“La Sicilia è la gemma splendente di questo nostro secolo per pregi e bellezze. Lo splendore della sua natura e il complesso delle sue architetture ne fanno un paese veramente unico, un paradiso circondato dalle acque del mare, un paese meraviglioso nel quale i viaggiatori giungono provenendo dai paesi più lontani.”
Abū ‘Abd Allāh Muhammad al-Idrīsī, Libro di Ruggero, XII sec.
di Redazione FdS
Tappa collaterale di un tour alla scoperta della Palermo arabo-normanna entrata di recente nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, può senz’altro essere Cefalà Diana, borgo di meno di mille abitanti situato ad una trentina di chilometri a sud-est del capoluogo siciliano. Qui si trovano i Bagni Arabi, preziosa testimonianza della dominazione islamica in Sicilia e del suo incontro-scontro con la cultura normanna.
Quella degli Arabi in Sicilia è una storia lunga di secoli: dopo l’occupazione di Pantelleria da parte di ʿAbd al-Malik b. Qaḥṭān intorno al 700, il dominio sull’isola iniziò con lo sbarco a Mazara del Vallo nell’827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091, sebbene i Normanni fossero riusciti ad abbattere l’Emirato di Sicilia già nel 1072 con la presa di Palermo. Le prime mire musulmane sulla Sicilia si possono in realtà far risalire già al VII sec. quando l’isola fu a lungo oggetto di incursioni, e la cosa non sorprende considerato il suo ruolo strategico nel controllo del Mediterraneo conteso dagli Arabi ai rivali Bizantini.
IL BORGO DI CEFALA’ DIANA
Cefalà Diana, borgo situato in una zona abitata sin dall’età romana e frequentata ancora in epoca bizantina, visse dunque anch’esso la dominazione araba. Conservava infatti la maggior parte della popolazione musulmana quando nel XII secolo passò come possedimento feudale a Niccolò Abate col titolo di Baronia. Allo stesso periodo risale la citazione che del luogo fa Idrisi, celebre geografo arabo al servizio di Ruggero il Normanno, il quale parlando dell’insediamento collocato sul monte Chiarastella lo definisce “un grazioso paese con un circondario che abbraccia un vasto territorio ricco di casali, acque fluenti, abbondanti stagni e sconfinate distese di terra da seminare”.
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Il nome del borgo si ritiene derivi dal greco kephalè (testa) probabilmente per via della forma della rupe dove sorge il castello. Munito di una corte centrale di forma triangolare, racchiusa da altissime mura perimetrali che mostrano tutti i segni del tempo, l’edificio conserva una torre alta più di 20 metri e dotata di merli, ancora in buonissime condizioni, mentre del resto della struttura restano solo suggestive e frammentarie vestigia. La tradizione vuole che il nucleo originario della fortificazione risalga ad epoca greca, mentre l’attuale struttura dell’edificio è da collocare fra XIII e XIV secolo, sebbene nei due secoli successivi abbia poi subito diverse modifiche.
Il castello fu edificato per ragioni militari favorite dalla posizione geografica strategica del luogo idoneo a garantire il controllo della viabilità fra Palermo e la Val di Mazara, zona ricca di colture cerealicole. A partire dal 1329 il maniero passò sotto la signoria dei Chiaramonte, mentre nel 1406 la baronia venne concessa agli Abbatellis, ai quali fu confiscata nel 1503 dopo l’insubordinazione di alcuni membri della famiglia. Al 1684 risale la formazione, intorno al castello, di un vero e proprio villaggio feudale grazie ad una “Licentia Populandi” concessa a Don Niccolò Diana il cui casato, fregiatosi del titolo di Duchi di Cefalà, fondò il villaggio di Cefalà Diana, il cui assetto è ancora quello dell’epoca.
I BAGNI ARABI
A breve distanza dal borgo, lungo la Nazionale 121, si trovano i Bagni Arabi. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare che racchiude un’unica sala con volta a botte ogivale munita di fori di aerazione. Lo spazio è diviso in due parti da una triplice arcata formata da due archi a tutto sesto ed uno a sesto acuto poggianti su agili colonne marmoree sormontate da capitelli in terracotta. La parte anteriore, molto più ampia dell’altra, era in origine formata da una sola grande vasca, successivamente articolata nelle tre vasche attualmente visibili. Persistono alcune parti della originaria gradinata della vasca a nord, le nicchie adibite alla custodia degli indumenti e alcuni tratti della pavimentazione. La parte posteriore, priva di successive manipolazioni, risulta rialzata rispetto all’altra e comprende una vasca che raccoglieva le acque termali sgorganti dal terreno prima di essere incanalate nella grande vasca centrale.
L’edificio, come testimoniano i suoi elementi costruttivi, può farsi risalire ad età araba-normanna (XII secolo) e fu concepito per essere alimentato da acque calde a 35-38°, sfruttate fino a tempi recenti per le loro virtù terapeutiche. All’esterno la struttura si caratterizza come una massiccia costruzione in pietra su cui si distingue, lungo tre lati dell’edificio, un’iscrizione araba scolpita a rilievo su blocchi di arenaria. Su uno dei lati è decifrabile la tipica formula islamica “Bism Allah al-Rahman al-Rahim” ossia “In nome di Dio Clemente e Misericordioso”. Oggi i Bagni si trovano immersi nella Riserva Naturale Regionale Orientata Bagni di Cefalà e Chiarastella istituita nel 1997 nei territori di Cefalà Diana e Villafrati ed estesa su un territorio di oltre 136 ettari, con sorgenti di varia temperatura in rocce carbonatiche ed ambienti naturali a prateria, gariga, macchia e vegetazione rupestre.
A partire dagli anni ’90 purtroppo le acque termali che alimentavano le vasche dei Bagni sono scomparse per via di un pozzo improvvidamente scavato nel vicino comune di Villafrati. La loro assenza ha avuto ripercussioni strutturali essendo venute a mancare le condizioni microclimatiche idonee alla conservazione del monumento. Si sono infatti dovuti eseguire alcuni rinforzi sulle colonne della triplice arcata a scopo di cautela. Al tempo stesso si è però deciso di sfruttare il pozzo di Villafrati per riportare l’acqua alle vasche, elemento che, come in passato, contribuisce in maniera determinante alla suggestiva bellezza del luogo.
Le terme sono visitabili tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 13.00 – Per maggiori info contattare Pro Loco Cefalà Diana – piazza Umberto I, 10 – tel. 091.6475260
Crediti immagini: Ph. 1, 3, 4, 5, 6, 8, 9 by iw3rua | CCBY-SA3.0 ; Ph. 2, 7, 10 by Comune di Cefalà Diana