di Enzo Garofalo
L’incontro di questa mattina con la stampa al Teatro Petruzzelli di Bari si è svolto in un clima di grande curiosità e attesa per il debutto, il prossimo 21 maggio, dell’opera lirica ‘Pagliacci’ di Ruggero Leoncavallo; un classico del teatro verista che da 122 anni si rappresenta ininterrottamente su tutti i principali palcoscenici del mondo. Come vi abbiamo raccontato alcuni giorni fa, l’autore di musica e libretto si ispirò ad una truce vicenda di amore e morte realmente accaduta in una contrada del profondo Sud e in qualche misura legata alle vicende biografiche della sua famiglia. Solitamente rappresentata insieme ad un altro capolavoro del verismo come Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, Pagliacci questa volta farà serata da sola e vedrà cimentarsi nella regia lirica il celebre cineasta italiano Marco Bellocchio, autore di lungometraggi come I pugni in tasca e Il diavolo in corpo. “Sono trasportato verso l’opera da un nobile dilettantismo – ha detto il regista, presente alla conferenza – e occupandomi principalmente di cinema ho avuto un approccio di una certa libertà nei confronti di quest’opera alla quale, peraltro, sono legato da tempo. Infatti avevo elaborato l’idea di un film intorno alla sua storia immaginando che essa si svolgesse nel contesto di un manicomio criminale. Il film purtroppo non si è fatto e forse non si farà mai, ma quando mi è stata proposta questa regia ho accettato volentieri pensando di riprendere in qualche modo quell’idea iniziale, compatibilmente con il linguaggio teatrale che è cosa ben diversa da quello di un film. Certo la mia esperienza cinematografica penso abbia potuto dare un contributo importante a questa regia sia pure non come superficiale patina stilistica ma come significativo elemento strutturale.”
Scordiamoci dunque il villaggio meridionale con la chiesa e la campagna verdeggiante a cui rimandano il libretto dell’opera o i noti acquerelli ottocenteschi di Rocco Ferrari, e prepariamoci ad un’azione scenica trasferita in un manicomio criminale dove gli attori della vicenda saranno dei detenuti che allestiscono uno spettacolo teatrale nel chiuso dell’istituto di pena, mentre il contesto più ampio rimarrà sullo sfondo del racconto. In tal modo è fatto salvo il meccanismo di ”teatro nel teatro”’ che caratterizza l’impianto narrativo del libretto. Bellocchio ha individuato le ragioni di questa scelta “nel carico di violenza che caratterizza la vicenda e soprattutto nella figura dell’omicida Canio, un uomo disperato che estrinseca nel modo più efferato la sua disperazione. E’ un personaggio i cui connotati psicologici, quali si rivelano nel drammatico confronto con la moglie ed il suo amante, entrambi sue vittime, lo rendono un personaggio che, giornalisticamente parlando, potremmo definire ‘di attualità’. In generale ho scelto di sottolineare più che gli aspetti romantici, che pure non mancano, quelli più aspramente drammatici della storia.”
Aspetto quest’ultimo, verso il quale ha dichiarato di essersi orientato anche Paolo Carignani che dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli (due delle 8 recite in programma sono invece affidate al M° Giuseppe La Malfa): “Come ha già precisato il maestro Bellocchio, senza trascurare i momenti più lirici e romantici, abbiamo pensato di dare risalto agli spetti più drammaticamente cupi dell’opera. Ho evidenziato in particolare i suoni più ruvidi e taglienti di un lavoro nel quale la violenza delle passioni e delle azioni ha un peso fondamentale”. Carignani si è detto inoltre felice di questa occasione artistica che lo riporta alla direzione in Italia dopo ben 12 anni. Il musicista è infatti da tempo impegnato in modo stabile in alcuni teatri esteri, oltre a dirigere concerti e opere in tutto il mondo. “Ho accettato con entusiasmo di partecipare a questa produzione che mi ha dato l’occasione di collaborare con un maestro come Marco Bellocchio che, non provenendo dal mondo dell’opera, ha sicuramente potuto dare un contributo creativo nuovo e stimolante; così come ho avuto modo di riscoprire la bellezza del Teatro Petruzzelli che avevo visto prima dell’incendio. Un altro motivo di emozione è poter dirigere dei maestri d’orchestra così giovani, animati da grande entusiasmo e disponibilità.”
Il M° Massimo Biscardi, Sovrintendente del Teatro, che ha presentato e coordinato gli interventi dei due ospiti, ha dal canto suo sottolineato il carattere di novità di questo allestimento di Pagliacci, integralmente realizzato dal Petruzzelli, per cui ha voluto ringraziare tutte le maestranze che quotidianamente lavorano nel backstage del teatro, dopodiché ha annunciato una novità della futura programmazione e cioè l’intenzione di riproporre in ambito musicale una tradizione un tempo tipica del teatro di prosa, quella delle Serate d’Onore, quale momento di particolare tributo ad un artista distintosi per le qualità professionali e per il contributo dato alla crescita culturale del pubblico. “Sarà un modo – ha detto Biscardi – per rendere omaggio a quei musicisti che tanto hanno fatto per la città di Bari e per il territorio in senso lato. Ho pensato di iniziare con il M° Michele Marvulli, direttore d’orchestra e pianista, che è uno dei veterani della musica in Puglia.” Riferendosi poi, più in generale, al futuro del Teatro Petruzzelli, in un momento di grande empasse per la cultura in Italia, ha auspicato “che dopo la conclusione della campagna elettorale, si torni a sostenere adeguatamente il teatro affinchè possa riprendere in pieno il normale corso delle sue attività.” Un auspicio al quale non si può che aderire con forza.