di Alessandro Novoli
Una sepoltura a fossa in posizione elevata e un corredo inequivocabile accanto al corpo: una ricca armatura da parata e sette cinturoni da battaglia, oltre a una serie di ceramiche a figure geometriche. E’ la tomba di un guerriero dauno d’alto lignaggio del IV sec. a.C. quella ritrovata qualche anno fa nell’area archeologica di Herdonia, nel foggiano. Accanto alle sue spoglie mortali anche i resti – rarissimi, trattandosi di fragile materiale organico – di un ricamo in lino beige su tessuto di lana marrone con motivi a mendri, semplici e a svastica (antico simbolo solare di carattere benaugurale), e alcuni piccoli motivi a foglia e a stella. Sono i ricami più antichi ritrovati finora in Italia e ornavano il drappo dell’armatura da parata appartenuta all’ignoto soldato di quest’angolo di Puglia ultramillenaria. Dopo un attento restauro presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma si apprestano a rientrare in Puglia.
Questa scoperta ci porta dunque a Herdonia, area archeologica nel comune di Ordona (Foggia) nota come “la Pompei di Puglia” per i consistenti resti di età romana sopravvissuti fino ai nostri giorni. Si tratta delle preziose testimonianze di uno tra i più fiorenti centri dell’antica Apulia riscoperto a partire dal 1962 grazie agli scavi di un gruppo di archeologi belgi, teatro di alcune importanti battaglie della Seconda Guerra Punica combattuta fra Romani e Cartaginesi. Su questo luogo, scrigno di tracce storiche cha vanno dal Neolitico fino al Medioevo, solo poche settimane fa si erano riaccesi i riflettori dopo un servizio televisivo che ne ha denunciato lo stato di abbandono. Ora se ne torna a parlare grazie a un ritrovamento che, ancora una volta, conferma la ricchezza di un patrimonio del tutto sottovalutato nelle sue potenzialità turistico-culturali.
Oltre al Foro, il Macellum, la Basilica, il Capitolium, le necropoli e i resti di una villa rustica, arricchiscono dunque lo straordinario profilo storico-archeologico di Herdonia anche questi rarissimi resti di un tessuto che la Soprintendenza Archeologia della Puglia ha rinvenuto nel 2012 durante uno scavo a nord est di Herdonia, in contrada Cavallerizza. Erano in quella che fu la tomba di “un uomo tra i 30 e i 35 anni”, come ha spiegato Maria Concetta Laurenti, archeologa dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. I ricami hanno rivelato la presenza di diverse tipologie di punti e motivi decorativi la cui tecnica esecutiva rimane al momento non meglio precisata: è probabile si tratti di un ricamo ad ago, o forse “a fili liberi” applicati durante la tessitura. Per un anno – grazie al contributo dell’Ufficio Federale della Cultura svizzero e ai fondi del Gioco del Lotto – i preziosi reperti sono stati sottoposti a restauro e consolidamento e, dopo essere stati oggetto di un Seminario di studi dell’ISCR lo scorso 31 maggio, sono ormai prossimi al rientro in Puglia.