di Grazia Pugliese
Lo scorso 23 giugno, l’Auditorium della Conciliazione a Roma ha ospitato uno degli eventi più attesi nell’ambito dell’innovazione e delle startup: il Gran Finale dell’InnovAction Lab, il percorso formativo per i giovani imprenditori di domani.
Durante la giornata, si sono date battaglia le 10 idee finaliste di InnovActionLab2014. Ad aggiudicarsi l’ambito premio – un percorso di accelerazione offerto dal Google Campus di Tel Aviv – la startup SOLO, nata per offrire un metodo di pagamento che permette agli esercenti di incassare con carta di credito tramite un link che può essere inviato al cliente via email, messaggio o status sulle reti sociali.
Ma il gran finale non è stata solo una gara tra le startup innovative. Sul palco si sono alternate personalità di spicco e gli argomenti trattati sono stati molteplici. Tra gli speaker,anche LuigiMazzei, presidente e co-founder di Startup Calabria, che, nell’ambito delle storie degli alumni di Innovaction Lab, attraverso un emozionante storytelling, ha parlato di speranza raccontando il percorso della giovane associazione calabrese.
Luigi, cos’è perte la speranza?
La speranza è quel sentimento insito in ogni sognatore. E per fare innovazione oggi in Italia e, soprattutto, in Calabria, è necessario essere dei sognatori. Le difficoltà da superare sono davvero molte: reperire i fondi necessari per far decollare un progetto, far comprendere alle istituzioni l’importanza di ciò che si sta facendo, riuscire a connettere in modo stabile le varie realtà presenti sul territorio. La speranza è quel sentimento che ogni giorno ti spinge a lottare e a perseguire con determinazione gli obiettivi prefissati.
Anche tu, come molti giovani innovatori, hai partecipato a Innovaction Lab. Ci racconti la tua esperienza?
Innovaction Lab non è solo una ‘scuola’ per imprenditori: è una vera e propria palestra di vita. L’intero percorso è di per sé una sfida che mette a dura prova la personalità dei partecipanti. Il metodo educativo proposto da Augusto Coppola è lontano da uno sterile nozionismo accademico: durante il percorso formativo vengono posti problemi da risolvere, non vengono fornite soluzioni ‘dall’alto’. Dalla formazione del team di lavoro al rapporto con il proprio mentor, dallo strutturare un’idea su un solido modello di business alla sua presentazione attraverso un pitch che sia efficace: ogni step è un ostacolo da superare con carattere e determinazione. In particolare, il metodo ‘duro’ di Coppola consiste nel farti confrontare in modo diretto e senza sconti con le criticità insite nel tuo lavoro. Ricordo ancora come, dopo il primo pitch, e dopo le critiche ricevute, invece di scoraggiarmi, mi sono rimboccato le maniche per dimostrare a me stesso e agli altri che potevo farcela. Con questo tipo di approccio, basato sulla ‘nudge theory’, è riuscito a tirar fuori il meglio di noi.
Come è nata l’idea di fondare Startup Calabria? E quanto è stato determinante il percorso che hai fatto a Innovaction Lab nell’elaborazione dell’idea?
Startup Calabria è nata da un’idea mia e di Valerio Pullano, durante la sessione di networking a Luiss Enlabs. Ci siamo resi conto che ciò che accadeva nelle grandi città avveniva anche nella nostra Regione e, proprio per questo, abbiamo deciso di aggregare tutte le realtà innovative calabresi: startupper, blogger e aziende. Così, circa un anno fa, ci siamo uniti nel gruppo Italian Startup Scene Calabria e, il 27 luglio, abbiamo riunito a Trebisacce 120 innovatori. Tra gli speaker presenti all’evento: Riccardo Luna, Augusto Coppola, Roberto Magnifico, Antonio Concolino, Antonio Perdichizzi, Massimiliano Caruso, Riccardo Barberi e Davide Dattoli. La mia esperienza a Innovaction Lab è stata determinante per decidere di concretizzare l’idea di Startup Calabria. Come ho già detto, è un percorso formativo che dà la giusta carica per affrontare le sfide più ardue; il continuo problem solving proposto durante il percorso ha spianato il terreno per affrontare progetti difficili, come mettere a confronto tutte le realtà calabresi che fanno innovazione. Porsi degli obiettivi ardui e portarli a termine è un po’ la mission di Innovaction Lab e anche la mia.
Il tuo intervento sul palco dell’Auditorium della Conciliazione è stato presentato da Carlo Alberto Pratesi come una delle storie di successo degli alumni di Innovaction Lab. Per te quali sono le chiavi del successo? E che consiglio ti senti di dare ai tanti ragazzi che desiderano avvicinarsi almondo delle startup?
Le chiavi del successo sono 4: creatività, rete sociale, determinazione e speranza. La creatività è un fattore indispensabile per fare problem solving e trovare soluzioni anche quando non si hanno budget elevati. Altrettanto importante è la costruzione e il mantenimento di una rete sociale, intesa come un gruppo di persone influenti in grado di veicolare un brand o un’idea. Inoltre, affinché gli obiettivi prefissati possano essere raggiunti, è fondamentale avere tanta determinazione e speranza. Senza speranza è impossibile far attecchire un’idea, concretizzare un progetto o creare una community. Il consiglio che mi sento di dare ad un giovane startupper è quello di portare a termine gli obiettivi prefissati senza scoraggiarsi alle prime difficoltà, apprendere dai case history di successo e confrontarsi continuamente con altri startupper. Un’idea ha bisogno di essere validata attraverso questionari, sondaggi, prototipi; occorre, inoltre, parlare con i potenziali clienti, in altre parole, occorre vederla a 360 gradi. Altro aspetto fondamentale è il teamche deve essere multidisciplinare, affiatato e pronto a ripartire quando si presentano le prime difficoltà.