di Redazione FdS
Lo hanno chiamato Primitivus manduriensis, in omaggio al celebre rosso della vitivinicultura pugliese, ed ha la tenera età 70 milioni di anni. Si tratta del fossile di un rettile preistorico che abitò gli spazi marini un tempo presenti dove oggi si trova la Puglia. E’ il primo fossile di questo tipo rinvenuto nell’Italia meridionale e a scoprirlo, a Nardò (Lecce), è stato un team internazionale di ricercatori. Dopo la constatazione dell’eccezionale stato di conservazione, con tessuti molli al completo, essi sono stati in grado di ricostruirne l’aspetto esteriore e anche l’ultimo pasto. A descrivere l’animale è la relazione pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science da un gruppo di scienziati coordinati dall’italiana Ilaria Paparella dell’università Sapienza di Roma e dell’università canadese di Alberta. Alla ricerca hanno partecipato anche altri due italiani, Umberto Nicosia della Sapienza e Alessandro Palci dell’australiana Flinders University.
La datazione del fossile a 70 milioni di anni fa ha permesso di spostarne in avanti di un bel po’ l’estinzione: “Pensavamo che questo gruppo di lucertole fosse vissuto solo fino a 85 milioni di anni fa” ha detto infatti Paparella. Questo predatore era lungo un metro, apparteneva al genere dei dolcosauri ed era cugino dei giganteschi rettili marini (mosasauri) che vivevano negli oceani del Cretaceo. Secondo la ricostruzione degli scienziati aveva la coda piatta e il muso appuntito. Inoltre, dalla struttura delle sue ossa pelviche, si è dedotto che Primitivus manduriensis era in grado sia nuotare sia muoversi sulla terraferma. Proprio in virtù dell’ottimo stato di conservazione è possibile notare tracce delle squame della pelle e del suo tessuto muscolare e si è avuto altresì modo di conoscere il suo ultimo pranzo: “Nel suo stomaco – ha concluso la ricercatrice – abbiamo trovato i resti di un pesce”.
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