’esposizione.
Si tratta di una grande corte caratterizzata da una moderna copertura trasparente, nella quale sono collocati, con grande impatto scenografico, sia l’imponente complesso scultoreo costituito dalle gronde a testa leonina del Tempio della Vittoria di Himera, sia la ricostruzione del grande frontone con maschera di gorgone del Tempio C di Selinunte.
L’apertura di questo spazio, il cui progetto di copertura e allestimento è stato curato e realizzato dagli architetti Stefano Biondo e Patrizia Amico del Centro Regionale per il restauro e la progettazione, si inserisce nel complessivo progetto di restauro e riconfigurazione architettonica dell’intero complesso monumentale della Casa dei Padri Filippini all’Olivella, sede del museo dal 1866, concluso nel 2015 [nel video seguente è possibile apprezzare alcuni momenti della fase di allestimento dell’Agorà].
L’Agorà è nata dal recupero della terza corte della Casa conventuale che, ancora documentata nelle planimetrie ottocentesche, era stata in parte edificata alla fine dell’Ottocento con la costruzione di un’ampia sala realizzata per ospitare i grandi mosaici romani rinvenuti a Palermo proprio in quegli anni. Il recupero dello spazio originario e la scoperta dell’antico selciato, preservato dagli attuali lavori e in parte reso visibile, è stato possibile grazie alla demolizione della superfetazione tardo ottocentesca.
REPERTI MONUMENTALI
Monumentali le opere in esposizione: su uno dei lati lunghi della corte sono collocate dodici gronde a testa leonina provenienti dal lato settentrionale del tempio di Himera costruito nel 480 a.C. per celebrare la vittoria dei Greci sui Cartaginesi, mentre, di fronte, si trovano cinque gronde del lato meridionale, una delle quali reca ancora evidenti le originarie tracce di pittura. Furono tutte rinvenute nel corso delle ricerche condotte a Himera tra il 1929 e il 1930 da Pirro Marconi a cui è stato dedicato il nuovo museo inaugurato nel 2016 negli scavi della colonia greca, proprio nei pressi dello stesso tempio. Il frontone del Tempio C di Selinunte (540-530 a.C.), viene invece presentato nella restituzione realizzata nel 1926 sui disegni di Ettore Gabrici che, per primo, propose una possibile riconfigurazione del grande gorgoneion, il più grande dell’architettura greca.
“L’allestimento, seppure maestoso – ha dichiarato la direttrice Francesca Spatafora – lascia libero la maggior parte dello spazio, gradinato su due lati, affinché lo stesso possa fungere da punto di raccordo, di sosta e di incontro per i visitatori del Museo ma anche da luogo ideale per la realizzazione di iniziative culturali e artistiche di vario genere ma sempre connesse con la vita e la natura stessa del Museo.” Nella nuova Agorà del Salinas, nel corso della prossima primavera/estate, saranno infatti realizzate una serie di iniziative che permetteranno al pubblico di sperimentarne la fruizione anche come suggestivo spazio per eventi temporanei.