Appassionato di presepi fin dall’infanzia, il tarantino Pietro Ricatti ama aggiungere alle sue creazioni elementi dell’amata terra di Puglia
di Redazione FdS
Può sembrare bizzarro parlare di presepi in prossimità dell’estate, ma non è mai troppo presto o troppo tardi per evocare una delle più affascinanti tradizioni della nostra cultura popolare; una tradizione nella quale si fondono devozione, nostalgia di una mitica età dell’innocenza, arcani simbolismi, ma anche fantasia, gusto, abilità creativa, arte. A ciò si aggiunga che proprio in questo scorcio di piovosa primavera il caso ci ha portato ad imbatterci in una persona che fin dall’adolescenza coltiva la passione per il presepe diventando con gli anni un abilissimo creatore di paesaggi nei quali ambienta scene legate alla devozione popolare, non necessariamente ispirate al Natale. Si tratta del tarantino Pietro Ricatti, noto tra gli appassionati col nome d’arte di Pietro Villa. Abbiamo deciso di incontrarlo dopo esserci imbattuti in alcune immagini di quello che è diventato una sorta di suo ”marchio di fabbrica”, ossia la creazione di ulivi millenari in miniatura (da pochi centimetri a oltre 40), splendide riproduzioni di quei monumenti vegetali che costellano la campagna pugliese, dal Gargano fino all’arco jonico tarantino, scenario – quest’ultimo – delle escursioni che Pietro ama fare a contatto con la natura dalla quale ”ruba” forme, colori e suggestioni per le sue creazioni.
Tra i presepisti Pietro non è l’unico a riprodurre elementi della vegetazione naturale, ma le sue creazioni si distinguono per la particolare cura dei dettagli che vanno ad accentuare il realismo del risultato. Se per le strutture architettoniche dei suoi presepi si avvale di diverse tipologie di materiali – dalla balsa al polistirene, alla cartapesta – per gli ulivi millenari Pietro si affida principalmente all’uso di elementi naturali come rami di timo e di rosmarino selvatico, scelti tra quelli più stagionati, al fine di riprodurre – con opportuni interventi di adattamento – le straordinarie contorsioni degli ulivi per cui la Puglia è famosa nel mondo, mentre per la chioma utilizza ariosi rametti di Teloxys aristata, una pianta che ha il suo habitat naturale in diverse zone d’Europa, tra cui l’Italia, ma ormai coltivata un po’ ovunque. La scelta degli alberi d’ulivo è un chiaro richiamo alla Puglia, che ritroviamo anche nella riproduzione delle pietre calcaree che caratterizzano i muretti a secco e di altri elementi del paesaggio naturale regionale. I suoi bellissimi ulivi fanno così mostra di sè all’interno di presepi d’embientazione mediterranea o medio-orientale, come anche in maquette a tema pasquale: dal celebre episodio di Cristo nell’orto del Getsemani, alla Crocifissione sul Monte Calvario.
Classe 1960, nato a Taranto da padre di Barletta e madre tarantina, Pietro ha avvertito il fascino del presepe fin dall’infanzia, ossia fin da quando, in prossimità del Natale, osservava suo padre allestire ogni anno un presepe di cartapesta. “Tutto il procedimento di preparazione della cartapesta e di modellazione del presepe – racconta – aveva per me qualcosa di ipnotico. Rimanevo incantato a guardare mio padre mentre dava forma a quel paesaggio destinato a evocare il grande evento della nascita di Cristo”. Il rapido passaggio dall’osservazione alla pratica e, con esso, la crescita di abilità tecnica e fantasia, ha fatto sì che a soli 11 anni, si sia visto affidare dal padre il compito di proseguire la tradizione familiare del presepe. L’allievo aveva ormai superato il maestro: “dal quel momento – prosegue Pietro – non stetti più nella pelle. Sentivo come se mi fosse stato affidato un compito di grande responsabilità. Parenti e amici venivano a visitare i miei presepi apprezzando quei dettagli che facevano la differenza. Passati gli anni e conseguito il diploma al liceo artistico, riuscii ad accrescere le mie competenze nella lavorazione della cartapesta e del sughero, ma la mia creatività ebbe modo di esprimersi solo nelle poche ore libere dal lavoro”.
Come per tanti altri tarantini, la vita lavorativa di Pietro si è svolta nel locale centro siderurgico; un impiego lasciato ormai anni fa grazie all’opportunità di un pensionamento anticipato. Una scelta fatta senza rimpianti, che gli ha permesso di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia e all’amata arte presepiale. È iniziato così il periodo più intenso di dedizione alla propria irrinunciabile passione che si è tradotta nella partecipazione a diverse mostre e nel confronto con affermati maestri del presepe, come Francesco Farano di Barletta, dal quale ha appreso tecniche innovative, fino alla partecipazione, nel 2021, al Concorso Nazionale di Arte Presepiale tenutosi a Prato, in Toscana, e conclusosi con la vittoria del primo premio “per essersi distinto nell’abilità di esecuzione e per la minuziosa ricerca e originalità dei dettagli”. Ricercatissimo da presepisti, appassionati e – per le sue miniature vegetali – anche da autori di plastici architettonici, Pietro ama divulgare la tradizione del presepe rivolgendosi ai bambini della scuole materne ed elementari; un impegno che nasce non solo dalla volontà di custodire un’usanza plurisecolare, ma anche dalla condivisione del pensiero espresso qualche anno fa da Papa Francesco secondo il quale “il presepe parla di fraternità, di intimità e di amicizia, chiamando gli uomini del nostro tempo a riscoprire la bellezza della semplicità, della condivisione e della solidarietà…è un invito all’unità, alla concordia e alla pace”.
Per qualsiasi ulteriore informazione Pietro Ricatti (in arte Pietro Villa) è contattabile tramite il suo profilo Facebook
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