di Redazione FdS
E’ una delle giovani interpreti femminili più amate del cinema italiano. E’ stata Daniela in Fortapàsc il lungometraggio di Marco Risi sulla tragica fine del giornalista Giancarlo Siani; Maria in Benvenuti al Sud, la commedia che ha spopolato nel 2010; Rosaria ne I Milionari di Alessandro Piva; Giada in Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi, il suo film più recente: questi ruoli costituiscono solo una parte di quelli interpretati sul grande schermo ma hanno in comune il fatto di riferirsi tutti a personaggi femminili del Sud. Fatto curioso per un’attrice tosco-umbra, ma in realtà la spiegazione risiede nei suoi colori e in una fisicità procace che fa subito donna mediterranea. E’ Valentina Lodovini e ieri pomeriggio è stata ospite del Bif&st – Bari International Film Festival nel corso dell’appuntamento Focus su tenutosi presso il Teatro Margherita e dedicato a singole figure d’attore. Ad accoglierla, un foltissimo pubblico ed il critico cinematografico Franco Montini che cordina questa sezione del Festival.
Solare e simpatica è entrata subito in sintonia con il pubblico che affollava la sala a caccia di curiosità sui propri beniamini del grande schermo, di autografi e di selfie a raffica da condividere sui social network. Intanto Montini la incalza con le sue domande a cui Valentina è ben lieta di rispondere: “Credo che il teatro e il cinema aiutino l’attore a comunicare meglio, a superare certi blocchi che si hanno nella vita privata. Io ad esempio sono molto timida e curiosamente riesco ad affrontare le mie paure con un mestiere che è la negazione della chiusura e della riservatezza”.
L’importanza dello studio per un attore: “Ho sempre dato molta importanza allo studio perchè ritengo che in qualsiasi mestiere sia fondamentale avere un metodo. Dopo il diploma presso il Laboratorio Teatrale permanente dell’associazione culturale Ottobre, diretta da Valeria Ciangottini, mi sono diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Un’esperienza bellissima che ho condiviso con altre colleghe oggi impegnate nel cinema, come ad esempio Alba Rohrwacher. Oltre al metodo ritengo sia fondamentale il talento, ma su questo non mi esprimo perchè non sono io a doverlo valutare su me stessa. Ad ogni modo, ci si evolve nel tempo grazie ad acquisizioni che vanno al di là di ciò che si è studiato a scuola. Comunque io non rinnegherei mai i miei anni di studio. Da questo punto di vista il mio maestro Nikolaij Karpov è stato una figura fondamentale. Ora che non c’è più penso a lui quando ho bisogno di un’ancora a cui aggrapparmi. La preparazione rimane un fatto importante sempre, per ogni film che si viene chiamati ad interpretare: io amo moltissimo l’analisi preliminare del testo d ainterpretare e poi provo davvero tanto.
Il primo ciak e le prime esperienze non si scordano mai: “Il mio primo ciak è stato con Paolo Sorrentino ne L’amico di famiglia…una produzione in cui sono stata aiutata da tutti. Poi è arrivato A casa nostra di Francesca Comencini. Il primo ruolo da protagonista è arrivato senza gavetta alcuna: avevo fatto un provino con Carlo Mazzacurati per un ruolo secondario ne La giusta distanza ma dopo alcuni giorni mi chiamò il produttore Domenico Procacci per comunicarmi che mi era stata assegnata la parte principale. Anche stavolta sono stata aiutata tantissimo. Ho adorato quel personaggio, scritto davvero benissimo.”
L’importanza della scelta per un attore: “Credo nel valore delle scelte…ne ho fatte tante. A volte però sono gli stessi film a cercarci. Ho interpretato commedie e ruoli drammatici. Mescolo un po’ di tutto, anche perchè in Italia se hai successo in un ruolo tendono a proporti sempre la stessa cosa. Una carriera, a mio avviso, si costruisce più con i no che con i sì.”
La funzione del cinema: “Io credo che col nostro lavoro si possa contribuire a far conoscere il mondo, per cui amo davvero molto il cinema a sfondo sociale. Da questo punto di vista sento di poter dire che devo a Francesco Rosi la mia coscienza civica. D’altro canto amo molto anche Pietro Germi perchè si è cimentato con qualsiasi genere. Inoltre nel cinema come nella vita reale credo che coltivare le tradizioni e rispettare la memoria sia fondamentale.
Differenza fra le attrici italiane di oggi e quelle di ieri: “Penso che la principale differenza sia data dal fatto che oggi scarseggia quel tipo di registi che riuscivano a plasmare un certo genere di attrici. Inoltre in passato c’erano più ruoli adatti alle donne…oggi non si scrive più come prima. Questo va ad influenzare molto i risultati finali.”
Il cinema d’Autore oggi: “Penso che i film d’Autore siano oggi spesso penalizzati…durano pochissimo nelle sale. Purtroppo è un sistema che subisce più di altri l’attuale crisi. Tuttavia credo che il Cinema d’Autore, soprattutto quello inteso come cinema nazionale, capace cioè di rappresentare un popolo nel suo insieme, sia un fatto fondamentale per l’identità stessa di tutti. Purtroppo l’Italia, che pure ha avuto in passato un suo cinema rappresentativo, stenta oggi a ricostruirsi un profilo dal punto di vista cinematografico…Sembra che negli ultimi trent’anni sia quasi venuta meno la facoltà stessa di pensare…o meglio ce l’hanno tolta.”
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