In un libro pubblicato pochi anni fa dallo studioso di cartografia antica Giuseppe F. Macrì, viene narrata la straordinaria avventura professionale e umana del calabrese Domenico Vigliarolo, sacerdote-cartografo di Stilo (Reggio Calabria) finora semisconosciuto al grande pubblico, ma ben noto ai maggiori studiosi del settore. Alcune fonti riportano come prime opere realizzate dallo stilese nel 1577, un Atlante membranaceo del Mediterraneo, delle coste Atlantiche e una Carta nautica a colori su pergamena. Nel volume viene ricostruita in particolare la parte biografica di maggior interesse, quella, cioè, relativa al periodo spagnolo (1582-1596), durante il quale egli rivestì l’importante incarico di Cosmografo della Casa de Contrataciòn (l’istituzione delegata al controllo della via delle Americhe). Il suo nome in spagnolo fu Domingo de Villarroel.
“Mari di carta – La storia di Domenico Vigliarolo: un cartografo italiano alla corte del Re di Spagna”, questo il titolo del volume edito da Rubbettino editore (48 euro), riunisce per la prima volta tutta la sua produzione cartografica sinora conosciuta e attualmente conservata nelle maggiori istituzioni museali del mondo. Tra i vari documenti compaiono un inedito assoluto, rintracciato dall’autore presso la Biblioteca Reale di Madrid, un esemplare conservato presso la Biblioteca Vaticana sinora erroneamente ritenuto anonimo e un Atlante conservato a New York, composto da nove fogli di cui, sinora, ne era stato pubblicato uno soltanto da Roberto Almagià nel 1942. Il testo rimarca il forte legame tra Vigliarolo e la sua Calabria e fornendo tra l’altro, in molte carte (su cui spicca sempre in bella evidenza il toponimo natale di Stilo) preziose indicazioni storico-geografiche sulla Calabria del Seicento.
‘Mari di carta’ è un’opera aperta alla ricerca su quanto rimane ancora da scoprire sui periodi antecedenti e successivi a quello spagnolo di Vigliarolo; uno squarcio di luce sull’impenetrabile alone di mistero che ha avvolto sinora questo personaggio le cui opere mettono in risalto la sua figura poliedrica. Opera suscettibile di imprevedibili sviluppi, specie in ordine a possibili punti di contatto con Tommaso Campanella, suo concittadino e contemporaneo e, attraverso questi, con Nicola Antonio Stigliola e con Giordano Bruno.
(dalla nota editoriale)
Immagini: MONUMENTA CARTOGRAPHICA CALABRIAE e © Rubbettino Editore
NOTE AD ALCUNE DELLE IMMAGINI:
carta 8) Da “Mari di carta”: “[…] Carta nautica autografa e datata: in un medaglione inciso sulla linguetta dell’umbilicus, attorno ad una Pietà, reca la dicitura: “Donnus : Dominicus : Vigliarolus :calaber : de civitate Stili : me fecit in urbe felici : Panormi :1577 : ┼” . E’ la più antica carta di Vigliarolo conosciuta, ed è attualmente conservata presso la Biblioteca della Yale University, New Haven, […] proveniente dalla raccolta del Prof. Theodore Hamy.
carta 9) Da “Mari di carta”: […][Atlante in 9 fogli custodito presso la Hispanic Society of America – New York] Foglio 7: Italia Centro-meridionale. E’ il primo di due fogli che il Vigliarolo ha redatto a scala maggiorata, evidentemente per consentirsi un maggior dettaglio: è dedicato alle coste italiane […], rappresentate quasi per intero. L’Atlante fu redatto nel 1598, forse a Roma o a Bordeaux.