di Redazione FdS
Dopo la scoperta, avvenuta lo scorso gennaio, di una tomba intatta del VI sec. a.C. appartenuta a una sacerdotessa o nobildonna, la plurimillenaria Taranto magnogreca continua a svelare i suoi segreti riportando l’attenzione dell’opinione pubblica su un patrimonio ancora tutto da scoprire, oltre a quello, magnifico, già visitabile presso il locale Museo Archeologico. E’ la storia delle origini che riemerge dalla terra, quasi a voler indicare una nuova direzione da seguire – quella della cultura e della storia – dopo la discesa agli inferi della città dell’Ilva. E se la scoperta di cinque mesi fa è avvenuta durante i lavori di costruzione del II lotto della Tangenziale sud di Taranto, in corrispondenza del tronco stradale di collegamento tra la tangenziale medesima e la SP 100 per la nuova base navale, quella più recente è avvenuta in pieno centro durante lavori di scavo all’angolo tra via Capocelatro e via Oberdan, a poca distanza dal luogo in cui – alcune settimane prima – sono emersi anche una ulteriore tomba con lo scheletro di un’anziana signora e un sarcofago contenente i corpi di due bambini. Ad essere ritrovata questa volta è una tomba con uno scheletro intatto. La tomba, a fossa rettangolare, si ritiene possa risalire ad epoca greca. Gli scavi proseguono alla ricerca di un eventuale corredo funebre. La tomba era coperta da lastroni in pietra che celavano al suo interno lo scheletro di un individuo adulto del quale non è stato per ora possibile stabilire nè il sesso nè l’età. L’area da mesi è interessata da scavi che stanno portando alla luce eccezionali ritrovamenti: sempre in zona, per la precisione tra via Oberdan e via Minniti, già a metà gennaio 2015 era stata infatti ritrovata una tomba a semicamera del IV secolo avanti Cristo.
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