Percorrete strade e sentieri dell’Altopiano della Sila in inverno e vi sembrerà di entrare improvvisamente in qualche angolo del Nord Europa. Laghi, case di legno, boschi immensi di pino calabro, faggete e grandi spazi aperti, come accade puntualmente quasi ogni anno, appaiono coperti da un candido manto nevoso e dal ghiaccio. Forse è questa la stagione in cui la Sila rende più evidente il suo paradosso paesaggistico, 150.000 ettari di paesaggio nordico – divisi fra le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone e per molta parte tutelati come parco nazionale – immersi nel bel mezzo del Mediterraneo, nel cuore della regione più meridionale della penisola italiana. L’immensa estensione, i rilievi tipicamente dolci, alcune zone quasi pianeggianti, la geologia molto particolare e la più grande presenza al mondo, con circa 37.000 ettari, di boschi di pino calabro (Pinus nigra ssp. laricio var. calabrica ) rendono questo altopiano una montagna unica, che si distingue nettamente non solo dagli altri rilievi della regione ma anche dalla maggior parte delle montagne mediterranee. Di seguito vi propongo alcune mie fotografie scattate nei giorni tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 durante i quali la Sila è stata investita da una fredda perturbazione che le ha permesso di mostrarsi in tutta la sua bellezza invernale.
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