di Redazione FdS
Si inaugura venerdì 17 marzo alle ore 18.30 presso la Galleria L’Impronta di Cosenza la mostra “L’uomo si è estinto” di Nello Gallo a cura del critico d’arte Roberto Sottile. La mostra è inserita nella programmazione 2016/2017 dell’Associazione Impronta cultura fotografica è resterà aperta al pubblico fino all’8 aprile 2017.
“L’uomo si è estinto” – spiega Sottile – “è un viaggio che diventa il racconto quasi intimistico di una ricerca, in apparenza fiabesca ed immaginaria, di un domani che l’uomo non riesce a percepire compiutamente perché la sua presenza è tornata marginale. Il tempo diventa la regola del viaggio della buona sorte, alla scoperta di un mondo nuovo che forse ancora ci potrà appartenere, ma che invano tenta di metterci in guardia”.
Se il tempo che ci circonda, che regola la nostra presenza è infinito perché fa parte di un tempo al di fuori del nostro mondo, che valore assume la nostra esistenza e il nostro “finito” tempo? È questa la domanda di questo viaggio. Infinite le risposte. “Le immagini che scorrono – aggiunge il critico – ci propongono percezioni di una realtà, di un tempo vissuto che viene catturato in questa visione senza alterazioni in post produzioni e ci viene restituito dalla prospettiva “dell’altro”, di una specie diversa, che riuscirà a dominare e governare il nostro mondo. Sono immagini volutamente sfocate per sottolineare l’indefinitezza di un domani, di un destino che incombe ma che potrebbe essere rilegato nell’angolo delle favole e dell’impossibile. Sono fotografie vigorose ma nello stesso tempo cariche di un significato nostalgico avvolto in quello sfumato che rende anche visivamente l’area rarefatta. È il racconto di uno sbarco, dell’approdo e della ricerca della speranza e della libertà. Scatti che ci appaiono indefiniti nella struttura dell’immagine ma realizzati con estrema sintesi e cura dei dettagli (indefiniti), che ci restituiscono quell’ indipendenza, quella emancipazione della fotografia dalle regole di manuale, a favore di quella sintonia che Nello Gallo è riuscito a conquistare e catturare nei suoi scatti”.
Architetture, spazi urbani, frammenti industriali ed elementi naturali sono l’oggetto di un racconto vero e disincantato: “Sono fotografie prive di una iconografia “classica”, così come siamo stati educati a concepirla, che prendono forma e si configurano partendo dalla forza dell’idea che le ha generate. Ciò che è noto diventa ignoto. Ciò che è indefinito – conclude Sottile – si rigenera in nuove forme astratte dal sapore surreale a tratti malinconiche. Non vi è tregua in questo racconto, ma tutto scorre lentamente poiché tutti siamo alla ricerca di quella valida ragione, di quella seconda volta per poterci riconnettere con il nostro universo e con la nostra coscienza. C’è impotenza e sgomento. Voglia di intervenire ma non riuscire a capire come. Sono immagini che appaiono ferme ma in realtà fremono di energia. Sono fotografie che accendono sentimenti che assorbono una quotidianità per restituircela da un diverso punto di vista. Siamo noi a dover vestire i panni dell’alieno, ad osservare ciò che le nostre incertezze hanno prodotto“.