Pasquale Laurito: scomparso a 97 anni il decano dei giornalisti parlamentari italiani

Pasquale Laurito

Calabrese di Lungro, Pasquale Laurito ha raccontato per decenni la vita politica italiana osservata in prima linea nelle aule e nei corridoi del Parlamento

di Redazione FdS

Molti di coloro che oggi esercitano il suo stesso mestiere, ricorderanno senz’altro l’appassionato discorso tenuto in occasione dell’omaggio tributatogli a Montecitorio per i suoi 95 anni. Era il 2022 e queste furono le parole che con piglio deciso pronunciò Pasquale Laurito, decano dei giornalisti parlamentari italiani, scomparso ieri a Roma all’età di 97 anni dopo una vita e una carriera dense di impegno sul campo: “Ringrazio per l’onore che mi si è voluto riservare; è qualcosa a cui tengo moltissimo perché proviene dalle nostre istituzioni repubblicane e antifasciste. Ricordatevi infatti che la nostra Repubblica è nata sul valore dell’antifascismo e quindi, cari colleghi, difendetela fino all’ultimo. Cercate di essere orgogliosi e non vi fate infinocchiare da certi nuovi leader che parlano a vanvera e non sanno nulla della nostra storia e della nostra politica. Quindi, cari colleghi, difendete le istituzioni repubblicane, non venite mai meno; è questo il più grande piacere e augurio che mi potete fare in questo momento”. Sono forti e decise le parole rivolte ai colleghi giornalisti, parole proprie di chi – grazie a una lunga vita – è stato testimone diretto dei cambiamenti cruciali avvenuti nella realtà politica e sociale del nostro Paese: a partire da quel 1946 quando, all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale e del referendum col quale gli Italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica, Pasquale Laurito iniziava la sua carriera seguendo a Montecitorio i lavori della Assemblea Costituente, l’organo legislativo che avrebbe dato vita alla nostra Costituzione, legge fondamentale dello Stato.

Nato in una famiglia dell’alta borghesia calabro-arbereshe, a Pasquale erano giunti fin d giovanissimo gli echi dell’afflato progressista che aveva animato due dei fondatori del partito socialista italiano, il giornalista e politologo Filippo Turati e la rivoluzionaria, medica e giornalista russa naturalizzata italiana Anna Kuliscioff, figure vicine a suo padre Josafat Laurito, medico e avvocato di Lungro, piccolo comune della provincia di Cosenza del quale era originaria anche la madre Emma De Marchi. Il suo orientamento politico avrebbe però ben presto virato ancora più a sinistra diventando – non senza disappunto di qualche familiare – un giovane attivista del Partito Comunista, scelta che lo portò a farsi strenuo sostenitore delle lotte dei minatori che lavoravano nella miniera di salgemma del suo paese natìo. Non fu infatti un caso che quando, a inizio degli anni ’70, iniziò la sua collaborazione con l’agenzia Ansa, Pasquale venisse incaricato di seguire le attività politico-parlamentari del Partito Comunista Italiano. A fine anni ’70 avrebbe inoltre dato vita alla alla “Velina rossa”, foglio di informazioni parlamentari sul mondo della Sinistra nato in contrapposizione alla “Velina” del collega Vittorio Orefice e ben presto divenuto un vero punto di riferimento per  tutti i cronisti parlamentari di sinistra.  Benché fosse un cattolico praticante, aveva una visione laica delle istituzioni per cui nel 2005 non si astenne dal criticare la decisione dell’allora Presidente Casini di introdurre nell’aula della Camera una targa in memoria della visita di Papa Giovanni Paolo II.

Attivo fino in tardissima età, Pasquale Laurito si è visto di recente riconoscere il proprio impegno di lungo corso con la nomina a Commendatore della Repubblica, onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica a figure che si distinguono per merito nell’ambito del loro percorso formativo e professionale. E’ stato un grande appassionato del mare e della barca a vela, oltre che dell’opera lirica. Orgoglioso delle sue origini arbereshe, ha vissuto nella Capitale da single impenitente insieme a due sorelle nubili, mancate di recente, insieme alle quali tornava spesso nel suo paese d’origine dove esiste ancora la casa di famiglia. I primi segnali di un forte declino delle sue condizioni di salute si sono avuti lo scorso anno con un improvviso ricovero all’Ospedale San Giovanni di Roma, poi seguito da una certa ripresa, fino all’ultima ricaduta che lo ha portato via a pochi mesi dal suo 98° anno di età che avrebbe compiuto il prossimo 15 maggio. Le esequie si terranno oggi 8 marzo a Roma nella chiesa di Santa Emerenziana alle ore 15.00.

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