di Redazione FdS
Dopo le pugliesi isole Tremiti, l’isola siciliana di Lampedusa e il comune di Pollica (Salerno), altre tre località del Sud Italia hanno deciso di dire no alla plastica usa e getta ponendo fine alla distribuzione al pubblico di posate, piatti, cannucce, bicchieri, sacchetti e contenitori monouso che non siano biodegradabili. La prima new entry è stata Malfa, uno dei tre comuni dell’isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie: il sindaco Clara Rametta ha adottato un’ordinanza che vieta la vendita e l’utilizzo di stoviglie monouso, per cui d’ora in poi bicchieri, posate, piatti, cannucce e sacchetti dovranno essere in materiale biodegradabile e compostabile: “Difendere il mare e il territorio dall’invasione di plastica monouso – ha detto la prima cittadina – è per noi un obiettivo assolutamente prioritario”. A sollecitare la decisione è stata la scoperta della presenza di straordinarie foreste di coralli a rischio attorno ai vulcani sottomarini delle Isole Eolie. Gli studiosi hanno esplorato sette aree di interesse ecologico rinvenendo coralli bambù in grave pericolo, meravigliosi coralli molli e coralli neri con numerose uova di squalo, oltre a diversi altri habitat che ospitano un numero elevato di specie, ma insieme a queste meraviglie c’era anche tanta plastica monouso.
Dopo Malfa è stata la volta di due comuni del sud-est della Sicilia, Avola e Noto, il primo noto soprattutto per le eccellenti mandorle e per aver dato il nome ad uno dei più famosi vini siciliani, il Nero d’Avola, il secondo per essere un gioiello di architettura barocca inserita fra i siti UNESCO tutelati come Patrimonio dell’Umanità. Entrambi hanno deciso con apposita ordinanza di vietare posate, piatti, cannucce, bicchieri, sacchetti e contenitori monouso che non siano biodegradabili. Il divieto entra in vigore a partire da agosto con applicazione a feste pubbliche e sagre, ma da gennaio 2019 il divieto varrà anche per le attività commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande. Come ha raccontato il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, si è trattato di una decisione concertata col collega di Avola, Luca Cannata, “perché per le politiche turistiche e ambientali non esistono confini politici. Siamo i primi comuni su terraferma ad adottare un provvedimento del genere per difendere il golfo di Noto”. La decisione, anche in questo caso, è arrivata dopo gli allarmanti accertamenti compiuti da Goletta Verde di Legambiente sullo stato di salute del mar Mediterraneo. Salate le sanzioni previste dall’ordinanza: si va dai 25 ai 500 euro di multa col rischio di sospensione dell’attività qualora l’ordinanza non venisse rispettata più volte.
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