Il 5 dicembre 2013, a Bari, nell’Aula Magna “Attilio Alto” del Campus Universitario Politecnico (via E. Orabona n. 4) alle ore 17.15 si terrà l’incontro col celebre fotografo Giovanni Chiaramonte dal titolo “Dolce è la luce – Luogo e identità in fotografia”. L’evento è organizzato dal Laboratorio di Fotografia del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari.
Interverranno:
Dino Borri – docente di Ingegneria del Territorio Politecnico di Bari
Pio Meledandri – direttore del Museo della Fotografia Politecnico di Bari
Lidia Valerio – musicista
Al termine della lectio sarà inaugurata la mostra di Giovanni Chiaramonte “Dolce è la luce”. Nel corso del vernissage verranno recitate le poesie di Umberto Fiori contenute nel volume omonimo.
Le opere saranno visibili fino al 13 dicembre compreso (la mostra è stata prorogata fino al 27 dicembre), dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 esclusi sabato e domenica. L’ingresso è libero.
Il 6 dicembre 2013 dalle ore 10.00 passeggiata fotografica con Giovanni Chiaramonte nei pressi della Basilica San Nicola nella città vecchia. Nel pomeriggio, dalle ore 16.15 alle 19.15 il noto fotografo di origine siciliana leggerà, nella Sala Conferenze del Palazzo Politecnico in Via G. Amendola 126/B, le foto di alcuni tra i partecipanti alla passeggiata presso la Basilica di San Nicola.
È necessario prenotarsi inviando una mail a info@museofotografia.it. La lettura delle immagini, riservata agli under 35 in ordine di prenotazione, è gratuita e la partecipazione aperta a tutti senza limiti di età.
Dolce è la luce è un viaggio tra i luoghi della Sicilia Occidentale, l’isola complessa e difficile come il mondo: Palermo e la sua costa, la foce dell’Imera, il Tempio di Segesta, le vie di Trapani che finiscono nel mare, gli interni delle chiese di Cefalù e Caltagirone. Nelle immagini di Chiaramonte, scandite dai versi di Fiori che invocano la bella vista come sola dimensione possibile alla gioia, il mondo si apre al tempo lungo della riflessione e della contemplazione sul destino dell’uomo e della sua civiltà. Nel viaggio ogni aspetto del reale, anche il più drammatico, si rivela come vista sublime, traccia di una prossimità amica, eco di un ricordo rimosso e ritornato alla luce come un presagio d’amore. Il titolo è tratto dal libro biblico del Qoelet (l’Ecclesiaste) ed è una meditazione sulla condizione umana. L’opera si divide in tre capitoli intitolati rispettivamente: 1. Museo 2. Spiritus 3. AriaAcqua.
Giovanni Chiaramonte nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, comincia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla grande stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop-Art e dell’Arte Concettuale. Ha insegnato alla Facoltà di Architettura e alla Facoltà Teologica di Palermo, alla Facoltà di Lettere di Parma, alla Facoltà di Design di Milano ed è attualmente docente di Teoria e Storia della Fotografia allo IULM e al Master di Forma in Milano e tiene il Laboratorio di Fotografia alla Facoltà di Architettura di Cesena.