di Redazione FdS
Nei giorni scorsi, alla notizia della visita a Cosenza di Edward Luttwak, politologo e saggista rumeno naturalizzato statunitense, molti si sono chiesti per quali percorsi il professore di fama internazionale esperto di assetti militari strategici, fosse giunto in Calabria nella città di Bernardino Telesio. Ebbene, ad attirare la sua attenzione sono stati la leggenda di re Alarico sepolto qui con il suo tesoro ed il brand territoriale che il sindaco Mario Occhiuto vuole realizzare intorno a questa leggendaria figura di sovrano, ma a condurre fisicamente Luttwak a Cosenza sono state una serie di relazioni di cui egli stesso ha parlato, ieri mattina, quando Occhiuto lo ha accolto nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi. All’incontro erano presenti non solo numerosi giornalisti ma anche semplici cittadini incuriositi da questo spigliato teorico le cui dichiarazioni sulla politica italiana nei mesi passati hanno occupato molte pagine dei giornali nazionali.
Il contesto in cui è nato il viaggio verso Cosenza che lo ha portato a stravolgere i suoi programmi fino a farlo arrivare appunto da Washington nelle stanze del Municipio cosentino, ha qualcosa di quel fascino da sceneggiatura americana che parte da oltreoceano per arrivare a svilupparsi con un colpo a sorpresa in una location a sud del Belpaese.
Solo otto giorni fa, l’illustre studioso si trovava a ospitare nella sua bella villa di Washington il sinologo Francesco Sisci, calabrese di origine e amico personale di Mario Occhiuto. “L’ho portato a incontrare il capo dell’intelligence al Pentagono – ha detto Luttwak in perfetto italiano – Poi ci siamo seduti attorno alla piscina di casa mia e così siamo finiti a parlare di Cosenza e di Alarico. A quel punto l’ho condotto nella mia biblioteca e gli ho mostrato il testo di Jordanes…”. Lo storico bizantino di origine gotica e di lingua latina Jordanes, vissuto nel VI sec. d.C., narra della scomparsa improvvisa di Alarico, sepolto nell’alveo del Busento insieme a tutti i suoi tesori. Un racconto intorno al quale nei secoli a venire è stato coltivato il mito del re dei Goti.
“Sisci – ha proseguito Luttwak – ha comunicato della nostra chiacchierata al vostro sindaco e nel giro di poche ore Mario Occhiuto mi ha fatto modificare i miei piani, organizzando nei dettagli il mio viaggio qui”.
La circostanza era stata già accennata poco prima dal Sindaco quando, introducendo il prestigioso ospite, aveva tenuto ad esporre brevemente i progetti dell’Amministrazione comunale attorno alla figura di re Alarico: “Il mio Esecutivo ha pensato da subito di farne un’attività di interesse tant’è che abbiamo ottenuto un finanziamento di 7 milioni di euro per abbattere l’ex hotel Jolly e farvi sorgere il museo di Alarico. Cosenza – ha rimarcato Occhiuto – è sede dell’Accademia cosentina, del centro studi telesiano e poi attrae numerose presenze proprio per il famoso barbaro che con il tesoro trafugato forse nel sacco di Roma sarebbe sepolto nell’alveo del fiume”.
Nei progetti del Sindaco rientra anche un Comitato scientifico presieduto dal prof. Alessandro Bianchi e dal docente universitario Pietro De Leo (ieri seduto al tavolo dei relatori insieme all’assessore alla Cultura di Cosenza, Geppino De Rose, all’assessore all’Urbanistica del Comune di Mendicino, Irma Bucarelli, e a Natale Bosco, appassionato di archeologia e promotore di una campagna di scavi nei pressi di una grotta riaffiorata a Mendicino dove avrebbe rinvenuto un altare di origine gotica).
“In sintesi – ha continuato Occhiuto – realizzeremo nel centro storico il museo di Alarico e le botteghe di Alarico, riqualificheremo i fiumi, ovvero tutte attività che portiamo avanti perché convinti di poter puntare concretamente sulla promozione turistico-culturale del nome del re dei Goti. Naturalmente abbiamo preso al balzo l’opportunità di avere questo scambio importante con il professor Luttwak, che ringrazio. Con il suo aiuto vorremmo aumentare l’interesse attorno a questo tema”.
Edward Luttwak ha preso la parola e ha stregato il pubblico portandolo in quella dimensione leggendaria che da sempre avvolge la figura di Alarico: “L’unico testo che menziona questa storia della morte di Alarico a Cosenza dopo che aveva saccheggiato Roma – ha esordito – è quello di Jordanes. Il saccheggio di Roma non era la devastazione che ci fu dopo, era il saccheggio di gente affamata. A Roma non hanno distrutto molto, hanno distrutto pochissimo, hanno lasciato i dipinti, prendendo oro e argento, qualcosa di bronzo, cose leggere. Nelle case senatoriali trovavano infatti ori e argenti. C’è pochissima documentazione su questo. I goti usavano i letti dei fiumi, è comprovato. Seconda cosa: questi Goti erano dei capobanda, degli imprenditori del saccheggio”.
Luttwak ha quindi spaziato su tecniche militari e metodologie d’avanguardia che consentirebbero di poter perlustrare il terreno dove potrebbe essere stato sepolto Alarico. E infine, rivolgendosi al sindaco Occhiuto prima di essere accompagnato al chiostro di San Domenico per visionare un’installazione, ha detto. “Sono riuscito a contattare un giovane ingegnere militare che si occupa dei combattimenti di Gaza e lui mi ha garantito che può venire a Cosenza a presentare il ‘menù’ militare con costi e metodologie da avviare sulle tracce di Alarico. Tutti gli storici del mondo – ha concluso Luttwak – potrebbero venire a Cosenza a vedere non dico la Menorah, oggetto di culto multi religioso, ma almeno le monete, i monili e ciò che si potrà trovare”.