di Kasia Burney Gargiulo
Sfarzo, rigore e seduzione per la mostra d’alta moda Madonne lucane che dal 7 al 14 giugno avrà la sua atipica location in una chiesa consacrata del centro di Matera, la celebre Città dei Sassi ormai prossima a celebrare il suo anno d’oro da Capitale Europea della Cultura nel 2019. Ad allestirla nella settecentesca Chiesa del Purgatorio lo stilista Michele Miglionico che ha scelto di portare nella sua terra d’origine una collezione già presentata a Roma nella Chiesa di S. Maria di Loreto durante la stagione autunno-inverno 2016.
Stavolta gli abiti escono dalla passerella per diventare opere da esposizione grazie ad un concept nato dal confronto con le Madonne venerate nel Sud Italia e con le donne a cui principalmente è affidata l’esperienza collettiva del loro culto. Un culto intermediato da effigi a cui ancor oggi si consacrano per devozione gli abiti più belli e preziosi, come preziosi e ricercati – anche quando apparentemente austeri ed essenziali – sono gli abiti di Miglionico, interprete appassionato del patrimonio culturale, artistico e antropologico della Basilicata, dei suoi costumi, dell’artigianalità e della moda come arte.
La mostra, organizzata dall’associazione culturale Officine della Cultura in collaborazione con l’antica Confraternita “I Pastori della Bruna” di Matera istituita nel 1697, prevede un’installazione di 30 capi di haute couture ai quali, attraverso un percorso eclettico e suggestivo, Miglionico ha affidato il suo omaggio al culto mariano in Basilicata.
L’esposizione si articola in 2 sezioni: le Madonne venerate e le donne in processione. Nella prima troviamo abiti da sera ispirati alle varie Madonne venerate sul territorio lucano come ad esempio la Madonna del Carmine, vestita completamente di oro ex-voto, o la Madonna della Bruna, patrona di Matera. Nell’altra, fonte di ispirazione sono le donne che seguono la processione tutte vestite di nero e con il rosario in mano, secondo la tradizione popolare.
Sullo sfondo dei toni pastello e oro della barocca Chiesa del Purgatorio, molteplici si colgono i riferimenti ai costumi popolari del Settecento, dai volumi delle gonne accentuati sui fianchi, al tripudio di ricami e merletti destinati a impreziosire corpetti e décolleté, ai mantelli e ai veli, imprescindibili accessori per presenziare alle funzioni religiose. Il tutto declinato in una molteplicità di tessuti – pizzi valencienne, broccati e taffetas di seta, organze, gazar d’Abraham, merletti, tulle point d’esprit – e di colori che vanno dal verde al ruggine, al rosa pallido, al rosso scarlatto, al nero, all’oro dalle molteplici sfumature, in soluzioni monocromatiche o in originali combinazioni. Senza trascurare gli affascinanti gioielli-scultura che accompagnano ogni capo. Creazioni in grado di raccontare una femminilità composta e composita, austera e sensuale, multiforme come sanno esserlo le espressioni del sacro in Lucania, spesso al confine fra misticismo cristiano ed echi pagani; espressioni esplorate da Miglionico enfatizzandone la potente valenza simbolica e celebrando, al tempo stesso, le straordinarie qualità artigianali dell’alta moda italiana.
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