«…Sontuosissima è quella festa che si celebra in Palmi in onore della S. Maria della Lettera, con macchina maestosa di figlioletti in abito di Angioletti vagamente adornati che accompagnano la Vergine trionfante nella cima di una macchina, quale porta in detto giorno processionalmente per le strade maggiori del luogo con meraviglioso concorso di popoli: onde si è introdotto un nobile mercato»
Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria Illustrata, 1691
di Redazione FdS
E’ del 2013 il suo ingresso nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO e da quest’anno è stata promossa a festa della Calabria per volontà di Mario Caligiuri assessore alla Cultura della Regione Calabria. Parliamo della Varia di Palmi la festa popolare cattolica che si svolge nella cittadina tirrenica in provincia di Reggio Calabria in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città, l’ultima domenica di agosto con cadenza pluriennale. Un evento che rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane: la Varia è infatti un enorme carro sacro che rappresenta l’universo e l’assunzione in cielo della Vergine Maria; di altezza pari a 16 metri e trasportato a spalla da 200 Mbuttaturi (portatori), ospita figuranti umani che rappresentano la Madonna, il Padreterno, gli Apostoli e gli angeli. Il trasporto della Varia è preceduto (il giorno prima) da un altro momento importante di fede che è la processione del quadro di Maria Santissima della Lettera e del reliquiario del Sacro Capello.
Nell’ultimo secolo la Varia ha avuto vari riconoscimenti, tra i quali l’emissione un francobollo prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e l’abbinamento ad una lotteria nazionale. Quest’anno una nuova iniziativa ha visto coinvolto Gerardo Sacco, maestro orafo calabrese noto nel mondo, il quale ha creato il logo della “Varia” di Palmi per celebrarne il riconoscimento quale patrimonio culturale dell’umanità UNESCO. L’assessore regionale Caligiuri, che è anche presidente del Comitato “Varia” 2014, cosi’ lo spiega: “E’ un simbolo semplice ma contiene tutti gli elementi grafici che identificano il significato profondo della Festa, l’invocazione alla Madonna per la protezione del popolo di Palmi. E’ una lettera “V” – prosegue – che quasi sembra evocare una forma di cuore, a voler indicare l’iniziale della Festa, disegnata con il simbolo di Palmi e le figure maggiori del corteo: l’Animella, cioè la bambina che sormonta la macchina, e il Padreterno, la figura maschile che la sorregge. Sul lato destro e’ disegnato un ramo di palma, l’albero che da’ il nome alla Città, mentre a sinistra la lettera e’ sormontata da una testa di bambina che richiama l’Animella sostenuta da un braccio culminante con una mano che rappresenta la figura del Padreterno”.
Caligiuri infine conclude dicendo che “il logo si identifica in una lettera, che in modo evidente richiama la denominazione della Madonna a cui la secolare tradizione e’ dedicata: appunto quella della Lettera che accompagna il Sacro capello della Vergine, dono riconoscente della Citta’ di Messina nel 1582”. Adesso il logo verrà sottoposto all’attenzione del Comitato della “Varia” per deciderne la più efficace utilizzazione presente e futura.
Origine del Culto
Nel giugno del 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent’anni anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ed in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di Palmi, accolsero quanti fuggirono dalla città siciliana ed inoltre, tramite i propri marinai, mandarono generi di prima necessità e olio. Superata la calamità, la città di Messina, con delibera del Senato cittadino, volle donare alle autorità ecclesiastiche di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo. Nel 1582, accompagnato durante la traversata da una moltitudine di barche addobbate a festa, il vascello di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina di Palmi un reliquiario contenente un Sacro Capello della Vergine. Da quel momento, anche nel popolo palmese, cominciò la venerazione verso la Madonna appellata col titolo “della Sacra Lettera” e si adottò la sua effigie nera racchiusa in una manta d’argento a somiglianza di quella venerata a Messina. In suo onore furono innalzate cappelle ed altari e, nella ricorrenza dell’assunzione, vennero tributate solenni processioni con grandi festeggiamenti, alla cui spesa concorreva tutto il popolo pagando un balzello imposto dal Comune sull’acquisto della carne. Inoltre, sul modello di Messina, si realizzò un enorme carro votivo rappresentante l’Assunzione di Maria. Tale carro fu introdotto da un certo “Mastro Jacopo”. Era appunto il carro della Varia.