di Kasia Burney Gargiulo
Acqua, fuoco, aria, terra: qui i quattro elementi si ricombinano incessantemente, perchè se c’è un luogo in Italia in cui l’azione demiurgica della Natura è percettibile pur sotto la calma apparente del paesaggio, questo è la zona dei Campi Flegrei, a pochi chilometri da Napoli. Una terra viva, in silenzioso movimento a causa della sua natura vulcanica e, nelle sembianze che offre allo sguardo, quanto di più bello l’occhio umano potrebbe mai vedere se non fosse per i danni prodotti dall’azione nefasta dell’uomo che l’ha butterata di ignominiosi interventi, di ferite che rendono tanta bellezza qualcosa per cui profondamente soffrire e non solo gioire. Ogni traccia di Bellezza – e ce ne sono ancora tante – qui è un’oasi da salvare, oltre che un mondo da scoprire, sovente smarrito fra le selvagge manipolazioni dell’uomo che hanno privato questa terra del legittimo status di paradiso. Per fortuna a fronte di esseri umani che devastano ve ne sono altri che proteggono, che lottano per ridare a questi luoghi la dignità di santuari della poesia della Natura e della Storia. Fra costoro ci sono i membri della Cooperativa Geaverde che hanno acceso un riflettore su uno dei luoghi più belli di quest’area: l’antica Foresta di Cuma.
Siamo ai piedi dell’Acropoli di quella che fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia, è stata una delle più antiche (VIII sec. a.C.) e delle più lontane dalla madrepatria. Storia, leggenda, mito, letteratura, qui si intrecciano in una trama che altrove, in altra parte d’Europa, avrebbe probabilmente fatto consacrare questi luoghi alla contemplazione e al diletto dello spirito, cosa di cui noi siamo stati incapaci. Siamo nell’area archeologica della città che diffuse in Italia la cultura greca attraverso l’alfabeto Calcidese, che assimilato e fatto proprio dagli Etruschi e dai Latini, divenne l’alfabeto della lingua e della letteratura di Roma e poi di tutta la cultura occidentale. Siamo nel luogo in cui fiorì il mito della Sibilla Cumana di cui si parla nel terzo libro dell’Eneide di Virgilio laddove si legge che Enea, avrebbe potuto finalmente trovare la terra destinata al suo popolo dagli dei, qualora si fosse recato ad interrogare l’oracolo di Cuma. Qui Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma, visse gli ultimi anni della sua vita in esilio dopo l’instaurazione della Repubblica Romana. E qui è anche il luogo dove, secondo la tradizione, fu ispirato da una visione Il Pastore di Hermas, uno dei primi scritti cristiani.
Oggi qui c’è un parco archeologico di grande suggestione che pur attraversa non pochi momenti difficili, come tanta parte del patrimonio nazionale, e qui nei pressi c’è un’antica foresta di oltre 150 ettari composta di varie essenze arboreee e arbustive fra cui l’olmo campestre, il leccio, la roverella, il frassino meridionale, il pino domestico, il fico, il sambuco, il biancospino, il corbezzolo, nonché luogo ospitale per diverse specie di uccelli fra cui il gabbiano comune, il martin pescatore, la rondine di mare, la pernice di mare, il beccaccino, il chiurlo e tanti altri. Ebbene, in questa antica foresta ogni anno si ripete la magia delle lucciole: nella tarda primavera migliaia di luci si accendono, volteggiando fra le piante e catapultando il visitatore in una dimensione da favola. Grazie all’iniziativa di GeoVerde è possibile vivere fra fine maggio e primi di giugno alcune suggestive serate, tra natura ed emozioni, alla scoperta delle silenziose danze delle lucciole.
Per partecipare è sufficiente prenotarsi (chiamando al n. 338 4703516 o scrivendo all’indirizzo email geaverde.escursioni@gmail.com) e, se non ci sono condizioni metereologiche avverse, si tengono delle indimenticabili passeggiate per le quali sono consigliabili scarpe comode e abiti adatti a proteggersi dall’umidità della notte. Il programma di GeoVerde prevede anche delle puntatine alla scoperta delle lucciole che si insinuano tra i filari dei vigneti della zona, con buffet di prodotti tipici e degustazioni di vini D.O.P. offerti dalle aziende vinicole flegree; oppure ancora delle serate dedicate all’astronomia, fra mito e scienza, così come altre alla scoperta delle lucciole che abitano le sponde le mitico Lago d’Averno o appuntamenti con cena all’aperto e spettacolo teatrale e visite diurne alla vicina Oasi naturalistica di Monte Nuovo, fra macchia mediterranea e fumarole che testimoniano l’ancora presente attività vulcanica. Tra le attività della Cooperativa anche Laboratori e Uscite Didattiche per i ragazzi delle scuole.
Iniziate già dal 25 maggio, le escursioni nella Foresta di Cuma alla luce delle lucciole si sono protratte fino allo scorso 10 giugno, per cui ormai non vi rimane che segnarvele in agenda per il prossimo anno, mentre per ogni altra esperienza fra quelle ulteriormente offerte da GeoVerde non dovete far altro che contattare la cooperativa ed andare alla scoperta di questo poco conosciuto ma bellissimo ed ultramillenario angolo di Sud.
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