di Alessandro Novoli
E’ uno dei borghi più suggestivi della Calabria, dotato ancora del suo antico assetto medievale con palazzi nobiliari dalle belle facciate e un castello – edificato in epoca normanno-sveva su strutture preesistenti – che conserva al suo interno tracce di decorazioni del ‘600. Parliamo di Oriolo, paese di poco più di 2mila abitanti in provincia di Cosenza, sorto su un colle nell’alto Medioevo quale centro fortificato a difesa dalle invasioni saracene. Nei giorni scorsi la sua storia plurisecolare ha riservato una piacevole sorpresa grazie al ritrovamento di un ciclo di affreschi parietali emerso durante i lavori di pulitura dalle sterpaglie di un edificio conventuale ubicato ai piedi delle antiche mura del borgo medievale. Si tratta di un Convento del Terzo Ordine Regolare di S. Francesco d’Assisi, il primo istituito in Calabria per iniziativa di Fra’ Biagio Margioni nel 1439 e donato di recente da una famiglia del luogo al comune di Oriolo a seguito di una trattativa promossa dall’assessore alle Attività e ai Beni Culturali Vincenzo Diego, con la collaborazione dell’ex capo dell’ufficio tecnico Ruggiero Losacco e dello storico Vincenzo Toscani.
Gli studiosi che hanno avuto modo di osservare gli affreschi – rinvenuti sulle pareti sotto le lunette del chiostro, al cui centro è venuta alla luce anche una grande cisterna a volte – ritengono ad un primo esame che possano rappresentare un ciclo pittorico con protagonista il Santo di Assisi, databile tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500. I tecnici del laboratorio di restauro della Soprintendenza Regionale hanno verificato lo stato degli affreschi e programmato i primi interventi di fissazione cui seguirà il restauro conservativo di cui le opere hanno urgente bisogno. “Si tratta – ha dichiarato l’assessore e vicesindaco Diego – di un lavoro che dovrà vedere protagonisti più soggetti e istituzioni: la Sezione Archeologica dell’Unical diretta dal prof. Giuseppe Roma, la Soprintendenza provinciale e regionale e il Mibact.” Questa inaspettata scoperta, ha concluso Diego, “va a premiare lo sforzo dell’amministrazione comunale e la sensibilità della famiglia che ha voluto donare un pezzo importante di storia a Oriolo, all’Alto Ionio e a una Regione sempre più ricca di sorprese”.