di Enzo Garofalo
Un’immagine simbolica per brindare alla vittoria di Matera nell’agone delle città candidate a Capitale Europea della Cultura 2019. E’ la Matera dei Sassi riflessa in un calice di Aglianico del Vulture vinificato in bianco, nello scatto del fotografo Francesco La Centra, lucano doc. La sintesi visiva della storia plurimillenaria di una città che già da un po’ di anni ha visto ‘ribaltare’ la propria immagine ed il proprio destino mutandosi da “vergogna nazionale” – come il suo centro storico fu definito da Togliatti nel 1948 all’indomani della denuncia di Carlo Levi sulle degradate condizioni di vita nei Sassi – a Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO; ed ora la vittoria in questa nuova esaltante sfida che ha visto Matera sottrarre il titolo a città culturalmente vivacissime come Ravenna, Perugia, Lecce, Cagliari e Siena.
E’ innanzitutto la sua unicità ad averla premiata, quel suo essere una fusione irripetibile di natura e storia, straordinaria testimonianza di quel Sud rupestre al quale il nostro magazine ha voluto dedicare un’apposita rubrica. Caratteristiche che nel ‘600 spinsero l’abate Pacichelli a descrivere Matera in questo modo: «la città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato». Ma a premiarla soprattutto è stato quello strenuo desiderio di riscatto nel quale la cultura sta giocando da anni un ruolo fondamentale; una scelta che accomuna questa città a tutto il Sud del Paese che nel suo patrimonio culturale ed ambientale è votato a trovare i motivi più solidi della propria rinascita, pena la perdizione definitiva. Proprio alla luce di questo la città di Matera, o qualunque altro luogo del Sud abbia imboccato questa strada, devono considerarsi esempi assolutamente da seguire per quelle città e quei paesi che ancora tardano a comprendere come la chiave di volta per la costruzione di un futuro diverso e migliore sia la riscoperta della propria identità, di quel patrimonio fatto di storia, cultura, ambiente e tradizioni che rende ogni luogo unico e uguale solo a se stesso, un patrimonio che la forsennata omologazione degli ultimi decenni ha messo all’angolo ma che oggi va saggiamente riscoprendosi come l’unica vera ricchezza dell’Italia.
Il verdetto che oggi, con sette voti su tredici, ha proclamato Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019 è stato comunicato da Steve Green, presidente della Giuria internazionale di selezione composta da 13 membri (6 italiani e 7 stranieri), al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) Dario Franceschini che lo ha a sua volta comunicato alla nazione. Il titolo – istituito nel 1985 per promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e culturale dei Paesi membri dell’Ue – oltre all’Italia, sarà assegnato anche a Plovdiv per la Bulgaria; ogni anno viene infatti attribuito a due città di due Stati membri.
Matera (a sin. nella foto di Francesco la Centra) è la quarta città italiana (con Firenze, Bologna e Genova), e la prima del Sud, ad aver conquistato l’ambito titolo. L’annuncio della vittoria ha suscitato un vero tripudio tra la folla che in piazza San Giovanni, nel cuore dei Sassi, attendeva con trepidazione il verdetto davanti ad un maxischermo allestito per l’occasione. “Vince Matera. Stravince la Basilicata. Avverto sulla mia pelle i brividi e le lacrime di una intera regione che esulta di gioia – così ha dichiarato Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata alla pronuncia del verdetto. “Non ho parole – ha proseguito – per descrivere l’emozione di questi primi minuti di festa collettiva. Abbiamo testardamente perseguito e conquistato un obiettivo che sembrava superiore alle nostre forze, proiettandoci in una dimensione europea che consentirà alla Città dei Sassi di essere Capitale della Cultura Europea nel 2019. In quel ruolo, ne sono certo, Matera si troverà a proprio agio e rappresenterà degnamente il nostro Paese, così come peraltro avrebbero fatto le altre cinque, bellissime città italiane entrate nella short list finale e alle quali va il mio sentito ringraziamento per averci accompagnato in questa sfida esaltante. In fondo, sapevamo, sin dal primo momento, di potercela fare. Perché la bellezza millenaria di Matera è qui, sotto gli occhi di tutti. E chiunque, dal turista affamato di novità al visitatore casuale e distratto, non può che restare affascinato dinanzi alla bellezza architettonica dei Sassi e alla forza ammaliante dei suoi antichi rioni. Ora che il sogno si è avverato, comincia la vera partita: quella che dovrà fare di Matera un punto di riferimenti forte della Cultura Europea già a partire da domani e comunque prima ancora di brindare al capodanno 2019, Anche qui, sono certo che l’unità dei lucani saprà fare da sprone all’intera classe dirigente di Basilicata perché le cose che abbiamo detto di voler fare si facciano veramente. E io sono certo che gli impegni assunti saranno mantenuti.”
Quanto alle altre città che hanno partecipato alla competizione internazionale, il ministro Franceschini ha assicurato che la vittoria di Matera non comporterà l’abbandono degli altri progetti che saranno comunque recuperati nel programma Italia nell’ambito dell’Art Bonus di recente approvazione: “Questa – ha detto il ministro – è stata un’esperienza formidabile importante per le sei città, ma importante per il Paese perché il meccanismo di competizione, di selezione ha spinto ad una cosa di cui c’è grande bisogno in Italia, cioè una programmazione complessiva. Le città hanno ragionato su un progetto a lungo termine programmato negli anni in un insieme di eventi di restauro, di recupero, di proposte progettuali che dimostrano che esattamente questa è la strada virtuosa da percorrere”.
Felicitazioni sono giunte alla città di Matera dalla Commissaria europea alla Cultura Androulla Vassiliou: “Sono certa che Matera attirerà ancora più visitatori dall’Europa e da tutto il mondo spinti dal desiderio di scoprire la città e la sua storia e di apprezzare la varietà culturale che rappresenta uno dei punti di forza del nostro continente”. Mentre Gianni Pittella, primo vicepresidente del Parlamento Europeo e capogruppo degli eurodeputati socialisti e democratici, ha così commentato la notizia su Twitter: “Sono orgoglioso per Matera capitale della cultura nel 2019. La mia gente ha dimostrato a tutti il potenziale ancora inespresso”, aggiungendo poi sulla sua pagina Facebook che questa è un’occasione unica affinché “nel governo e nelle regioni meridionali si faccia sempre più forte la consapevolezza che a Matera, alla Basilicata e al Sud più in generale mancano infrastrutture per raggiungere le grandi riserve di bellezza che tutti ci invidiano ed una programmazione professionale di offerta turistica orizzontale capace di attrarre ogni tipologia di turismo, quello culturale, naturalistico, enogastronomico. Un turismo che possa offrire dal barocco di Lecce, ai sassi di Matera, al fasto di Napoli…”