di Redazione FdS
Una nuova specie di lepidottero scoperta nelle foreste umide dell’Italia meridionale va ad arricchire la già straordinaria biodiversità del nostro Paese che, pur rappresentando solo lo 0.2% della superficie delle terre emerse, è uno dei paesi più ricchi al mondo dal punto di vista della varietà sia vegetale che animale. Un patrimonio fortemente diversificato per l’eterogeneità del territorio e che continua ad arricchirsi nel tempo, come testimonia la scoperta appena effettuata dal CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), con il suo Centro di Ricerca Foreste e Legno, che ha rinvenuto in Calabria e Basilicata una nuova specie di lepidottero, appartenente alla famiglia delle Noctuidae, insomma una farfalla notturna. Lo studio, intitolato An unexpected species complex unveiled in southern European populations of Phragmatiphila nexa (Hübner, [1808]) (Lepidoptera, Noctuidae, Noctuinae, Apameini) è stato pubblicato a fine aprile sulla rivista internazionale Biotaxa.
Phragmatiphila parenzani, questo il nome attribuito alla nuova specie – dedicata al prof. Paolo Parenzan, fra i massimi esperti italiani – si distingue dalla analoga Phragmatiphila nexa presente a nord del Po per il disegno sulle ali, la morfologia degli apparati genitali e per la sequenza del DNA mitocondriale utilizzata in tassonomia (DNA barcoding). Diversamente dall’altra legata principalmente ad ambienti aperti, la nuova specie frequenta esclusivamente foreste umide di diversa tipologia e a diversa quota come castagneti, abetine, ontanete, alimentandosi di graminacee tipiche di ambienti umidi. “Si tratta di una falena, cioè un lepidottero dall’attività notturna. Questa specie è stata appena scoperta, ma le sue popolazioni potrebbero essere già minacciate. Gli scenari climatici disponibili, infatti, prevedono un’accentuata riduzione delle precipitazioni in ambiente mediterraneo, che può incidere negativamente sulle foreste umide, il suo habitat.” – ha spiegato Stefano Scalercio ricercatore cosentino del CREA Foreste e Legno, autore della scoperta insieme a Axel Hausmann dello
Zoologische Staatssamlung di Monaco di Baviera – “La specie sorella, presente nel resto d’Europa, è protetta in alcuni paesi dalla legislazione nazionale e non possiamo escludere che possa essere meritevole di protezione anche la “nostra” specie. Questo però potremo dirlo solo a valle di ricerche mirate alla quantificazione delle sue popolazioni e alla loro variazione negli anni”.
Il CREA, Foreste e Legno – sede di Rende (Cs) – da oltre un decennio è impegnato nell’indagine della biodiversità presente nelle foreste dell’Italia meridionale, sottolineandone la grande diversità biologica: “Aumentare la conoscenza sulla biodiversità ospitata dagli ecosistemi forestali del meridione d’Italia ci permetterà di ottimizzarne la gestione, contemperando le esigenze delle aziende boschive con quelle di conservazione, anche nella prospettiva di mitigare gli effetti del cambiamento climatico” ha commentato Piermaria Corona, Direttore del CREA Foreste e Legno.
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