“Immaginate due valli divise fra loro da un rialto di terra, una volta a tramontana l’altra a mezzodì: due valli profonde scavate dalla natura nel tufo de’ colli. Su per le falde, e nell’imo di queste valli, seguendone la forma e il declivio, ponete delle case; su quell’altura o lingua di terra se vi aggrada, fate che s’alzino altre case, templi, palazzi, e altri grandi edifizi, ed avrete una città che siede infra due; una triplice città bizzarra per la sua forma, curiosa per le tante scene che ti offre. La città alta è la Civitas, la città primitiva, la città antichissima: le due valli che ora le son sorelle furon da prima suoi borghi, e con tal nome si chiamarono. Quando si volle ingrandir la Civitas, i borghi furon nomati Sassi, e serbandosi alla madre il suo nome matronale, chiamassi sasso Barisano, quello volto a tramontana, verso Bari, Sasso Caveoso l’altro, che è volto verso Montescaglioso. Il Duomo, i palazzi de’ notabili, la Sott’intendenza, la casa del Comune, il Seminario, la piazza, le più belle chiese decorano la Civitas, guardata a ponente da un forte castello, consistente in una cortina fiancheggiata da tre grosse, intatte, e forti torri. È dominato il Sasso Caveoso da un irto scoglio con a piedi una chiesetta scavata nel masso, in cima un faro, e una Croce. Signoreggiano il Barisano la chiesa e ’l cenobio degli Agostiniani. E le case de’ Sassi sono costruite in modo che una serva di base all’altra. Frammezzo ad esse serpeggian vie e viottoli, scendenti, ascendenti, di su, di giù, a manca, a ritta. Di talché quella casa che guardata alle spalle ha un piano solo, ne ha cinque veduta di prospetto. Vedi le botteghe su, i portoni giù; e questi superiori a’ balconi e a’ terrazzi; i quali a loro volta sono ora inferiori alle vie, ora a livello di queste. Aspetto più singolare di questo lo cercheresti invano fra le città d’Italia…”
Cesare Malpica (Capua 1801 – Salerno 1848), giornalista, scrittore, poeta
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