Ori Spadafora. Il Mibact vincola una collezione privata di antichi gioielli calabresi

L'orafo calabrese Giuseppe Spadafora fra i preziosi ori della sua collezione

L’orafo calabrese Giovanni Battista Spadafora fra i preziosi ori della sua collezione

di Alessandro Novoli

Una famiglia di orafi – gli Spadafora, che fin dal ‘700 operano in Calabria fra i monti della Sila, a San Giovanni in Fiore, cittadina nata nel XII secolo intorno all’abbazia fondata da Gioacchino da Fiore, l’abate teologo che Dante Alighieri pose nel Paradiso come “il calavrese abate di spirito profetico dotato” – e una straordinaria e sconosciuta raccolta di oreficeria popolare calabrese fra Ottocento e Novecento. Sono stati questi i protagonisti dell’incontro che ha avuto luogo questa mattina nelle Sale Pompeiane del Palazzo Reale di Napoli, nel corso del quale è stato annunciato il vincolo del Mibact alla collezione di ori antichi degli Spadafora, la quale sarà presto esposta in forma permanente.

Alcuni degli antichi gioielli della Collezione Spadafora

Alcuni degli antichi gioielli della Collezione Spadafora

Nel frattempo si è però pensato bene di divulgarne la bellezza, la preziosità e la rilevanza dal punto di vista etno-antropologico attraverso il volume“Collezione ori antichi della Famiglia Spadafora. Maestri orafi di san Giovanni in Fiore” (ed. Rubbettino), presentato nel corso dell’incontro. Il libro analizza la collezione attraverso schede tecniche e storico artistiche, mettendo in evidenza come l’importanza di questa consistente raccolta (più di 400 oggetti) stia nella lavorazione con antiche tecniche a stampo e rifinitura a mano, a cesello o incisione, di cui la Calabria ha un’antica tradizione. Ad essere sottolineata è altresì l’importanza di questi gioielli nelle ritualità sociali e familiari così come il fatto che la Calabria abbia saputo preservare anche attraverso l’oreficeria le proprie peculiari tradizioni culturali.

Il volume dedicato alla collezione Spadafora

Il volume dedicato alla collezione Spadafora

All’incontro, moderato da Franco Laratta, sono intervenuti il Soprintendente ABAP di Napoli, Luciano Garella, il Soprintendente ABAP per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Reggio, Mario Pagano, l’architetto Pasquale Lopetrone che si è occupato, fra l’altro, del progetto grafico del volume, e Rosa Romano, che ha condotto la ricerca sui gioielli e redatto le schede storico artistiche. A illustrare il significato della raccolta non potevano mancare infine gli orafi Spadafora. Come piccolo saggio dell’esposizione permanente, che a luglio avrà un’anteprima a Pizzo Calabro, è stata allestita a Napoli una vetrina con alcuni gioielli della collezione, presentati anche su un costume storico tradizionale.

“La riflessione relativa al periodo di esecuzione dei gioielli, circa due secoli, – ha detto il Soprintendente Garella – ha consentito di fare un’analisi delle tecniche di esecuzione e al tempo stesso di avere uno spaccato della vita delle comunità che li hanno prodotti. In alcuni casi i gioielli sono addirittura delle comunità arbëreshë residenti in Calabria da ormai almeno 5 o 6 secoli. Ma soprattutto l’interesse per questa collezione risiede nel più ampio valore demo-etno-antropologico che è quello connesso alla ritualità, all’uso del gioiello in determinate ricorrenze: matrimoni, promesse di matrimonio, battesimi, cresime. Oggetti cioè molto spesso connessi con quelle che erano le scadenze, le ritualità e le manifestazioni di carattere religioso. Poiché non abbiamo notizie di altre collezioni di questa levatura e importanza in Calabria, credo che questo sia il primo approccio a una tematica che merita sicuramente di essere approfondita”.

Nel corso dell’incontro è stata annunciato anche il progetto di attivazione – in parallelo con l’allestimento di una mostra permanente – di un’accademia che possa formare artigiani e artisti orafi. Il progetto sarà sostenuto anche attraverso la piattaforma di crowdfunding Meridonare, con una raccolta fondi volta a garantire la tutela delle opere, il recupero di un immobile dove esporle in forma stabile, e le attività di formazione dei giovani all’arte orafa.

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L'orafo calabrese Giovanni Battista Spadafora con alcune indossatrici in antico costume popolare.

L’orafo calabrese Giovanni Battista Spadafora con tre modelle che indossano antichi costumi popolari calabresi

 

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