Michele Sangineto: dai liuti rinascimentali al mulino da tavolo

Il mulino da tavolo realizzato dal liutaio Michele Sangineto

Il mulino da tavolo realizzato dal liutaio Michele Sangineto

È un mulino a pietra in piena regola. Il liutaio, di origine calabrese, lo ha realizzato durante il lockdown con legno del suo laboratorio e pezzi di granito recuperati da un amico marmista

di Redazione FdS

Diventato famoso per aver dato corpo ai progetti leonardeschi di strumenti musicali nonché a liuti, tiorbe, arpe e ghironde riprese da antichi dipinti e affreschi italiani, Michele Sangineto – 75 anni e una contagiosa verve giovanile – ha pensato bene di mettere a frutto, nel suo laboratorio brianzolo di Villasanta, le lunghe giornate dello scorso lockdown per dar vita a un oggetto esteticamente affascinante e, al tempo stesso, funzionale: un tradizionale mulino a pietra in miniatura, da potersi tenere su un mobile da cucina senza alcun ingombro, ma soprattutto in grado di macinare in mezz’ora fino a 3 kg di farina. Basta procurarsi dell’ottimo frumento biologico ed ecco pronta la farina per impastare pane, biscotti e torte a km zero. Praticamente il sogno di qualsiasi appassionato di panificazione casalinga. Peccato che per ora quello di Michele Sangineto sia solo un prototipo, e chissà se deciderà mai di riprodurlo in più esemplari. Come tutti gli artigiani di gran classe è amante dei pezzi unici. Ma mai dire mai.
 

Il mulino in funzione

Il mulino in funzione

Se si prova a fargli i complimenti per questo oggetto d’una bellezza antica, subito si schermisce dicendo di non aver inventato nulla di nuovo e di essersi ispirato a una vecchia tradizione austro-tedesca mai andata fuori moda, ma in realtà a caratterizzare il suo mulino è il gusto leggiadro, tutto italiano, della struttura e della decorazione, che immediatamente rimanda alla preziosità dei suoi strumenti musicali più che alla nuda essenzialità dei cosiddetti ”mulini di Salisburgo”.

 

La piccola tramoggia del mulino

La piccola tramoggia del mulino

Gli chiediamo com’è nata l’idea: “Per me è stato un po’ un ritorno alle origini, ai ricordi della mia famiglia ad Albidona, un paesino dell’alto Jonio calabrese – racconta – dove da bambino osservavo affascinato il mulino dei nonni, così come i frantoi dove i contadini portavano a macinare le loro olive. Con il lockdown mi sono ritrovato ad avere più tempo del solito, quindi ho deciso di impiegarlo in qualcosa che fosse creativo e funzionale al tempo stesso. Ho lavorato d’istinto, attingendo ai ricordi, non avendo né un progetto né misure precise. Non ho avuto problemi a reperire il materiale, avendo da parte dei pezzi di legno d’abete, mentre le mole in pietra le ho ricavate da due pezzi di granito avuti da amici marmisti. Così è nato questo piccolo mulino”.
 

Le due mole in granito

Le due mole in granito

Messa mano a sega e pialle, Michele ha definito strada facendo proporzioni e volumetrie: “Ho così realizzato un mulino a forma di cubo che si adatta anche alle piccole cucine”, racconta sornione e soddisfatto guardando la sua ”creatura” con sguardo amorevole. Per funzionare un mulino ha però bisogno di una forza motrice, che sia un flusso d’acqua, il vento, l’energia elettrica o, come nelle antiche macine, la forza manuale. Per il suo mulino il nostro liutaio ha optato per l’elettricità: “Aguzzando l’ingegno ho pensato ad un motore che fosse adatto al mio prototipo, e dopo svariate prove sono arrivato alla soluzione, quella di utilizzare il motorino che aziona i tergicristalli dell’auto”.
 

Il liutaio Michele Sangineto accanto al suo mulino domestico

Il liutaio Michele Sangineto accanto al suo mulino domestico

Ad essere particolarmente contenta di questa sua creazione è la moglie Paola, libera di improvvisare qualsiasi piatto o dolce che preveda la farina tra i suoi ingredienti. “Ormai – dice Michele – non compriamo più farina e pane, dato che questo mulino casalingo ci permette di macinare ogni tipo di cereale, con in più il vantaggio che con questa macina la farina non si scalda, mantenendo intatte le sue proprietà. Per la festa di compleanno dei miei figli Adriano e Caterina [gemelli, musicisti di professione e primi fruitori degli strumenti musicali paterni – NdR] abbiamo preparato la torta proprio utilizzando la farina macinata in casa”.
 

Il mulino in funzione

Il mulino in funzione

Attingendo sempre ai suoi ricordi calabresi, Michele Sangineto ha ora in mente un nuovo progetto, per completare quello che potremmo definire il suo ”dittico mediterraneo”: un frantoio da tavola per le olive, sempre in legno d’abete: “Come il mulino – dice -, interrogherò i miei ricordi d’infanzia e adatterò il progetto man mano che lo andrò realizzando. Sarà un frantoio versatile, perché mi darà modo di produrre in casa diversi tipi di olio, da quello d’oliva a quello di mandorle e noci”. Certo il maestro Sangineto rischia di dover dar vita a questa nuova creazione durante un nuovo paventato lockdown, visto l’andamento poco rassicurante della pandemia, ma se ciò dovesse accadere sicuramente saprà fare di necessità virtù: “Durante la scorsa primavera – dice – non mi sono perso d’animo: oltre a realizzare il mulino, ho sistemato il mio magazzino che dà sul giardino recuperando tantissimi oggetti, vecchi attrezzi da lavoro ed ho creato una trentina di opere tutte in legno oltre a restituire una seconda vita ad oggetti a me cari ma altrimenti inutilizzabili. Fin quando è possibile, preferisco il riciclo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Part. del mulino ''Sangineto''

Part. del mulino ”Sangineto”

 

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