di Redazione FdS
L’azienda non esiste ancora ed è per questo che gli ideatori di GIPSTech sono a caccia di finanziatori affinchè la loro brillante invenzione diventi una realtà operativa nel mercato della strumentistica digitale per la geolocalizzazione. Ma intanto i due ingegneri informatici dell’Università della Calabria, Gaetano D’Aquila (36 anni) e Giuseppe Fedele (35 anni), ideatori del nuovo ‘navigatore’ per ambienti chiusi , insieme al loro socio Matteo Faggin (39 anni), laurea in Ingegneria meccanica a Padova e un master in Business administration presso l’Università del Maryland, si godono la vittoria all’ultima edizione del TechCrunch Italy, il più grande evento organizzato in Italia e dedicato alle imprese digitali. GiPStech si era già fatto notare arrivando come finalista nell’ambito della Start Cup Calabria che si è conclusa mercoledì scorso, ma il grande momento è arrivato sul palco del Maxxi di Roma dove era presente insieme ad altre sette start up, selezionate tra 200 aziende che avevano inviato la propria candidatura. Un migliaio di partecipanti e oltre 60 relatori sul palco: una kermesse di prim’ordine, con la presenza di cinquanta investitori internazionali e i massimi esperti del settore, dall’investitore isrealiano Yossi Vardi al nuovo commissario per l’Agenda digitale Francesco Caio. La vittoria ha fruttato agli inventori di GIPSTech un premio di 50 mila euro, somma dei 10 mila euro messi a disposizione da TechCrunch Italy più un pacchetto di visibilità da 40 mila euro offerto dal gruppo Populis, titolare di un network di oltre 500 siti web.
“We work where GPS cannot”, ossia “noi lavoriamo dove il GPS non può” è lo slogan che riassume il senso e la funzione di questo nuovo sistema di geolocalizzazione che è in grado quindi di funzionare negli edifici chiusi, lì dove il tradizionale Gps non riesce ad arrivare. Come tante invenzioni dell’era digitale, anche GIPSTech è nato in un garage, ma lontano dalla Silicon Valley e grazie al presentarsi di un problema da risolvere: Gaetano D’Aquila e Giuseppe Fedele stavano lavorando su un sensore inerziale (strumento che misura l’orientamento di un corpo nello spazio e che si usa, ad esempio, sugli aerei), la cui funzionalità appariva inficiata, resa cioè imprecisa, dall’interferenza che sul campo magnetico terrestre produce il materiale ferroso presente negli edifici. Ma ecco arrivare l’intuizione: quella di utilizzare tale alterazione per costruire mappe che permettano di orientarsi, con lo smartphone, in un luogo chiuso. Due anni di strenua applicazione diurna e notturna portano D’Aquila e Fedele a definire il prototipo lo scorso aprile, dopodiché la start up si allarga anche al padovano Matteo Faggin che oggi condivide il successo con i due colleghi calabresi. Ora però inizia la fase B, non meno difficile dell’esordio di questa invenzione: occorre trovare almeno altri 300 mila euro per riuscire a sviluppare adeguatamente il prodotto. Entreranno quindi in gioco gli sviluppatori di applicazioni, che permetteranno di integrare GIPSTech negli smartphone d’uso comune. A distanza di un anno il business plan di GIPSTech prevede un secondo investimento da 850 mila euro per l’apertura di sedi e attività di marketing, a fronte di utili previsti dopo il secondo anno e mezzo e che al quinto anno dovrebbero raggiungere la considerevole cifra di 16 milioni di euro.
Ma vediamo in sintesi come funziona GIPSTech: chiunque (un museo, un centro commerciale, una fiera) intenda avere a disposizione la mappa di un luogo chiuso da destinare ad un pubblico di visitatori, non dovrà far altro che percorrere l’interno dell’edificio con il proprio smartphone: una apposita applicazione e la bussola, ormai di default sui cellulari più recenti, raccoglieranno dati planimetrici che saranno trasmessi ad un server pronto ad elaborarli per realizzare la mappa virtuale. Questa sarà fruibile dal visitatore che potrà richiederla non appena si troverà nei pressi dell’edificio; l’applicazione gliela metterà a disposizione insieme a vari altri optional quali contenuti extra, audioguide o coupon promozionali. Ora non rimane che attendere la risposta dei finanziatori a questa nuova e stimolante proposta che promette di diventare un vero e proprio must tecnologico.